Si chiamava Mariuccio, in verità, e di cognome faceva Bonavolontà. Eh sì, Bonavolontà, perché Mario era figlio del grande compositore napoletano Giuseppe Bonavontà, autore delle celebri canzoni 'E stelle 'e Napule - scritta su testo di Michele Galdieri (ricordate Munasterio 'e Santa Chiara, bene, l'autore delle parole è Galdieri)- e l'altra, che mise in musica le parole di Tito Manlio, dal titolo 'O mese d' 'e rrose.
Mario Riva cadde, mettendo un piede, in fallo dalla passerella del palcoscenico dell'arena di Verona, mentre sovrintendeva le prove per la sua trasmissione, che da qualche anno riscuoteva uno dei più grandi successi mai riscontrati in programmi televisivi, Il Musichiere; c'era una botola aperta e non la vide, rovinò da un'altezza di cinque sei metri.
Era il 21 agosto dell'anno 1960. Fu ricoverato in ospedale, dove gli riscontrarono fratture gravi e e lesioni interne ancora più gravi; i medici fecero di tutto per salvargli la vita, mentre tutti gli italiani restavano attaccati ai notiziari, che radio e televisione davano di continuo; ma non ci fu niente da fare, ché sopravvennero, come quasi sempre accade in questi casi, complicazioni ai polmoni e al cuore. Mario Riva aveva una forte tempra, ma, ciò nonostante, non resistette a lungo. Dopo una decina di giorni morì, era appunto il 1° di settembre 1960.
Lo ricordano quelli della mia età per il grande successo che riportò - in una televisione in bianco e nero - con quel suo programma musicale che si chiamava, come ho detto più sopra, Il Musichiere, dove due concorrenti, seduti in pizzo in pizzo ad una sedia a dondolo, per essere pronti a scattare, dovevano indovinare nel più breve tempo possibile il motivo suonato dall'orchestra in studio, diretta dal maestro. Una breve corsa e i concorrenti dovevano suonare una campana e dare il titolo della canzone. A volte indovinavano ascoltando sole due/tre note. E c'erano concorrenti davvero molto in gamba. Colui che vinceva la serata, tornava la settimana successiva, a confrontarsi con altri concorrenti; fino a che non veniva eliminato da un altro più bravo di lui.
Con Mario Riva se ne andò uno degli uomini di spettacolo più amati dagli italiani. Era un animo buono dentro un corpo alquanto robusto, una bella pancia, diciamo, e un viso paffuto che ti guardava con i suoi occhi non proprio allineati. E qualcuno glielo diceva, per scherzare, o (il malvagio) per rilevargli uno dei pochi difetti che riusciva a trovargli: ma con quegli occhi storti che hai... E lui, col sorriso sulle labbra e l'arguzia nel cuore, non facendo distinzione tra i due, rispondeva che il suo era uno strabismo di venere, ma che te credi!
Ricordo che, allora, io ragazzo di vent'anni o poco più, pochi mesi prima che lui cadesse, avevo fatto presso la Rai una delle tante selezioni per partecipare come concorrente al Musichiere.
La prova, davanti a due esaminatori, andò bene, anzi benissimo, ché ero un profondo conoscitore di canzoni, di autori e di tutte le formazioni musicali che allora si alternavano nelle varie ore della giornata in diretta alla Rai. In diretta, sì, perché ogni trasmissione a quei tempi andava in diretta; ricordo che si esibivano, ognuno per mezz'ora, con i propri cantanti, il maestro Cinico Angelini, Armando Fragna, Francesco Ferrari, Pippo Barzizza; e conoscevo tutte le sigle dei vari complessi, e i cantanti che facevano parte dell'orchestra. Tornai a casa, quindi, con la speranza di essere chiamato quanto prima, anche perché mi fecero capire che dovevo stare in campana ché avrebbero potuto telefonarmi in qualsiasi momento. Ma venne la disgrazia, e sfumò la vita di Mario Riva; e sfumò il mio sogno di ragazzo appassionato di musica
Era una trasmissione che veniva seguita da milioni di telespettatori, in quelle prime serate di fine anni cinquanta che vedevano ospite, tra una gara e l'altra, gente di cinema e di teatro, di circo e di sport, attori americani, campioni di ciclismo, cantanti italiani e stranieri. Ancora oggi c'è chi, come me, non ha mai dimenticato la sigla della trasmissione, che Mario cantava con quella voce che tutto era fuorché la voce di un cantante, ma sgorgava dal cuore. Con la mano tesa verso gli spettatori, Mario Riva donava la canzone e, con essa, quei quattro soldi di felicità a tutti i presenti in studio e agli spettatori davanti allo schermo nelle case. Mentre alle sue spalle, indimenticabile anche lui, il maestro Gorni Kramer, coi suoi baffetti che gli coprivano un perenne sorriso, lo accompagnava nei suoi viaggi musicali.
Domenica è sempre domenica,
si sveglia la città con le campane.
AI primo din-don del Gianicolo
Sant'Angelo risponde din-don-dan.
Domenica è sempre domenica
e ognuno appena si risveglierà
felice sarà e spenderà
sti quattro soldi de felicità.
Lo accompagnavano sulla barca piena di allegria e buonumore, oltre ai concorrenti e al maestro Gorni Kramer, due signorine di buona famiglia: Lorella de Luca e Alessandra Panaro, che furono le prime vallette successivamente approdate al grande schermo per tanti film di successo. I due cantanti ufficiali della trasmissione erano una dolce ragazza, che si chiamava Nuccia Bongiovanni, e un giovane di belle speranze dalla voce calda e vellutata, Paolo Bacilieri.
Quanti film ha girato, più di 50, il buon Mario, e con tutti i migliori registi italiani. Aveva fatto coppia, ma una di quelle inseparabili per quei tempi, con il suo grande amico fraterno Riccardo Billi; Mario Romano romanaccio, Riccardo Toscano toscanaccio, di Siena. Talmente bravi tutt'e due che non si sapeva chi fosse il comico base e chi la spalla (come si definiva il supporto indispensabile per gli sketch che proponevano due attori in coppia).
Per parlare di questo stupendo personaggio, su cui ci sarebbe molto da dire, ci vorrebbe spazio e tempo. Ma il mio intento è solo quello di far ricordare, a quelli che lo hanno conosciuto, che era un uomo buono e generoso che sprizzava allegria da tutti i pori; ai giovani, che non ne sanno niente, di destare la loro curiosità.
Andate a conoscerlo coi mezzi che la tecnologia moderna oggi pone a disposizione, internet e Youtube, soprattutto; troverete sketch, canzoni, interviste, fotografie, filmati, monologhi e duetti col suo grande amico Riccardo Billi.
Marcello De Santis