- Signora Fernandez, ci racconta come è iniziata la sua avventura nel mondo del gioiello?
- Qual è stato il primo gioiello che ha disegnato?
Una collana di corallo.
- Qual è stato finora il giorno più bello della sua carriera? Perché è così indimenticabile?
Nel 1991. Il giorno in cui sono stata invitata dal Principe Ranieri al Museo Oceanografico di Monaco ad esporre i miei gioielli per una mostra sul corallo, e in cui mi hanno comunicato che una mia creazione era stata scelta come simbolo della mostra per l’emissione di un francobollo commemorativo. Leggevo la lettera con mio marito Giorgio e non ci credevo: mi sembrava di sognare, di vivere in una favola.
- Qual è la creazione a cui è più legata? Ci racconta da cosa è nata e perchè la ama particolarmente?
Sono molto legata a tutti i gioielli, sono tutti parte di me. Sono il mio gioco: mi diverto, li smonto e rimonto mille volte fino a quando non ho trovato la loro perfetta fisionomia. Il mio preferito è una collana con un grosso ciottolo di corallo centrale, montato in oro con diamanti. Non me ne separo mai e ogni volta che lo indosso mi sembra sempre la prima. Ho anche un piccolo anello con una rosa di corallo che mi ha lasciato mia madre. Anche quello fa parte di me ed è stato il mio primo corallo.
- La definiscono “la Signora del Corallo”. Cosa l’ha spinta, la prima volta, a prediligerlo tra tutti gli altri materiali e cosa la spinge ancora adesso a metterlo sempre al centro della Sua ricerca estetica?
- Ha dichiarato che il corallo racchiude in sè 3 regni: vegetale, animale e minerale. E’ per questo che preferisce non distruggere mai i rami di corallo ma lasciarli nella sua forma naturale?
Il ramo è un disegno geometrico unico, è modellato dalla natura e concepito dal Signore, perché distruggere qualcosa di così perfetto?
- I suoi monili sono conosciuti e apprezzati in tutto il mondo, indossati da molte personalità dello spettacolo come Sabrina Ferilli, Katia Ricciarelli, Carla Fracci, Manuela Arcuri. Ha addirittura premiato con una propria creazione il premio Nobel Rita Levi Montalcini. C’è ancora qualcuno che vorrebbe ammirare con addosso una sua creazione?
Nessuno in particolare, i miei gioielli vanno indossati da donne di personalità, con carattere, piene di amore e femminilità. Se potessi viaggiare nel tempo vorrei farne uno per Evita Perón e Donna Franca Florio.
- Le tematiche da Lei scelte sono spesso legate alla tradizione mediterranea e al mito. Basti pensare alla sua collezione intitolata “il Regno delle Due Sicilie” o alla scelta dei colori accesi e forti che richiamano la Sicilia e la Spagna. Da cosa traerà l’ispirazione per la sua prossima collezione?
Segreto! Ma la Sicilia è una terra meravigliosa piena di ispirazione e anche di vulcani… Inutile fare
previsioni, quando l’ispirazione arriva è impossibile fermarla. Mi capita di scegliere un tema ma poi in corso d’opera cambio tutto e stravolgo le produzioni per cercare di dare libero sfogo al mio universo creativo. Le collezioni in sé potrebbero chiamarsi tutte con lo stesso nome, ma per un fattore lavorativo ritengo necessario distinguerle. La creatività alla base è la stessa, cambia il momento storico, per cui è giusto distinguerle tra loro con nomi, storie e significati diversi.- Il contatto con la gioielleria internazionale, visti i suoi numerosi viaggi, ha un’influsso importante all’interno del suo processo creativo, oppure cerca di rimanere sempre fedele ai capisaldi della tradizione mediterranea?
Il confronto è sempre utile, viaggiare ti apre la mente. Tutti noi artisti siamo molto gelosi delle nostre cose e ci riteniamo migliori dell’altro, questo ci aiuta ad evitare processi di contaminazioni.
- Quest’anno ha partecipato anche al MADEINMEDI presentando la collezione di gioielli e abbigliamento da spiaggia “La leggenda delle Lilliperle”, ricca di perle incastonate in oro bianco e diamanti di altissimo valore. Com’è stato entrare in contatto con i giovani designer dell’Accademia Euromediterranea?
La mia esperienza con l’Accademia Euromediterranea è sempre ottima. E’ una realtà meravigliosa, per fisionomia ed organizzazione. Sono felice che in Sicilia ci sia la possibilità di un confronto costruttivo che accorpi giovani e meno giovani.
- Sappiamo anche che ha realizzato dei quadri che ritraggono dei visi senza lineamenti, incorniciati da rami di corallo. Come mai questi visi non hanno espressione?
Cerco di dare ai volti di donne una proiezione personale in modo che chi osserva il quadro come in uno specchio possa riflettere sé stesso.
- E’ appena rientrata da Copenhagen per la Jewellery Fair che l’ha vista impegnata dal 25 al 28 agosto. Ci racconta com’è andata?
- Continuano i successi, nazionali e internazionali. Quali sono i suoi prossimi impegni?
A Settembre parteciperemo in sequenza al “MACEF Milano“, “Vicenzaoro Choice” e “Fashion Coterie New York“, poi seguirà il resto ma per ora meglio non pensarci…
- Infine, darebbe qualche consiglio a un giovane design che sta compiendo i primi passi nel settore del bijou? Cosa dovrebbe fare e cosa, invece, dovrebbe evitare?
Studiare tanto e dare sfogo alla creatività come quando si è bambini, senza smettere di credere nei sogni, cercando di essere attenti a non avere fretta e accettando i sacrifici. Non vorrei scadere nella banalità ma una ripassata alla favola di Cappuccetto rosso si può rivelare molto utile!