La Chiesa del Santo Volto, di Mario Botta, nasce in un'area di insediamenti industriali dismessi
e viene inaugurata nel dicembre 2006, poco più di due anni dopo la posa della prima pietra avvenuta simbolicamente il 24 giugno, festa di san Giovanni patrono della città di Torino.
Posta all'intersezione di più strade di grande traffico, non ha per niente l'aspetto di una chiesa ma è come un grosso agglomerato di torri riunite intorno ad un nucleo centrale. Tutto l'edificio è in laterizio rosso solcato da sottili strisce orizzontali in marmo rosso di Verona
Botta, secondo le sue stesse parole, ha voluto richiamare l’immagine di un ingranaggio in omaggio alla memoria industriale del sito, omaggio sottolineato anche dalla vecchia ciminera, elevata alla dignità di simbolo religioso. Un tempo utilizzata per espellere i fumi dell’altoforno delle acciaierie Fiat, oggi non soltanto ha mantenuto la funzione di scarico e presa d'aria per le centrali di condizionamento, ma è diventata un campanile di grande suggestione, merito delle campane poste ai suoi piedi e soprattutto della spirale di lame in acciaio che la avvolgono come una immensa corona di spine.
L’ingranaggio di Mario Botta è fatto di sette torri alte più di trenta metri e chiuse da lucernari inclinati a quarantacinque gradi. Sette sono anche le cappelle laterali della chiesa costruite intorno alle torri, come sette sono le travi ribassate, disposte a forma di stella, che costituiscono la struttura di sostegno della sala congressi sotterranea. Sette come i giorni della settimana, sette come i sacramenti. L'interno è sobrio e luminosissimo. Un corridoio in leggera pendenza porta verso l’abside e lo sguardo viene inevitabilmente attirato verso l’immagine dell'Uomo della Sindone, unica decorazione in tutta la chiesa al cui proposito Botta dirà ho preso l'immagine in negativo del volto impresso sul lino e l'ho trasformata in pixel.
Le acquasantiere sono due semplici semisfere in marmo bianco inserite dentro due colonne in rosso di Verona,
i banchi in acero chiaro dalla linea squadrata, come fossero fatti col Lego, sono disposti a raggera;
Volumi rigorosi in cui niente appare di troppo e l'unica concessione alla decorazione, se vogliamo chiamarla così, è data dalla scelta di materiali di pregio. Durante il giorno la luce naturale arriva dagli altissimi lucernari in cima alle torri e sulle cappelle laterali mentre di notte è la chiesa, illuminata dall'interno, ad irradiare raggi luminosi grazie ad una miriade di formelle in vetrocemento incassate nelle torri e che, in corrispondenza del'abside, formano una gigantesca croce