Mariano fortuny

Creato il 28 luglio 2012 da Laurenv

Mariano Fortuny fu un artista poliedrico, viene ricordato per essere stato un pittore, scultore, costumista, inventore, fotogrago, ma soprattutto sarto-artista.

Nacque a Granada nel 1871, suo padre era un noto pittore spagnolo e visse la sua prima giovinezza tra Roma e Parigi, poi nel 1889 si trasferì a Venezia con la madre.

Nonostante perse suo padre a soli tredici anni, ereditò da lui un grande talento artistico. All'inizio del Novecento aprì una piccola officina di stampa su seta e tra le sue prime creazioni si ricordano veli e scialli stampati con motivi decorativi che si rifacevano all'arte cretese e che lui battezzò "knossos".

In seguito realizzò tessuti stampati con fantasie orientaleggianti, classiche e rinascimentali. Nel 1909 brevettò un tipo di stampa policroma utilizzando, oltre a colori naturali come la robbia, polvri d'oro e d'argento realizzate con rame e alluminio.

La sua prima fonte d'ispirazione era l'arte classica e proprio ad essa dedicò uno dei suoi più celebri capolavori, il "delphos", ispirato all'Auriga di Delfi. Si trattava di un lungo cilindro confezionato in leggerissimo satin o taffetà di seta plissettata che avvolgeva la figura femminile.

Il plissè Fortuny venne brevettato dal sarto-artista nel 1909 e costituì la base anche per un altro celebre abito di Mariano Fortuny, il "Peplos", una casacca ispirata alle vesti delle korai che terminava con orli irregolari in diagonali guarniti con perline in vetro di Murano.

Le vesti di Fortuny generalmente erano confezionate in colori sfumati come il verde acqua o il rosa pallido, producevano iridescenze inusuali e mettevano in evidenza ogni forma del corpo, per questo vennero da molti giudicate impudiche. Ma comunque piacevano alle donne e i suoi abiti furono indossati da importanti signore dell'epoca, come Peggy Guggenheim, Eleonora Duse e la marchesa Luisa Casati Stampa.

Dopo la sua morte, avvenuta nel 1949, la moglie Adele Henriette Nigrin donò al comune di Venezia la loro dimora, Ca' Pesaro degli Orfei, in campo San Beneto, dove attualmente ha sede il museo Fortuny.

fonte: "Un secolo di moda italiana" di Sofia Gnoli



 

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