Titolo: Marianna Sirca
Autore: Grazia Deledda ( autobiografia - Wikipedia)
Nazione: Italia
Anno prima pubblicazione: 1915
Ambientazione: Sardegna (Nuoro e campagna circostante), Italia; primi anni del XX secolo
Personaggi: Marianna Sirca, Simone Sole, Berte Sirca, Costantino Moro, Sebastiano Sirca, Fidelia
Casa Editrice: Newton Compton
Copertina: Alessandro Tiburtini
Pagine: 158
Provenienza: Bol.it, 15 maggio 2011
Link al libro: IN LETTURA - ANOBII - GOODREADS
inizio lettura: 8 settembre 2015
fine lettura: 19 settembre 2015
Del resto tutti nella vita siamo così, in carcere, a scontare la colpa stessa di esser vivi.
Non ricordo perché ho comprato questo libro, forse solo perché era in sconto, ma sono molto felice di averlo fatto!
Marianna Sirca è una giovane donna che si ritrova all'improvviso a divenire proprietaria terriera quando riceve l'eredità dello zio prete, da cui lei era stata mandata a servizio ancora bambina proprio auspicando questo lascito. Così Marianna si ritrova a trent'anni ricca, ma infelice, non avendo da molti anni conosciuto un giorno di libertà non riesce a sentirsi libera neanche adesso che è padrona. Un giorno il rincontrare un giovane servo che ora è diventato bandito, Simone Sole, cambierà qualcosa nella sua vita.
Capita che una persona come me, accanita lettrice fin dall'infanzia, arrivi alla mia età per fare, libristicamente parlando, la scoperta dell'acqua calda. Scoprire cioè che un'autrice prolifica, acclamata, vincitrice del premio Nobel (unica donna italiana) per la Letteratura, a cui è stato anche dedicato un cratere su Venere, scrive benissimo. Sì, ammetto che mi vergogno un po' di questa tarda scoperta, anche perché non è il primo romanzo di questa autrice che conosco, ho già letto il suo romanzo più famoso, Canne al vento e anche se mi era piaciuto non mi aveva colpito così tanto. Invece Marianna Sirca mi ha fatto innamorare del suo stile, e onestamente non riesco neanche troppo a dispiacermi di questa mia scoperta tardiva perché anche se è vero che mi stavo perdendo qualcosa, è anche bello pensare di avere ancora un sacco di romanzi stupendi che mi aspettano.
La trama non ha nulla di particolare, e per di più contiene una storia d'amore, ma nonostante questo mi ha coinvolto moltissimo. Merito sicuramente dell'ambientazione: la natura, la Sardegna, mi hanno colpito fin da subito. Normalmente non sono una fan delle descrizioni, ma quelle di questa autrice sono così poetiche ed efficaci che erano tra i brani che preferivo, e non solo nella rappresentazione di questa natura al tempo stesso maestosa e domestica, ma anche la descrizione della casa, del bestiame, del semplice desco...
Commento generale.
Questo romanzo mi è piaciuto moltissimo, in ogni suo aspetto. Mi è piaciuta enormemente l'ambientazione, la Sardegna di inizio secolo scorso, un po' selvaggia, un po' domata, con la natura come compagna quotidiana della vita di ognuno, servi, padroni e briganti. Mi sono innamorata di Marianna, personaggio forte, inaspettato, affascinante. E mi ha definitivamente conquistata la scrittura di Grazia Deledda, la sua capacità di descrivere qualcosa, dal più banale dei gesti alla più forte delle emozioni, con una chiarezza, un'efficacia e una poesia incredibili. La storia passa quasi in secondo piano quando tutto il resto è così affascinante, ma devo dire che mi è piaciuta anche quella, e il finale, che lì per lì mi è parso strano, mi ha anche un po' commosso!
Grazie a...
... Quaderno di un bibliotecario, la cui recensione mi ha fatto venire voglia di leggere questo libro.
Sfide
Romanzo e protagonista stupendi
Un po' di frasi
Marianna Sirca, dopo la morte di un suo ricco zio prete, del quale aveva ereditato il patrimonio, era andata a passare alcuni giorni in campagna, in una piccola casa colonica che possedeva nella Serra di Nuoro, in mezzo a boschi di soveri.
I pensieri di lei si ritirano nel loro nascondiglio più segreto: nessuno al mondo deve saperli, e questo non tanto per orgoglio quanto perché lei ama la sua anima come la sua casa, che tutto sia in ordine, pulito, chiuso nelle casse, appartenente a lei sola.
Ma lei voleva essere una vera donna: vivere per guarire il suo male, vivere per vincersi.
Doveva essere bello nelle sere d'inverno stendersi sulle stuoie davanti al fuoco di tronchi, e ascoltare la voce della foresta in colloqui selvaggi col vento.
E le pareva di essere forte, sostenuta dal calcagno alla nuca da una verga di orgoglio; ma di tanto in tanto le balenava davanti, coi raggi della luna tra le foglie, il ricordo [...]. Allora tutte le sue viscere si sollevavano, il dolore si sbatteva contro l'orgoglio, come il mare in tempesta contro un fragile palo. E le lagrime di lei cadevano sul davanzale del finestrino e di là rimbalzavano sull'erba del prato confondendosi con le lagrime di rugiada che la notte piangeva sul grembo della terra.
5 stelline, ambientati anni 1911-1920, ambientati in Italia, ambientati nel 20° secolo, autori del 20° secolo, autori italiani, explicit, frasi dai libri, incipit, La Sfida dei Premi Nobel, Premio Nobel, segnalibri, Sfida delle Mini Recensioni, Sfida periodi storici, Sfide dei Classici, Sfide sulla TBR list, voto 9, WOMEN CHALLENGE