Quello che importa è che i Vanzina mettono in forma una malinconia da un lato completamente innocua, dall’altro alla portata di tutti (o, meglio, da tutti i componenti del loro potenziale pubblico nel 1983).
Che è, detta in breve, “che malinconia che oggi è il 16 di agosto e solo ieri al falò di ferragosto ho limonato la tipa che mi piaceva in questa vacanza ma adesso entrambi torniamo alle nostre vite che sono lontane”. Ecco, direi che se non avete mai provato questo sentimento non appartenete al consesso umano di fine secondo millennio.
Quindi, il lavoro dei Vanzina è fondamentalmente di rendere lo spleen un sentimento accessibile a tutti, un sentimento alto che viene definito come esperienza diffusa e fondamentalmente innocua. Il loro modo di essere leggeri e non superficiali è quello di parlare della fine delle vacanze. La vacanza come periodo in cui succede tutto e che merita di essere raccontato, e il periodo che passa tra una vacanza e un’altra, la vita quotidiana merita solo un’ellissi.