Il nostro articolo sui 10 elementi di discontinuità amministrativa che stanno condannando il sindaco a causa del "fuoco amico" di un PD romano che non vuole cambiare lo status quo di una città divorata da illegalità, clientele e corruzione ha avuto, diciamo così, qualche lettore più della media dei nostri altri articoli (eufemismo!). Le reazioni sono state tantissime e le lettere giunte in redazione molteplici, questa, benché a tratti ingenua e sempliciotta, sintetizza un po' molte di quelle che sono arrivate e abbiamo deciso di pubblicarla stasera sperando di chiudere così questa due giorni eccessivamente "politica", tornando fin da domattina a affrontare faccende più concrete.
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È vero, sono stata molto critica con questo sindaco. Lo sono stata per la frustrazione di non riuscire a vedere miglioramenti nella mia città.Una città stupenda, martoriata.Martoriata da immondizia, sporcizia, macchine in doppia fila e sulle strisce pedonali, periferie abbandonate a se stesse e pullulanti di cemento, servizi pubblici inesistenti e ospedali stracolmi di malati abbandonati. Una città che soffoca di traffico, dove la raccolta differenziata è inesistente. Dove la gente, perso ormai qualsiasi barlume di civiltà, sgomita e fa la furba per qualsiasi cosa; ti taglia la strada in automobile, passa col rosso e imbocca le strade contromano, sicura che nessun vigile si sognerà mai di fare una multa.Una città dove la gente ti pianta il gomito nello stomaco pur di salire sull’autobus prima di te, e una volta assicuratosi il posto, rimane aggrappata alla porte d’accesso, senza sognarsi di schiodare, cascasse il mondo, e formando un nucleo compatto e inespugnabile, una barriera che è impossibile oltrepassare, impedendo ai passeggeri di salire e scendere. Roma è così, è fatta di gente che lascia il fuoristrada sullo scivolo per i disabili per andare a prendere il caffè, che ti blocca la macchina parcheggiando in doppia fila per comprare le sigarette e ti manda affanculo se osi protestare. E i vigili? I vigili se ne infischiano. Se li chiami non ti rispondono, se ti rispondono non intervengono. Perché i vigili a Roma sono spariti.A Roma i commercianti sorridono beati di fronte al caos che le macchine e i motorini formano sulle vie dei loro negozi, convinti che questo porterà loro più clienti, più affari, più soldi.Poi ci sono i tassisti, che spadroneggiano, sfrecciando a 100 all’ora sulle strade urbane, senza rispetto alcuno per le norme del codice della strada. I tassisti a Roma non li puoi nemmeno nominare. Sono compatti, aggressivi, e appena qualcuno prova a toccare la loro casta, si organizzano immediatamente inscenando agguerrite proteste che bloccano la città e riportano tutto al punto di partenza.
Roma è una città dove gli autisti dell’ATAC parlano al cellulare mentre guidano come pazzi, mettendo in pericolo la stabilità di chiunque abbia una deambulazione precaria, e le cui frenate brusche e improvvise farebbero cadere a terra anche un atleta (una volta ne ho visto uno che mentre era in servizio fumava una sigaretta). Gli autisti dell’ATAC partono dal capolinea a proprio piacimento, saltano le fermate, prendono a parolacce chiunque provi a chiedere spiegazioni o a protestare, passano col rosso e spesso guidano in stato confusionale. Il risultato è che gli autobus non sono mai in orario, e quando arrivano, stracolmi di passeggeri stipati come sardine, sono lo spettacolo vivente della disorganizzazione e dell’inefficienza. Maleodoranti e soffocanti d’estate, quando l’aria condizionata è una chimera, e gelidi d’inverno, quando i riscaldamenti non funzionano. Quella poi che chiamiamo metropolitana, ma che in realtà copre una superficie ridicola del territorio cittadino, si blocca a giorni alterni per non meglio identificati problemi tecnici, e nessuno si sogna mai di fare annunci che diano istruzioni ai passeggeri.
Per non parlare della pioggia, che allaga la città ad ogni occasione, specie da quando le cosiddette “bombe d’acqua” sono all’ordine del giorno, perché i tombini sono otturati, e le fogne obsolete necessitano di manutenzione. Ma i soldi non ci sono.
In questa città nessun controllo è possibile. Tutto procede caoticamente nella beatitudine dei romani in uno scenario di incredibile abbandono.
A Roma la gente esce di casa col coltello tra i denti, pronta a sbranare chiunque provi a mettere in discussione i propri piccoli interessi, e a difendere con le unghie il proprio diritto a non rispettare nessuna regola, ma capace di additare come incivile il primo immigrato che incontra, e di etichettare come delinquente il rom, il nordafricano o il rumeno che per disperazione o fame commette una piccola irregolarità.Sorda a qualsiasi norma di buona condotta che abbia a che fare col vivere civile pur di di far valere i propri piccoli privilegi, la gente a Roma manifesta contro i più deboli e li considera il male supremo della società.Perché questa è una città dove chi gode delle dovute tutele clientelari sa fare la voce grossa per difendere il proprio orticello; questa è una città dove gli intrecci sotterranei tra politica, lobby e categorie di intoccabili vanno a braccetto e si difendono a vicenda. Potrei proseguire per ore sfogando la rabbia e il dolore per il disfacimento e il degrado a cui assisto ogni giorno. Io Roma la amo e non posso sopportare di vederla ridotta come è ridotta. E allora? Me la prendo con il sindaco.
Un sindaco deve provvedere a risolvere questi problemi, non è accettabile che non lo faccia. Ho maledetto il neofascista salito al Campidoglio prima di Marino, principale responsabile di questi disastri, e ho esultato e gioito della vittoria di Marino: piena di speranza ho pensato che le cose sarebbero finalmente cambiate. Ma niente riesce a cambiare, tutto sembra cristallizzato e immobile.
Eppure qualcosa sta andando meglio, perché il centro storico è (quasi) pedonale, e il sindaco ha preso coraggiosamente posizione per i diritti civili, ha parlato e agito in nome della solidarietà e dell’accoglienza verso gli immigrati, ha chiuso Malagrotta, sostituito il capo dei vigili urbani, e proposto una sperimentazione coraggiosa sugli autobus (che non è stata attuata).Ma in tutto questo arranca, e per il resto non ce la fa. Allora pensi che sia un incapace, uno che non sa fare il suo mestiere, e inizi a cercare informazioni che confermino il tuo disappunto, vuoi saperne di più. È allora che scopri che c’è dell’altro.
Proprio quando Marino viene messo sotto attacco, quando tutti lo criticano e ne invocano le dimissioni, invece di sentire finalmente rappresentata la tua rabbia e unirti alla scia giustizialista contro di lui, ti accorgi che qualcosa stona e non ce la fai a unirti al coro e dargli addosso.Leggi i giornali e hai l’impressione che vogliano farti credere che le periferie le abbia inventate lui, che gli immigrati li abbia partoriti lui, e che perfino la pioggia su Roma sia una sua invenzione. Ti accorgi che mai come ora i media affrontano in modo quasi martellante il problema della capitale e delle sue inefficienze. Ovunque, tutti chiedono la testa del sindaco, a destra come a sinistra.
Nelle periferie e poi anche al centro si organizzano manifestazioni contro di lui, capeggiate dai fascisti. Poi spunta il giallo della Panda e delle multe non pagate, la questione della ZTL violata e dei mancati permessi.Giornali che come Repubblica, il Messaggero, Panorama, scrivono articoli di fuoco costruiti ad arte intorno a dettagli inconsistenti, usando sempre la forma ipotetica però, dal che capisci che nessuna delle accuse è ancora confermata, che tutto è solo ipotetico. Inizi allora a cercare notizie su siti meno ufficiali e schierati, e inizi a vederci un po’ più chiaro.
Capisci che molte delle accuse sono infondate, costruite ad arte per screditare il sindaco marziano, tanto che l’antipatia che avevi provato lentamente si trasforma in simpatia, perché gli attacchi frontali che gli sferrano sanno di ipocrisia, non sono convincenti.Maltrattato da tutti e abbandonato dal suo partito, quelle che stanno attribuendo al primo cittadino sono colpe non sue: anche uno sciocco lo capirebbe.Marino è diventato il capro espiatorio di tutti i guai di Roma. Il PD romano non tollera la sua libertà e non vede l’ora di sostituire lui e tutta la giunta, accaparrandosi le poltrone su cui sistemare assessori allineati e compiacenti; alla destra non sembra vero poter cavalcare l’onda e approfittarne per chiederne la testa, e il caso delle multe della Panda è stato costruito ad arte con argomenti qualunquisti che fanno presa con successo sui tra i romani. Perché i romani non si informano, e sono capaci di infiammarsi contro un sindaco che non ha pagato una multa, ma non sanno muovere un dito verso ingiustizie e scandali ben più gravi.
Quale indignazione hanno mostrato i romani verso Alemanno, quando è stata diffusa la notizia delle assunzioni clientelari all’ATAC? E quando il sindaco neofascista ha sperperato le già malridotte risorse della città, allargando irrimediabilmente il buco di bilancio?La parentopoli alemanniana non ha indignato i romani tanto quanto la Panda di Marino. E tutti a urlare contro di lui.
Poi leggi che i palazzinari romani sono rimasti a bocca asciutta da quando c’è lui, che l’AMA boicotta il suo piano di raccolta differenziata perché non ha digerito la chiusura di Malagrotta, che i vertici dell’ATAC fanno quadrato contro i tentativi di riformare un’azienda corrotta e deteriorata, che persino Zingaretti nega i fondi regionali che tanto sarebbero utili per migliorare i servizi cittadini. Le lobby dei commercianti e dei tassisti ce l’hanno con lui perché non vogliono rischiare di perdere neanche un briciolo dei loro privilegi, i vigili urbani si sono ribellati quando lui ha cambiato i vertici e deciso la rotazione; e il PD, invischiato evidentemente con i cosiddetti poteri forti, vuole farlo fuori e sostituirlo con un fedelissimo. Di fronte a questi fatti rimani sconcertata, ma capisci una cosa molto triste: capisci che Roma è mafiosa. E che Marino sta cercando disperatamente di combattere questo mostro. Probabilmente non ce la farà, perché è solo. Ma, a questo punto, inizi a sperare.
E speri che una volta tanto un uomo onesto ce la possa fare, e che i tuoi concittadini si rendano conto che nel loro stesso interesse Marino andrebbe difeso e non attaccato, perché se vogliamo una città migliore, non possiamo permettere che chi la vuole cambiare alla radice venga diffamato, screditato, e infine eliminato.
In tutto questo vorrei dire a Marino: resisti, diventa il sindaco del cambiamento, il sindaco dei romani stanchi di abusi e soprusi, e se i poteri forti e le lobby non ti vogliono, tanto meglio: ti vogliamo noi. Noi romani assetati di legalità, senso civico e solidarietà. Noi romani stanchi di giochi di potere loschi e sotterranei, favoritismi e discriminazioni. Per questo dico, Marino non cedere, Marino resisti.
Giulia Loguercio