Ogni vetrina rappresenta uno spazio al di là del nostro mondo, di quello della strada che stiamo percorrendo quotidianamente, di quella sotto casa o di quella lungo il percorso che facciamo per raggiungere qualcuno per un appuntamento.
Ogni vetrina è uno spazio posto in questi spazi ma “sospeso”, intruso e nello stesso tempo perfettamente adattato. Ogni vetrina attira, comunica e ci chiama.
Attrarre la nostra attenzione è la sua funzione. Sedurci, fermarci dal nostro cammino. Quella che si genera è una rottura del continuum narrativo in cui siamo immersi.
La vetrina, è uno dei tanti spazi disponibili, sfruttato per veicolare un messaggio, per generare un impatto emozionale memorabile in un consumatore sorpreso e incuriosito.
In Giappone, le vetrine hanno manichini che “possono stabilire un contatto con i passanti”. Come poter resistere?
Il brand di abbigliamento United Arrows, apponggiandosi alla tecnologia, ha conferito un carattere distintivo alla sua comunicazione più diretta con i clienti. Marketing “interattivo” potremmo chiamarlo…
I passanti ridono, ballano, si muovono, si divertono insieme ai manichini!
Sono coinvolti, vengono investiti di un ruolo attivo nel processo di comunicazione.
Ma come è possibile? Si tratta della nuovo tecnologia Kinect, che ha già rivoluzionato i video games e in questo caso, il sensore di cui è dotata cattura le mosse non dei giocatori ma dei passanti, simulandone i movimenti. Le “marionettebots” non lasciano indifferenti, incuriosiscono e coinvolgono.
Una strategia di marketing non convenzionale che va oltre il web e si sposa con l’innovazione e la tecnologia, in un mondo futuro, vicino in cui uomini e macchine “convivono” e sono più vicini di quello che si possa immaginare.