Happy birthday, Mrs. ActressHappy birthday to me
1 giugno 1926: nasce Norma Jeane Baker in arte Marilyn Monroe1 giugno 2012: esce nelle sale cinematografiche italiane Marilyn, film sull'omonima attrice statunitense diventata una delle icone mondiali più celebrate di tutti i tempi.
Quale miglior modo per festeggiare il suo 86esimo compleanno (se fosse ancora viva ovviamente)?
Innanzitutto bisogna premettere una cosa: i film biografici sono tra i più bastardi che ci siano in assoluto soprattutto quando si tratta di raccontare la vita di un'icona mondiale.A Leonardo DiCaprio avevano proposto anni addietro, agli inizi della sua fama, di interpretare James Dean. Ma lui, intelligentemente, rifiutò. Primo: pensava di non avere abbastanza esperienza per interpretare un ruolo del genere. Secondo: un mito è soprattutto un mito personale e quando uno ce l'ha difficilmente viene soddisfatto perché alla fine o ha fallito alla grande oppure poteva fare un passo in più.
Per quanto riguarda questo film direi che è più sulla seconda opzione e ve lo dico da amante di Marilyn, un personaggio all'apparenza svampito e stupido, ma in realtà intelligente, moderna (o meglio senza tempo), una dea dei giorni nostri, donna e al contempo bambina.Insomma, un personaggio non facile per le sue continue contraddizioni.Da vera diva sapeva essere eccessiva (uau, ho fatto la rima) e cosa succede? La si fa diventare una macchietta, una caricatura. Le imitatrici di Marilyn sono innumerevoli, quelle che cercano di assumere le sue pose, le sue movenze
Ti piacerebbe che fosse lei, eh?
Cosa succede però? Loro vedono solo il personaggio Marilyn Monroe, a loro non interessa la persona. Può andare bene se fai la sosia, ma se vuoi impersonarla in un film Suzie Kennedy (e meno male che non è la figlia segreta dell'attrice e uno dei due fratelli Kennedy) non puoi scimmiottarla in quel modo.Infatti il rischio maggiore per chi si avvicina all'attrice biondo platino è di voler fare la vamp.Sbagliato!!! Questo significa fermarsi al cliché, alla superficie.E in effetti Michelle Williams (l'attrice che impersona Marilyn Monroe) riesce ad essere naturale.
O almeno ci prova. Comunque ha trovato la maniera adatta per impersonarla.Ha studiato il personaggio e si vede, ha studiato le movenze nei suoi film e anche i piccoli dettagli che spesso vengono tralasciati, ma che fanno la differenza.
Il suo disperato bisogno di essere amata, di essere accettata come attrice seria e impegnata e non solo come l'ultima delle starlette che punta solo sulla bellezza. I suoi ritardi leggendari che dopo un po' ti fanno tenerezza e quell'insegnante che l'accompagna sempre, Paula Strasberg. Mio dio, dopo un po' mi ha fatto venire il nervoso.
Comunque My week with Marilyn (titolo originale e molto più adatto del solo Marilyn) è tratto dall'omonima autobiografia di Colin Clarke (qui interpretato da Eddie Redmayne) giovane sognatore che vuole lavorare nel mondo del cinema e si ritrova con star come Marilyn Monroe appunto, Laurence Olivier (Kenneth Branagh) e Vivien Leigh (Julia Ormond).In quella settimana scatta l'amore.
Si potrebbe pensare allora che Colin Clarke sia il co-protagonista maschile, ma così non succede perché lui più che altro è come un reporter, uno che sta diversi passi indietro, che raccoglie e registra testimonianze, che si relaziona con loro e qualche volta ne viene invischiato, ma alla fine resta sempre diversi passi indietro.
E' il 1956 Si sta girando il film Il principe e la ballerina e il protagonista maschile è Laurence Olivier.
I due attori si fronteggiano. Cercano di ottenere qualcosa dall'altro: lei vuole essere considerata una vera attrice e lui invece desidera essere rinnovato.
Ma non tutto va come previsto.
Kenneth Branagh (nominato all'Oscar così come Michelle Williams) interpreta Sir Laurence Olivier ed è strano che abbiano scelto lui che con Olivier ha diverse cose in comune per esempio la loro preparazione scespiriana. Oppure sembrava che lui fosse l'unico che potesse interpretarlo capace di provare insieme odio e ammirazione per la sua collega più giovane.
Ma in questo film si vanno a scontrare il mondo del teatro con quello del cinema, il classico contro la novità, la giovinezza contro la maturità.Tutto viene raccolto, tutto viene registrato.
Quindi questo film è da considerarsi perfetto? Ovviamente no. Diverse cose stridono e in primo luogo il doppiaggio; l'ho trovato irritante e fastidioso. Mi sembra che siano proprio i doppiatori soprattutto di Michelle Williams e di Kenneth Branagh ad avermi più seccato e sto parlando di Chiara Colizzi (voce di Nicole Kidman e Kate Winslet) e Luca Biagini (voce di John Malkovich), ma quest'ultimo solo quando interpreta il ruolo del principe.E' da considerarsi un fallimento? Ovviamente no. L'interpretazione della Monroe è riuscita e come spesso succede nei film della vera attrice è lei che cattura lo sguardo, è lei che possiede fascino e gli altri possono solo constatarlo.Anche se avrebbe potuto fare di più, ma questo è un giudizio che spesso si può vedere dopo. La sua difficoltà maggiore credo sia stato interpretare la sua parte oscura, il suo senso di abbandono e il disperato bisogno di essere amata come tutte le altre.Comunque devo dire che mi ha convinto e che sono uscita dalla sala soddisfatta.