Nel romanzo autobiografico Hermann Lauscher, pubblicato per la prima volta nel 1901 in tiratura limitata, Hermann Hesse ricorda la propria infanzia ed in particolare la madre di cui scrive: "Ho ascoltato lettori e narratori e conversatori di fama mondiale e li ho trovati freddi e privi di gusto non appena li paragonavo ai racconti di mia madre.[...] Tutto il mondo ricco ed esuberante della vita infantile non ha immagine più dolce e sacra di quella della madre che racconta mentre alle sue ginocchia è appoggiata una testolina bionda con i suoi profondi stupori. Da dove traggono le madri quest'arte potente e gaia, questa plasticità, questa instancabile sorgente magica dalle loro labbra? Ti vedo ancora, madre mia, con il bel capo piegato verso di me, esile, flessuosa e paziente, con i tuoi incomparabili occhi scuri!"
Da dove trasse Marie Hesse l'"instancabile sorgente magica" dei suoi
racconti? Le fantasticherie trasmesse al figlio giungevano da mondi lontani di cui aveva fatto parte sin dalla nascita: figlia dei missionari Hermann Gundert e Julie Dubois, Marie nacque il 18 ottobre del 1842 a Talatscheri, in India, dove trascorse tutta la sua prima infanzia. L'India fece ancora parte della sua esistenza quando anni dopo , nel 1857, in seguito a frequenti e repentini cambiamenti di ambiente e un lungo periodo di lontananza dai genitori le fu concesso di raggiungerli nuovamente. Nel 1860 la famiglia Gundert si trasferì però definitivamente in Germania e nel 1861 Marie incontrò un giovane missionario, Charles Isenberg. Come ricorda Ralph Freedman nella sua nota biografia Hermann Hesse. Pellegrino della crisi (pubblicata in Italia da Lindau) "Charles fu mandato oltre oceano, e la sua fidanzata lo seguì. Nel 1865, all'età di ventitré anni, Marie lo sposò in India, dove sua madre aveva sposato suo padre, e, come la madre, ella fece il viaggio per raggiungere la sua prima missione, dove avrebbe lavorato e insegnato, sopra un carro tirato da buoi". Quando Marie Hesse compì questo viaggio scrisse come sempre molte lettere e continuò a redigere il suo diario, tutti documenti che sono stati raccolti e selezionati dalla figlia Adele Gundert nella pubblicazione Marie Hesse. Ein Lebensbild in Briefen und Tagebűchern; leggendo proprio le pagine dedicate a questo periodo della sua vita mi ha colpito la suggestiva descrizione delle coste messinesi lungo le quali Marie naviga a bordo della nave Möris in una notte settembrina del 1865; non può fare a meno di rievocare dei versi di Eichendorff e di Emanuel Geibel, tale è la magia percepita. Dai scuri contorni delle montagne al cielo stellato, dalle onde alle danzanti luci verdi e rosse della nave e del faro, tutto contribuisce e restituire una meravigliosa immagine della città di Messina che silenziosa e pacifica si stende dinnanzi ai suoi occhi, lo stupore è talmente intenso da dover esclamare: "non dimenticherò mai l'incantevole impressione di quella notte in mare".