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Marie Antoinette – Sofia Coppola

Creato il 05 novembre 2013 da Maxscorda @MaxScorda

5 novembre 2013 Lascia un commento

Marie Antoinette
Maria Antonietta fu una punk? Una specie, o almeno lo suppone la (seconda) Sofia che tanto amiamo.
Si fa per dire e’ ovvio ma e’ vero che di Maria Antonietta la storia ci ha passato una donnetta stupida e inetta, anche colpa dell’imprecisa battuta sulle brioche. 
Il film non smentisce la leggerezza della sua figura eppure la assolve in quanto figlia del suo tempo e del suo status, rousseaunianamente impossibilitata come fu a inquadrare nel giusto verso la realta’ attorno a se’.
Matrimonio complicato il suo, seppur non un’eccezione all’interno della societa’ autoreferenziale e a dir poco elitaria come fu la nobilta’ europea pre-rivoluzione francese. Maria Antonietta a quel tempo era poco piu’ che una ragazzina e a prescindere dal ceto e dell’epoca, tale restava.
Essere una regina non e’ affatto facile, meno di quanto si pensi, non solo perche’ anche i ricchi piangono ma godono pure poco specialmente se il maritino, re predestinato, non ne voglia sapere di metterti incinta usando il piu’ efficace dei metodi contraccettivi: non fare l’amore.
Il matrimonio politico comincia a creare problemi senza un erede al trono e poi diciamocelo, a 20 anni certi bisogni sono molto piu’ che burocratici. La crème di Versailles non fu molto diversa dai ragazzotti debosciati odierni, con in testa bere, mangiare, strafarsi e cio’ che ne consegue, parassiti sempre alle spalle di qualcun’altro, oggi i genitori, ieri il popolo finche’ non decise di darci un taglio netto.
E’ a questo punto pero’ che la regina mostra il suo valore, anzi nel finale, la parte migliore del film, viene finalmente rappresentata la tragedia dimenticata di chi e’ trucidato da un popolo forse con le sue ragioni ma senza la legge dalla propria parte. Lezione rara soprattutto quando la scuola insegna che la giustizia sommaria e’ cosa buona in certi casi. Solo certi casi s’intende.
La Sofia ci prova ad uscire dai suoi canoni usuali, si butta sul filone storico seppur riammodernato nelle musiche e nel concetto. L’esperimento non e’ nuovo, a volte funziona, altre no. Certo e’ che ascoltare Aphex Twin contestualizzato alla corte di Francia, fa una certa impressione, tutta positiva. Del resto la grafica alla Jamie Reid faceva gia’ supporre qualcosa di simile ed e’ coerente con l’intento della regista.
Interpretazioni o meno e’ indubbio che tutti noi abbiamo un’idea molto ingessata della storia quando la realta’ potrebbe essere molto piu’ vicina all’odierno quotidiano che ai libri.
Ad ogni modo la nostra figlia di papa’ preferita non se la cava malissimo, merito soprattutto della sempre straordinaria Kirsten Dunst ma non di meno di un sapiente equilibrio tra fatti e fantasia, circostanze e immaginazione per un dispendio di mezzi ben utilizzato.
Non grido al miracolo, mi ha anche a tratti annoiato ma tutto sommato la prova e’ riuscita e il colpo di coda finale, fa guadagnare molti punti..

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