"Un uomo può vivere solo, solissimo; ma quando sa che intorno, invisibili, gli uomini e i luoghi gli sono amici, o almeno familiari. E quando gode la compagnia di qualche forte pensiero", così scriveva Mario Soldati in America primo amore, uno dei suoi libri più celebri, pubblicato la prima volta nel 1935.
In questo testo lo scrittore descrisse le sensazioni provate negli Stati Uniti, un'esperienza di viaggio e di vita fondamentale che ricordò sempre con profondo affetto
anche se rappresentò una forte delusione personale; era partito per gli Stati Uniti nel 1929, aveva vinto una borsa di studio della Columbia University e coltivava il progetto di diventare cittadino americano per vivere definitivamente in America. Anni dopo, nel 1979, ricordò il periodo americano con queste parole: "New York: la città dove ero stato, dove ero fuggito dall'Italia, l'Italia di allora! Quando ancora ero quasi adolescente; dove avevo vissuto lungo tempo con la speranza di diventare cittadino americano; infine ne ero partito sconfitto per non tornarci più". Il soggiorno negli Stati Uniti terminò infatti nel 1931 dopo essere venuto a contatto con una realtà che si distanziava molto dai sogni (ricordiamo che erano gli anni della forte crisi economica dopo il crollo della borsa del 1929); le tante impressioni raccolte durante questo suo lungo soggiorno confluiscono in America primo amore, racconto autobiografico di un viaggio e di un amore (al riguardo ha anche scritto " il primo amore e il primo viaggio son malattie che si somigliano")."L'America non è soltanto una parte del mondo. L'America è uno stato d'animo, una passione. E qualunque europeo può, da un momento all'altro, ammalarsi d'America".