Chi è Rocco Granata? Ce lo spiegano i belgi
Classica pellicola di formazione, Marina racconta adolescenza e iniziale successo di Rocco Granata, il neomelodico ideatore della canzone Marina.
Rocco ha il sogno di suonare la fisarmonica come suo padre (Salvatore), che ha deciso di abbandonare la musica e la Calabria per le miniere del Belgio. Due anni dopo Salvatore riesce a ottenere i visti per i suoi familiari e li riunisce in una baracca ai bordi della miniera. Il Belgio è ostile nei confronti degli stranieri, ma Rocco non ci metterà molto a padroneggiare il fiammingo e a farsi amare da una ragazza bionda.
Attori italiani e storia di un “terrone”. Marina ha tutto per apparire come un prodotto nostrano. Eppure il regista è fiammingo e i produttori sono i fratelli Dardenne. Non ci si stupisce che una pellicola di tale leggerezza e che ostenta la bravura di un cantante nato in Italia (in Calabria per la precisione) non sia una produzione italiana. Perché se lo sviluppo può ricordare (lontanamente) un serial televisivo di mamma Rai, l’approccio formativo, leggero e melodrammatico dell’opera appartiene a una diversa modalità di fare cinema. Difatti se dietro la macchina da presa si nasconde Stijn Coninx, a firmare assegni si materializzano i fratelli Dardenne, la coppia di registi che ha incantato una grossa fetta di pubblico con i propri film, che indagavano la fragilità dell’adolescenza e la bellezza agrodolce dei piccoli gesti. E non è un caso che la prima parte, nella quale Rocco è un giovanissimo emigrato in Belgio, giri alla perfezione, con i meccanismi giusti che alternano ironia e melodrammaticità. E, sottolineando la difficoltà di essere emigranti alla fine della Seconda Guerra Mondiale, Marina ha la capacità di emozionare. Diversamente nelle seconda parte Marina fatica più del previsto a non inciampare in cliché conosciuti e prestabiliti. Nonostante ciò grazie alle accorate interpretazioni degli attori protagonisti (Lo Cascio immenso, Matteo Simoni bravissimo) la pellicola si sorregge in modo convincente, finendo per emozionare fino alla lacrimuccia in chiusura di pellicola.
Marina olia gli ingranaggi giusti e restituisce allo spettatore un interessante spaccato degli anni cinquanta-sessanta e diviene parte integrante delle ambizioni, sogni e possibilità del giovane Granata, spesso raffreddati da un padre che con amorevole affetto (spesso frainteso) pensa più al futuro della famiglia piuttosto che agli interessi del figlio. Fisarmonica alla mano e parole in tasca, Marina è un “brillante” gesto di amore nei confronti del nostro paese. Ce lo meritiamo?
Uscita al cinema: 8 maggio 2014
Voto: ***