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Mariano Leotta (aka Born Holmer)

Creato il 10 dicembre 2010 da Sushit

Vorrei lasciar parlare le immagini per questo artista con sede a Berlino.
Un interazione audio video, un incorcio di colori, forme ed emozioni sinonimo di passione nel suo lavoro, si vede in tutto quello che fa.

I suoi collegamenti:

www.artereazione.org

www.vimeo.com/bornholmer

E ora qualche domanda per capire meglio il suo lavoro, come la pensa, e come si vive a Berlino.

1. Nelle tue immagini vedo il colore come parte integrante della forma, quasi a
realizzarne un’unica visione astratta, in parole cosa vorresti trasmettere?

Parto subito da un esempio. In elektro-kokon si parte da una riflessione sulla struttura
dell’universo. L’universo come rete di onde elettro-magnetiche. Quando un essere compie
un’azione (nasce, si evolve, procrea, muore) sprigiona un’energia che tocca una o più di
queste onde che, come corde di un violino, vibrano e suonano. La “macchia” di colore nero,
il performer, nel video cosi come nella performance live, vuole rappresentare uno
qualunque di questi esseri: animale, pianta, pianeta, galassia che sia. Per tal ragione è
astratta, indefinita, universale.

Descrivimi le emozioni che vorresti trasmettere con le tue immagini, spesso coincide
con quello che ci vedono gli altri?

Nei miei progetti individuali così come in quelli di Artereazione si parte spesso da teorie biofisiche
o socio-antropologiche complesse, in un certo qual modo affascinanti perchè si
trovano al limite tra scienza e filosofia. Tutto passa però per il processo artistico che
scardina, semplifica, porta all’essenza la ragione per renderla emozione. L’emozione è
linguaggio universale e nel progetto artistico la teoria quasi si perde. Ma grazie
all’approccio multimediale, interattivo il visitatore/spettatore ha la possibilità di entrare
nell’opera, ricevere e dare feedback, vivere un’esperienza artistica che diventa una vera e
propria esperienza di vita.

Mariano Leotta (aka Born Holmer)

Dall’estero come vedi l’Italia? E perchè siamo visti come i migliori creativi (forse di
un tempo) del mondo, ma il nostro sogno rimane quello di andare altrove?

Molto creativi noi italiani, è vero, spesso però pecchiamo di “romanticismo”. Ci crogioliamo
nell’etichetta dell’artista, nel suo clichè. O forse l’ambiente che ci circonda ci fa comportare
così. In altri paesi il settore artistico è più al passo coi tempi. Gli artisti si costruiscono
professionalità, competenze, specializzazioni; fanno investimenti, partnership; hanno a che
fare con clienti, investitori. Insomma gli artisti sono professionisti che rispondono ad un
mercato dell’arte che non è fatto più solo di gallerie, festival e teatri, ma anche di privati,
fondazioni, aziende che investono nell’arte, o ancora meglio, che comprano un prodotto
artistico. Forse per questo noi italiani andiamo altrove. Per sentirci e comportarci come
professionisti.
Berlino, cosa ne pensi?
Premessa: Berlino è al momento senza dubbio la capitale europea dell’arte. Premessa
necessaria visto ciò che dirò: a mio parere, la quantità di “arte” prodotta ed esposta a
Berlino è superiore alla sua qualità. E’ davvero difficile trovare qualcosa di interessante tra
le decine di vernissage e finissage che allietano ogni weekend berlinese. Credo che il
motivo principale (ce ne sono altri) per cui tanti artisti (me compreso) siano attratti da
questa città è molto semplice e schietto: Berlino costa poco. Questo aumenta la quantità e
abbassa la qualità. Tuttavia nella moltitudine nascono anche il confronto e la competizione.
Per esempio nel mio specifico ambito artistico multimediale ho trovato una professionalità a
livello tecnico e organizzativo che mi ha aiutato a ridimensionare il mio Ego e mi ha spinto
ad acquisire maggiori competenze per poter competere con gli altri.

Mariano Leotta (aka Born Holmer)

Descrivi il tuo percorso formativo e dai un consiglio a chi è alla prime armi?
Un percorso che può sembrare forse atipico. Learning-by-doing. Senza alcun tipo di
formazione accademica, ho cominciato a lavorare saltuariamente come assistente,
collaboratore a progetti artistici di vario genere. Così ho imparato un approccio pratico al
lavoro artistico. Ed ogni volta ho imparato e sviluppato delle tecniche, dei linguaggi. Poesia,
performance, video, multimedia.
Varie discipline certo, ma ho capito pian piano che non
erano indisciplinate le mie inclinazioni, solo multidisciplinari. Così ho cominciato a
sviluppare un mio proprio linguaggio artistico lavorando su miei progetti e coinvolgendo altri
giovani artisti. Insieme ad alcuni di loro si è deciso poi di dar vita ad un network artistico,
Artereazione, per continuare ad imparare dal mutuo confronto e sperimentare nuove
modalità di espressione artistica. Per onor di cronaca ho poi deciso di frequentare una
scuola, corso serale a quella del cinema.

Il consiglio?Prima di tutto bisogna trovare il proprio mezzo di espressione. Poi viene il resto.
Credi nei collettivi? E perchè è così difficile realizzarli e coordinarli?
Reputo imprescindibile il lavoro di gruppo in alcuni ambiti artistici quali produzioni video,
teatrali o multimediali. Poi il collettivo permette lo scambio di idee e tecniche, processi
creativi multiprospettici e la divisione di responsabilità e competenze. Spesso però i
collettivi diventano una firma e quindi si chiudono in sé stessi e rischiano di diventare
statici. Noi con Artereazione abbiamo scelto una formula diversa: il network artistico (si
potrebbe forse chiamare anche cooperativa)
. Il nome Artereazione vale solo come
produzione e non come autore. Esiste ovviamente una direzione artistica (linea estetica,
concettuale, tecnica, etc…), ma di fatto un progetto può avere autori e collaboratori diversi
dipendendo dalle necessità, dalle caratteristiche del progetto stesso.

Mariano Leotta (aka Born Holmer)

Domanda geek. Strumenti che utilizzi?
Nell’ambito multimediale sono davvero tanti gli strumenti che bisogna padroneggiare. Io
personalmente utilizzo: come software, principalmente le suite FCP e Adobe per grafica e
video editing, VVVV per interazione e generazione audiovideo realtime, Resolume per live
streaming; come hardware, MIDI controller Korg, sensori di movimento e bio-metrici IcubeX
e vari modelli di videocamere e videoproiettori; e poi i cari vecchi attrezzi da
carpenteria per gli allestimenti! Poi durante i progetti collaboro sempre con qualcuno che
complementa le mie competenze così all’interno di Artereazione ci sono persone
specializzate in software e hardware per live streaming (isadora, vdmx), physical computing
(arduino), sound design (reaktor, processing, max/msp), progettazione scenografica
(vector, autocad) e poi gli immancabili performer specializzati in vari generi performativi.


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