Quando l’impresa intende esportare un proprio prodotto di qualità deve conoscere le insidie in cui può incorrere.
L’eccellenza nella qualità del prodotto costituisce un altro punto cardine per poter costruire la propria fortuna nella competizione commerciale internazionale con il marchio made in Italy.
L’identificativo Made in Italy nel mondo garantisce, ovunque, grande appeal e successo commerciale, nonostante la rilevante presenza dell’abuso e della contraffazione.
Dalla relazione della commissione parlamentare sui fenomeni della contraffazione (2013) si evince che “I danni causati dalla contraffazione del marchio made in Italy sono incalcolabili mettendo in serio pericolo la competitività delle imprese italiane sui mercati internazionali”.
Le ultime statistiche riguardano i dati europei relativi al 2012. (comprendono tutte le categorie merceologiche prodotti alimentari, medicinale e tabacchi):
Oltre alla contraffazione c’è un altro ostacolo che un imprenditore italiano deve saper affrontare: l’imitazione del made in italy.
L’italian sounding è la forma diffusa e subdola di imitazione del made in Italy sia con riferimento al settore industriale agroalimentare, sia per quanto riguarda l’industria.
Questa imitazione consiste nel presentare un prodotto sul mercato mediante un mix di nomi italiani, loghi, immagini e slogan chiaramente riconducibili al nostro Paese, senza che ciò corrisponda ad un effettiva realtà.
L'italianità è infatti un richiamo molto forte, significando non solo qualità, bontà, semplicità ma anche stile, gusto e cultura.
Tali episodi, ovviamente, arrecano un danno diretto alla fiducia, oggi incondizionata, dei consumatori stranieri sulla bontà e qualità dei nostri prodotti di alta gamma.
Di recente per far fronte ai fenomeni della contraffazione è stato presentato in Senato in data 29 novembre 2013 il Disegno di legge n. 1061 contenente novità per la tutela dei prodotti “Made in Italy” e per il rilancio del commercio estero: a presto il varo del marchio collettivo “Italian Quality”.
La vicepresidente del Senato, Valeria Fedeli, afferma che:
“Il marchio collettivo Italian Quality è di proprietà dello Stato Italiano e volontario, che si potrà aggiungere al made in, di cui potranno dotarsi le imprese italiane. In sostanza con il marchio “Italian Quality” vogliamo realizzare una sorta di “passaporto per le merci” che permette loro di essere più facilmente riconosciute nel mondo”.
Il marchio “Italian Quality” assolverà così ad una doppia funzione perché sarà allo stesso tempo marchio di visibilità per i consumatori, che potranno distinguere con certezza tra prodotti italiani e stranieri, e strumento di tutela per le nostre imprese, fungerà da garanzia contro eventuali contraffazioni. E questo non solo in Italia, ma in tutto il mondo perché il marchio verrà registrato ovunque.
Articolo a cura di Paola Giordani - Commercialista e Revisore Contabile