Marijuana per i vecchi genitori

Dicono le statistiche che nei paesi sviluppati l’aspettativa di vita cresce e la popolazione invecchia. Accade così, è nell’esperienza più o meno diretta di tutti noi, che persone di mezza età si trovano a dover accudire anziani genitori. Tra i normali compiti da espletare se ne sta aggiungendo, per il momento negli USA, uno assolutamente inatteso e imprevisto: acquistare marijuana per loro.

Le proprietà curative della cannabis sono state evidenziate da molti studi e il suo uso medico è  consentito attualmente in 14 Stati e nel District of Columbia.

Essa è risultata infatti efficace nel ridurre dolori di vario tipo, soprattutto quelli legati a danni neurologici, gli spasmi nella sclerosi multipla e nel Parkinson, le vertigini e la nausea.

Secondo i dati del 2009 dell’agenzia federale Substance Abuse and Mental Health Services Administration, l’1% delle persone ultra 65enni ha fumato marijuana nel precedente anno e ci si aspetta che la percentuale possa crescere negli anni a venire, soprattutto quando invecchieranno le generazioni che ne avevano fatto un uso ricreazionale in gioventù.

E laddove l’uso non è lecito, i vecchi genitori ricorrono ai figli per farsi procurare la sostanza e talvolta per essere aiutati a preparare la “canna”. Accade anche che quando uno di questi vecchietti sprint riferisce al medico il tipo di “terapia” scelto, si sentano rivolgere la richiesta di procurare la sostanza ad altri vecchi pazienti.

La morale? Ce ne sono diverse.

La marijuana tanto demonizzata, ritenuta la porta verso l’abisso delle droghe pesanti, va riconsiderata in tutte le sue sfaccettature.

E il suo uso, che tuttora allarma i genitori e rappresenta un motivo di conflitto con i figli, contribuisce, in questi casi ancora limitati, a tenere unite le famiglie intorno a una canna fumata insieme o a un dolcetto alla marijuana gustato come dessert per lenire dolori e sofferenza.

Non è ironico tutto questo?