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Mario Golf: World Tour – Recensione

Da Videogiochi @ZGiochi
Recensione del 24/04/2014

Cover Mario Golf World Tour

3DS Pegi 3 TESTATO SU
3DS

Genere:

Sviluppatore:

Produttore: Nintendo

Distributore: Nintendo

Lingua: Italiano

Giocatori: 4

Data di uscita: 02/05/2014

VISITA LA SCHEDA DI Mario Golf World Tour

Pro-1Un nuovo Mario Golf dopo 10 anni, ora anche online Contro-1La modalità Club Castello poteva offrire qualcosina in più

Pro-2Poche aggiunte, ma la formula di gioco svolge ancora decorosamente il suo compito Contro-2Il circuito sottomarino è a tratti ingiocabile, e il design è generale dei percorsi speciali è piuttosto scialbo

Pro-3Prezzo di listino ridotto, ma solo perché... Contro-3... DLC al day one? Nintendo mi casca sul birdie...

Pur manifestando alcune preoccupazioni riguardo le recenti politiche ultra-conservatrici di Nintendo, regredita all’ABC con le sue IP di spicco nel tentativo di rimediare al flop sul versante hardware, le nostre prime impressioni sul nuovo Mario Golf: World Tour sono state piuttosto positive: se da un lato infatti abbiamo tra le mani un format rimasto pressoché invariato da 10 anni a questa parte, le novità introdotte e la buona longevità lasciano comunque intendere l’impegno dietro l’ultima opera di Camelot, risultando un titolo decisamente più completo, longevo e appagante rispetto al cugino tennista, e le ulteriori ore di gioco trascorse in questi giorni ne hanno dato conferma. Tempo di rispolverare i ferri (e i legni) del mestiere? Scopritelo nella nostra recensione.

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CONQUISTARE IL MONDO: CORSO PRATICO IN 18 BUCHE

Finora tendenti ad escludersi a vicenda, in un singolo pacchetto Mario Golf: World Tour racchiude entrambe le anime del brand a cui siamo abituati, facilmente identificabili con le due voci del menù principale, Mario Golf per l’appunto, in linea con gli standard delle versioni N64 e GC, caratterizzata da un’infrastruttura prettamente arcade, e Club Castello, che richiama i capitoli portatili, presentando una “campagna” dai canoni simil-GDR; virgolette d’obbligo, poiché definirla come una sorta di modalità storia è alquanto erroneo, in quanto, assenza totale di trama o dialoghi significativi a parte, il concept ricorda essenzialmente quello di una palestra, un tutorial su larga scala per permettere ai golfisti in erba di prendere confidenza con le meccaniche e crearsi uno stile di gioco alterando le caratteristiche del proprio Mii, protagonista indiscusso in questo immenso resort a tema. Il titolo si prende ampio respiro per introdurre concetti chiave, tecniche avanzate e dispensare trucchi e consigli, ovviamente in un ambiente allegro e spensierato, complesso nel dettaglio ma tutt’altro che criptico, tipicamente Nintendo, e senza prendere sottogamba lo spessore dello sport di riferimento, ma anzi avvicinandosi quasi ai livelli di un vero simulatore. Cionostante, per quanto la parte pedagogica costituisca una discreta porzione dell’esperienza, questa appare rivolta ai soli principianti, i giocatori esperti potranno saltarla senza rimorsi e avviarsi verso il tee; cos’ha dunque da offrire Club Golf una volta plasmate al 100% le proprie abilità? Nulla, o quasi: si effettua un giro di prova sul primo circuito, si vincono i tre tornei disponibili (neanche troppo difficilmente, bastano una manciata di birdie per portarsi in testa), e bum, fine della carriera, Mario è felice per te, sipario, titoli di coda. Chiaro, un novizio non può sperare di trionfare al primo colpo, e se il sottoscritto ben ricorda quel che fu Toadstool Tour, ci vollero giorni interi per carpire appieno ogni dinamica, figuriamoci farsi valere in gara, il ché potrebbe giustificare la presenza di appena tre campionati, se non fosse che chiunque in possesso di un minimo di manualità risulti penalizzato da questa soluzione poco felice, e le sfide extra non rappresentano certo un passatempo valido (sebbene portarle a termine sia tutt’altro paio di maniche).

D’altro canto, riteniamo che il principale elemento d’interesse in questa modalità non sia il gameplay in sé, bensì i Mii, o meglio il Mii che impersoneremo, che potrà essere utilizzato non solo in ogni istanza del gioco, ma anche online, e pertanto l’implementazione di un buon sistema di personalizzazione era d’obbligo. L’equipaggiamento e il vestiario del nostro alter ego, acquistabili nel negozio di Toad una volta sbloccati o ottenuti come ricompensa a seguito di alcuni achievement, comprendono numerosi set ispirati agli abitanti del Regno dei Funghi, e ognuno va a modificarne moderatamente i tratti. Fondamentalmente i parametri da tenere d’occhio sono tre: la potenza dello swing, misurata in yard (o metri se non siete pratici con l’unità di misura classica), il controllo, che indica la velocità con cui si sposterà la barra di caricamento (un valore alto ne rallenterà l’oscillazione, permettendo di colpire con maggior precisione l’intervallo selezionato), e lo Sweet Spot, una percentuale più o meno grande dell’area conclusiva della barra di caricamento; maggiore l’indicatore sarà vicino alla parte centrale al momento dell’interruzione manuale (o casuale in caso si opti per la modalità automatica), maggiore la forza e la traiettoria del tiro saranno vicine a quelle effettive, viceversa la pallina non andrà lontano, e sarà fortemente influenzata dal vento, ma in questo modo è possibile imprimergli movenze particolari per aggirare ostacoli o approcciare il green da angolazioni differenti (mai saputa sfruttare questa feature, troppo random e rischiosa, ma la CPU sa farlo, eccome… NdR). In genere i golfisti che puntano a coprire lunghe distanze con un colpo solo non vantano una buona destrezza, e al contrario i “registi” compensano la loro carenza di muscoli con tiri chirurgici, è difficile scampare a questa regola, anche il cast di World Tour non fa eccezione, tuttavia rovistando per bene nel guardaroba del Mii è possibile davvero fare miracoli: i menù sono intuitivi, la navigazione immediata, customizzare le performance è questione di un attimo, e considerata la mole di oggetti a disposizione c’è materiale a sufficienza per sviluppare con brio un giocatore stiloso ed efficiente, più o meno…

9 BUCHE PER ME… NON BASTANOOO!!!

Riservata ai golfisti provetti in cerca di sfide o un po’ di sano agonismo, la modalità Mario Golf è il fiore all’occhiello del titolo Camelot. Qui ritroviamo tutte le attività apprezzate nei capitoli per home console, ma alcuni ambiti appaiono ridimensionati rispetto alle loro controparti. Allenamenti intensivi per migliorare il proprio record su un certo percorso o affrontarlo sulla base di regole o condizioni particolari, gare all’ultima buca, speed golf, anelli, monete, slot machine, persino power-up à la Mario Kart, ci sono dozzine di varianti sul tema con cui sbizzarrirsi, tuttavia in un’ottica squisitamente single player la mancata possibilità di poter giocare liberamente contro la CPU (o ancora impersonare più personaggi contemporaneamente, o ricorrere al classico “passamano” come in Advance Wars, Wario Ware e lo stesso Mario Golf) mina una rigiocabilità altrimenti illimitata, costringendo a sessioni in solitaria o alla ricerca di avversari umani; vero, l’online al momento dell’uscita nei negozi metterà una bella pezza a questa lacuna, ma dubitiamo che chiunque sia propenso all’idea di connettersi ogni qual volta desideri misurarsi con qualcuno, inoltre, nonostante la natura riflessiva del gameplay, Mario Golf si presta splendidamente ad un concept portatile, garantire spessore ed elasticità anche a chi gironzola spesso con la propria console in tasca, o più semplicemente non è in vena di aspettare comodi e lag altrui, sarebbe stata una mossa intelligente, e sappiamo bene che il 3DS può questo ed altro. Ad ogni modo, il canovaccio di base è comunque abbastanza sostanzioso, a cui aggiungere le Sfide, prove studiate appositamente per ogni circuito in modo da conoscere a fondo caratteristiche del terreno e strumenti a disposizione, in più completandone una buona parte si avrà accesso ai quattro personaggi segreti e le versioni Stella del roster iniziale, oltre ad ulteriori accessori per il Mii.

La carne al fuoco per ore di divertimento sembra esserci insomma, ma i campi da golf, fulcro dell’esperienza, come si presentano? In tutto ne abbiamo nove (escludendo lo Sky Island Course, limitato alla sola Birdie Challenge), tre dal look semi-realistico, localizzati in ambienti naturali e verosimili, mentre i restanti sei attingono allo sconfinato Regno dei Funghi, proponendo scenari iconici (e stereotipati) come il castello di Peach, la giungla di Donkey Kong e il castello di Bowser, ognuno contraddistinto da feature uniche. I primi, introdotti in Club Castello, sono l’ideale per i principianti, merito del design semplice, accessibile e variegato, ma proprio per queste qualità non saranno certo disdegnati dagli esperti; le distese pianeggianti e gli ampi green del percorso boschivo, gli specchi d’acqua e le forti correnti di vento di quello costiero, e i dislivelli irti di rocce e crepacci di quello montano, ogni buca offre una specifica avversità in un contesto che si rinnova costantemente ad ogni istanza e si apre facilmente a molti approcci, consentendo di variare senza restrizione stile di gioco a seconda del personaggio o della tattica in uso. Sul versante opposto abbiamo i circuiti speciali, curiosi nell’impostazione, simile a quella standard, con l’aggiunta però di pedane turbo, condotti, barili, bob-ombe e amenità assortite, alcuni convincenti, altri purtroppo meno: forse siamo troppo pretenziosi, ma salvo alcuni stage l’impressione generale è quella di un design svogliato e monocorde, che non osa andare oltre una manciata di tile riciclati a oltranza, e che manca di quel carisma e quello stile che caratterizzavano Mario Golf 64 e Toadstool Tour, e possiamo assicurarvi che non è la nostalgia a parlare per noi; avevamo accennato poi al fatto che comprendono solo 9 buche, invece delle canoniche 18? Tra l’altro giusto qualche giorno fa Nintendo ha annunciato i tre DLC (il primo disponibile sullo store a partire dal day one), che aggiungeranno ciascuno un golfista esclusivo (più l’indomito Gold Mario) e due nuovi percorsi, ovviamente da 18 buche, e già dagli screen rilasciati ci sembrano decisamente più promettenti. Coincidenza?

UNA SBRATTA DI VERDE E IL GIOCO È FATTO

Avendo provato il titolo in anteprima, non abbiamo avuto modo di testare la componente multiplayer, in quanto i server sono ancora chiusi e non è stato implementato il download play (soluzione alquanto discutibile a nostro dire). Dai comunicati stampa è emerso comunque che Mario Golf: World Tour farà uso di un’infrastruttura online analoga a quella di Mario Kart 7, chiamata per l’appunto World Tour. Gli utenti potranno unirsi alle lobby di giocatori da tutto il mondo, o crearne una propria, pubblica o riservata agli amici, e selezionare tra un vasto assortimento di regole aggiuntive, come eliminare i tiri speciali, impostare il numero e la successione delle buche, la distanza dalla bandiera, persino il golfista unico da utilizzare, o organizzare competizioni a mo’ di torneo; non solo, sarà possibile caricare i propri punteggi sulla leaderboard globale e darsi battaglia per la prima posizione, una mole di contenuti non indifferente (senza dimenticare il multi in locale), che meriterebbe in futuro un approfondimento riguardo aspetti come l’interazione, la gestione e la stabilità dei server, che per ora rimandiamo.

Dal punto di vista tecnico, i colori vivaci e il tratto minimale sono i dogmi di casa Nintendo, un motore grafico gradevole alla vista, pulito, tuttavia questa volta la cura per il dettaglio appare minore rispetto ad altre produzioni dell’idraulico: l’uso di tinte particolarmente accese sembra voler nascondere la scarsa risoluzione del manto erboso, quasi una texture priva di consistenza, gli effetti speciali e l’illuminazione statica lasciano a desiderare, l’aliasing anche con il 3D disattivo è evidente e la fisica della pallina non ci ha convinto appieno, soprattutto in fase di putting; addirittura il frame rate, caposaldo delle produzioni di casa N, crolla drasticamente in alcune circostanze, vittima la Laguna del Pesce Smack, un trauma da giocare (forse a causa del background più corposo). Intendiamoci, complessivamente il lavoro svolto dai grafici non è affatto male, ma siamo lontani dagli standard a cui ci ha abituato la casa madre, e certo non rende giustizia alle potenzialità della console. Nulla da dire sul comparto audio, la colonna sonora si adagia sui canoni sportivi del brand, orecchiabile ma non esattamente memorabile, mentre il commento audio in italiano e le intramontabili voci del cast funzionano e si lasciano ascoltare. Mario ne è compiaciuto.

Mario Golf: World Tour – Recensione IN CONCLUSIONE
Un ritorno sul palco riuscito solo a metà, Mario Golf: World Tour cerca di proiettare la saga verso il futuro, traghettando lo storico gameplay sulle sponde del gaming online, ma senza apportare grandi cambiamenti nel processo. Il proposito di per sé è buono, la formula ordita da Camelot anni fa ancora funziona egregiamente, non ha bisogno di aggiunte, tantomeno ritocchi, peccato che la software house nipponica e Nintendo siano cadute in una rete di sviste madornali e soluzioni di marketing che onestamente non ci saremmo aspettati dallo stendardo dello "user-friendly". Ok, la faccenda del Season Pass si può sorvolare per via del prezzo budget, ma allo stesso modo non possiamo giustificare le lacune tecniche e una mole di contenuti solo apparente, tanto effimera quanto triste per chi si aspettava ore e ore passate sui campi da golf: campagna in single-player dalla longevità risibile, percorsi speciali piatti e brevi, niente più amichevoli contro la CPU, un vero peccato. Ciononostante, Mario Golf: World Tour è un titolo valido, che soddisferà gli amanti del brand, soprattutto se particolarmente attivi online, feature chiave di questo nuovo capitolo, e ansiosi di scendere nuovamente sul green dopo dieci anni. E ora spero rilascino un patch per sistemare gli acciacchi della Laguna, non riesco a guardarla... ZVOTO 7.5
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