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E’ tutt’altro che chiusa la partita sulle "dimissioni" di Ignazio Marino che dopo aver parlato con i magistrati della faccenda degli scontrini si è come rianimato, tanto da cambiare strategia: "ritirare" le dimissioni, passare alla "verifica" cui dovrebbe seguire l’ennesimo "rimpasto".Una doccia fredda per il PdR (il Pd di Renzi), che pensava di esserselo già tolto dai... cabbasisi! D'altronde se il Sindaco di Roma non è indagato, allora il fatto del suo allontanamento non è per la faccenda degli scontrini, ma per una questione politica! Perciò va fatta una verifica sulla presunta rottura del rapporto di fiducia tra un Sindaco eletto col 64% dei voti e la cittadinanza. Marino ha dalla sua ancora molti elettori che lo sostengono. Un banco di prova potrebbe essere la manifestazione contro le sue dimissioni del prossimo 25 ottobre. Marino sembra deciso a non mollare e si sta preparando alla resa dei conti col “suo” Pd. Lo scenario politico, infatti, sarebbe ben diverso se Marino lasciasse il Campidoglio non per sua scelta, ma perchè sfiduciato dal consiglio comunale. A questo punto sarebbe lui a prenderebbe la parola. Un’eventualità che sta turbando i sonni del “premier senza voto” alacremente a lavoro per chiedere ai consiglieri Dem le dimissioni in massa. Insomma, più che il rapporto tra Marino e la città di Roma, quello che sembra per davvero essersi rotto è il patto tra un "sindaco col voto" eletto dai romani alla guida della Capitale e un "premier senza voto" mai eletto dagli italiani alla guida del Paese!