Ricevo, traduco e pubblico l’articolo dell’amico Alex Cogswell, avvocato e scrittore di Barcellona. MV
Recentemente ci ha sorpreso la proposta di legalizzazione della marijuana in due stati USA: Washington e Colorado, iniziativa che in quest’ultimo stato è già entrata in vigore. La legalizzazione significa l’incorporazione di un nuovo diritto per i cittadini dei suddetti stati a consumare cannabis.
Più al sud, meglio detto, nell’emisfero sud, anche l’Uruguay ha fatto notizia per la legalizzazione della marijuana e del suo consumo. La decisione politica ha superato i confini, scandalizzando alcuni stati limitrofi sudamericani.
Comparando le distinte legislazioni dei vari paesi coinvolti nel processo di legalizzazione, osserviamo come il consumo di cannabis in numerosi di essi non sia penalizzato, quello che sì è realmente proibito è il traffico della sostanza, considerata dannosa per la salute pubblica. Di conseguenza, ciò che viene perseguito è la produzione, la distribuzione e la commercializzazione della sostanza. Ci sono stati, ad esempio, in cui il semplice possesso di marijuana non è penalizzato e solo comporta il pagamento di una multa.
Se il consumo non è quindi realmente penalizzato, la questione si è convertita in come rendere realizzabile il consumo, senza entrare in pratiche legalmente perseguibili. Arrivati a questo punto, ci incontriamo difronte al caso paradossale, od esemplare, della Spagna, dove il consumo di cannabis si è liberalizzato, senza la necessita di un riconoscimento legale o di un quadro giuridico che permetta l’esercizio di tale diritto. Mentre altri paesi sono attualmente coinvolti in dibattiti parlamentari ed appaiono nei mezzi di comunicazione internazionali come sovversivi o moderni, a seconda dell’ideologia del mass media, in Spagna si è legalizzata la marijuana, senza nessun tipo di dichiarazione sensazionalista. Oppure è possibile che il diritto a consumare sia sempre esistito e che fino ad oggi non si fosse semplicemente esercitato.
Osserviamo da vicino quest’interessante processo di legalizzazione del consumo di cannabis, conseguenza di un’iniziativa popolare, priva tuttavia di una regolamentazione.
Attualmente, solo in Catalogna, si sono costituite circa 300 associazioni di cannabis, frutto del lavoro svolto dagli abitanti della comunità autonoma con capitale Barcellona. L’iniziativa ha contagiato altre città e comunità autonome del territorio spagnolo, il Paese Basco in primis, ed oggi è facile incontrare un’associazione in praticamente qualsiasi città della Spagna.
Per costituire un’associazione è necessario redigere una carta di fondazione ed uno statuto ed è necessario un minimo di tre persone. Entro cinque giorni dalla firma di questi documenti, ci si deve presentare presso il registro delle associazioni pertinente e pagare la tassa corrispondente. È inoltre obbligatorio iscriversi all’Agenzia delle Entrate (Agencia Tributaria) mediante la presentazione del formulario 037. Con quest’ultimo documento si ottiene un numero, il Codice di Identificazione Fiscale (CIF), che permette di svolgere l’attività dell’associazione. Ovviamente, si dovranno redigere i libri contabili pertinenti ed un registro di tutti i soci, realizzando puntualmente la chiusura annuale dell’esercizio dell’attività sociale.
Come si può notare, questo processo è relativamente facile e senza troppe complicazioni buracratiche. Questo ha reso possibile che in Spagna, oggigiorno, il consumo di cannabis non sia penalizzato e che solamente il traffico della sostanza abbia conseguenze penali. L’esistenza del delitto o meno, risiede nella differenza tra autoconsumo e traffico e perció, nel caso delle associazioni destinate all’autosonsumo, non esiste delitto alcuno.
Esistono molte sentenze in merito ed in base allo sviluppo della giurisprudenza relativa all’interpretazione degli articoli del Codice Penale sul delito di traffico di stupefacienti, si è dichiarato che, dovuto alla banalità ed allo scarso pericolo per la salute di quantità insignificanti di sostanza, non è necessario imporre una pena, riconoscendo così il diritto al consumo privato di cannabis (articoli 368 del CP).
All’interno di tale quadro giuridico, nel quale non è permesso il traffico però sì il cosumo, sono state stabilite delle quantità approssimate per determinare la presenza o meno di delitto, nei casi di possesso di marijuana da parte di un cittadino. Seguendo questa linea, il salto per determinare che la semplice coltivazione di poche piante di marijuana possa non costituire un delitto è sato immediato, se si dimostra che la coltivazione sia destinata alla produzione per consumo privato.
Se a tutto questo, si aggiunge che in Spagna si è legalizzato anche il consumo di marijuana su ricetta medica, si rafforza la posizione per la quale un cittadino può esercitare liberamente il proprio diritto di consumare cannabis, cercarla e rifornirsene, senza essere perseguibile per questo.
Le associazioni riconoscono il diritto al cosumo ed all’auto-coltivazione a tutti i soci, tra i quali vengono distribuiti i compiti, che includono anche la vera e propria coltivazione, pietra angolare che ha reso possibile la creazione delle stesse associazioni. Se tante persone hanno diritto a coltivare marijuana, possono riunirsi per costituire una piantagione collettiva, che appartiene all’associazione ed il cui uso è esclusivo per i soci, senza la possibilità che terzi acquistino od ottengano il prodotto della raccolta.
Bisogna ricordare chiaramente che i fini dell’associazione sono svincolati d’animo di lucro. Per questo motivo, non è possibile costituire una società a responsabilità limitata od una qualsiasi altra forma mercantile per rifornire i consumatori di marijuana o per l’autoconsumo.
Dopo questa breve esposizione dei fatti, sapete che oggi in Spagna, se volete consumare marijuana, basta bussare alla porta di un’associazione, dichiarare che si è fumatori abituali di cannabis, o che si è in possesso di ricetta medica che ne prevede l’uso, e farsi socio. Vengono quindi spiegati i diritti ed i doveri al nuovo socio, i fini dell’associazione, i prezzi e qualsiasi altra informazione significativa.
Una volta soci, vengono offerti i diversi tipi di marijuana disponibili tra cui poter scegliere ed i loro prezzi. Con l’apportazione economica di ogni socio, viene sostenuta l’associazione ed a sua volta il veicolo di rifornimento di marijuana dei soci stessi.
Alex Cogswell