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Marion in Berlin. Gretha non deve morire

Creato il 17 gennaio 2011 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

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La neve sovrasta tutto: le foglie, l’erba, perfino gli sputi dei turchi sui marciapiedi. I fiocchi hanno invaso Berlino rendendola un borgo montanaro metropolitano: per me è una esperienza tattile inedita. Volutamente scelgo i punti più nevosi delle strade e ci affondo i piedi con voluttà idiota incurante di ostacolare la viabilità dei ciclisti.

La neve mi infonde sicurezza. Sta. Copre (gli sputi) e dimentica.

Tuttavia la gioventù turca scova sempre il lato ludico delle situazioni. Sono ferma aspettando l’autobus e al di là della pensilina infuria la bufera. Non è ancora il 6 gennaio eppure già qualcuno mi fa gli auguri. Il motivo è facilmente intuibile. Stivaloni in pelliccia con suola piombata, cappotto di pelo, cappello di lana, sciarpa, guanti, maglia in carne (viva). La neve scende violenta e si deposita rapida sugli occhiali. Sembro Fantozzi a Courmayeur ,ma al posto della signorina Silvani ci sono tre mariachi dall’Anatolia centrale con scarpe da tennis che mi hanno preso di mira per (pare) l’eccessivo abbigliamento.  Ma se nevica si prende il cappotto di pelo. Se piove l’ombrello. Non ci vedo nulla di esotico anche se già Isolde un giorno mi chiese se avessi paura della pioggia. Perché? Perché hai preso l’ombrello..

Il clima è sempre una questione di prospettive.

Oltre l’Anatolia per fortuna che c’è Gretha. E Gretha non deve morire e se scappa io la chiudo in stanza come una teutonica Kathy Bates che già è teutonica di suo.

Gretha è la mia tutor della banca crucca. Una ragazza dolcissima, un po’ strabica, ma veramente adorabile. Da lontano sembra la solita bancaria frigida ma se ti avvicini ti “tenerizza” e poi ti taglia con un grissino. In primis: lei è bionda vera per cui cocca con la ricrescita: mettete ‘n fila. Vabbè ha le unghie finte da porco, ma lavora in banca mica in un negozio equo e solidale, deve darsi un contegno rispettabile!

Rispettabile si, ma tutti quei tailleur rosso semaforo che sfoggia la tengono un po’ lontana dall’eleganza della seduzione.

La prima volta Gretha è stata semplicemente diligente e cortese: mi ha aperto il conto spiegandomi in inglese gli aspetti salienti. In seguito l’ho contattata via mail per altre delucidazioni e quando non rispondevo ulteriormente alla sua replica si preoccupava. Incredibile. Straordinaria.

L’ultima volta che l’ho vista mi ha stampato un foglio con dei termini bancari in tedesco e la traduzione inglese a lato…mi sono commossa nonostante ripetesse ma no ma no è normale è tutto nuovo per te.. E mentre guardavo i suoi occhi leggermente strabici che sorridevano ho ripensato alle fiche acide incontrate negli uffici in questi mesi e alla  loro presunzione che io non sapessi almeno un po’ di tedesco per comunicare l’essenziale.

Gretha è diversa, è una perla rara. Una perla rara nella Sparkasse del Brandeburgo.

Rara anche nei suoi dubbi amletici:

- Once i wanted visit Italy but  i didn’t find a direct flight, why?

Non lo so Gretha, non lo so.

Oltre alla neve, a figure come Gretha, si cerca conforto anche in ciò che si ripete da anni: la disposizione degli antipasti sulla tavola della vigilia di Natale. Dopo essermi devastata il fegato e fatta implodere il colesterolo con le varie leccornie dei mercati natalizi tedeschi (pizze farcite, formaggi filanti, salsicce imbottite, uvette e crocchette..) ho deciso di completare l’opera con pranzi e cene familiari.

Tutto è scolpito nel tempo, persino la rotazione delle fette di salmone sui piatti con gli spicchi di limone che nessuno prende. La sbobba dell’insalata russa nei ciotoloni esagerati e i calamari affogati nell’aceto creano il presupposto per continuare a mangiare per.. inerzia. Il cibo è lì, da sempre, si sa che si deve mangiare, per cui procediamo senza fare troppe storie.

Ho uno zio che tra una lasagna e l’abbacchio sfodera delle interessanti teorie di geopolitica. Da anni si lamenta dei francesi della  Costa Azzurra :

- Se non era per Camillo Benso adesso parlavate ancora italiano e qui stavamo in Italia!

Ho chiesto a mio zio se, per caso, valutasse positivamente l’ipotesi che anche io in terra crucca sfoderassi l’altrettanto sciagurata considerazione:

- ..Se non era per noi romani adesso stavate ancora con le trecce bionde sulle tempie a mangiare carne direttamente nel teschio! Qua è tutto nostro!

Ha risposto che forse la mia tesi era alquanto avventata. La mia eh.

Per fortuna dopo le teorie a tavola arriva il momento dei regali e, grazie al cielo, nessuno ha avuto il coraggio di regalarmi incensi che puzzano di cesso e candele alla diossina.

A Gretha ho intenzione di regalare una calendario dove su ogni giorno c’è una scatolina con un biscotto di alta pasticceria italiana. Spero lo gradisca, sennò ciccia lo mangio io, tanto ormai..

Basta è abbastanza me ne vado, ciao grazie a tutti.

- Ma non ti prendi un  mandarino?

- Ancora?? NOOOO…

- Dove vai?

- Fuori da qui, dal Natale

- Non ti piace il Natale?

- Dice un mio amico che l’unico Natale che gli piace è quello in Casa Cupiello. Non posso dargli torto..

- Fai tardi?

- Che ne so, che vuol dire “tardi” mamma?? È sempre tardi o troppo presto. Non te ne sei ancora accorta?

- Marion, non ti capisco mai quando parli con le motafore.

- METAFORE..

Come sarà il Natale di Gretha? Indosserà un tailleur speciale con le renne?

Mi par di vederla ora che arraffa una fetta di stollen con le sue unghie da porco progettando il capodanno verso mete mediterranee, assolutamente con voli diretti.

Natasha “Eva Kent” Ceci


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