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Marie Heurtin di Jean-Pierre Améris: la recensione

Creato il 10 marzo 2016 da Ussy77 @xunpugnodifilm

Marie_Heurtin_posterL’emozione non ha voce e nemmeno uno sguardo

Ispirato alla vita della giovane sorda e cieca vissuta sul finire dell’Ottocento, Marie Heurtin è un film dall’andamento riflessivo e didascalico. Un prodotto che sa attrarre e raccontare il rapporto educativo e affettivo tra Marie e la suora Marguerite.

Un giorno giunge al convento di Lamay un uomo con sua figlia. La ragazza adolescente è sorda e cieca e ha bisogno di un’educazione intensiva, per poter comunicare con il mondo esterno. Questo gravoso compito viene preso da Suor Marguerite, una devota dotata di una forza di volontà incrollabile.

Nel momento in cui si chiude la pellicola diretta da Jean-Pierre Améris il pensiero fugge immediatamente a Il ragazzo selvaggio di François Truffaut. Difatti numerosi sono i rimandi (la voce fuori campo che ripercorre i giorni e i progressi, la frustrazione di Marguerite per l’infruttuosità del proprio lavoro) e molto simile è la modalità narrativa che ripercorre in modo didascalico i momenti più importanti dell’educazione non invasiva, ma paziente, della suora del convento di Lamay.

Pellicola che rielabora i dettami di roussiniana memoria e tende ad applicarli a una situazione di “silenzio” estremo, Marie Heurtin ha il pregio di servire al pubblico ciò che cerca. Infatti l’impressione è quella di osservare un prodotto appena sopra gli standard televisivi, con annessa enfasi drammatica (sottolineata anche dallo stile registico) pronta a prendere il sopravvento nel momento in cui il percorso educativo comincia a dare i suoi frutti. Nonostante ciò Améris dimostra di saper modellare la materia a disposizione, di saperla rendere empatica ed emotiva, caratteristiche necessarie per poter arrivare al cuore del pubblico, che progressivamente assiste a un vero e proprio miracolo.

Film contraddistinto da un passo lieve e mai al di sopra delle righe, Marie Heurtin è convenzionale nella costruzione narrativa e facilmente intuibile. Tuttavia il tono sommesso che Améris gli infonde è giustificato da una vicenda silenziosamente paziente ed emotivamente forte. Un passo a due nel quale l’affetto e la fiducia reciproca giocano un ruolo fondamentale per realizzare inaspettati miracoli. Marie Heurtin non è un capolavoro da assaporare con ingordigia, ma un film che permette di comprendere una limitante disabilità e di notare come questa può essere “sconfitta” con la forza di volontà e l’applicazione appassionata di una donna pervasa da una gigantesca dedizione.

Uscita al cinema: 3 marzo 2016

Voto: ***


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