Su Farapoesia un mio "ritrattino" scritto da Mario Fresa, che ringrazio molto:
Si sarebbe tentati di parlare, a proposito della poesia di Giacomo Cerrai, di una costante calma inquietudine; o anche, meglio, di un sofferto rigore: perché la guerra interna che muove le dense e tese immagini della sua scrittura ondeggia, senza sosta alcuna, tra il desiderio di un abbandono inconsapevole, «fanciullesco», alla selva dei misteri quotidiani e la pervicace volontà di sfuggire alla febbre dell’interrogazione e dell’analisi di quei segreti, consegnandosi a una vigile e scientifica impassibilità emotiva, il cui proposito è il raggiungimento di un’assoluta, liberatoria atarassia. In ogni caso, il pensiero dominante che invade con insistente ossessione (...)
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