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Marlene Dietrich, la puttana della truppa

Creato il 16 marzo 2014 da Stupefatti
Marlene Dietrich, la puttana della truppa
8 dicembre 1941. I giapponesi attaccano Pearl Harbor e gli Stati Uniti entrano in guerra. A urlare Finalmente! ci sono migliaia di ragazzoni americani, forti, ingenui e straripanti di vita come sanno esserlo soltanto i ragazzoni americani. Sono tantissimi infatti i volontari che si arruolano per “andare in Europa e vincere la guerra”. Anche Hollywood si mobilita. Bette Davis e John Garfield aprono la Hollywood Canteen (1), un locale dove i giovani soldati possono passare una serata in allegria insieme alle star di Hollywood. Ingresso gratis per chi deve partire all'indomani per l'Europa e la possibilità di ballare in pista al suono dell'orchestra di Glenn Miller stringendo tra le braccia dive del calibro di Lara Turner, Ginger Rogers e Marlene Dietrich. Tra le più assidue e appassionate c'è quel gran pezzo di femmina della Dietrich, che per tutta la sera – instancabile – balla, chiacchiera e ride con i ragazzoni americani di cui sopra, sussurra loro all'orecchio tante frasi piccanti, fa arrossire le loro guance floride, respira il loro profumo di rasatura fresca, li stringe forte con le sue braccia morbide ma toniche (da atleta), schiaccia il proprio torace contro il loro tanto che, nello splendido e ritualizzato imbarazzo della danza, percepisce distintamente tutta la loro fibra di maschio tremare per l'eccitazione. Marlene balla ogni sera con tanti giovanotti diversi. Li stringe molto molto forte. Forse perchè Marlene sta stringendo contro di sé il proprio destino, il proprio senso nel mondo.
Marlene ha 40 anni ed è tedesca. Tedesca prussiana, tedesca di Berlino. È cresciuta durante il periodo della Repubblica di Weimar, in una Germania devastata dalla sconfitta della prima guerra mondiale e in una Berlino poverissima ma in pieno fermento creativo. Una città esplosiva, vitalistica, libertina, dionisiaca, meravigliosa. Quella particolare atmosfera da cui è nata l'architettura del Bauhaus, la pittura di Klee e Kandisky, il cinema di Murnau e Fritz Lang, il teatro di Brecht. Dopo un'intensa gavetta in locali notturni, varietà, cabaret e teatro, Marlene a 21 anni entra nel mondo del cinema. Dai 21 ai 29 anni recita in 16 film muti, poi fa un provino per il suo primo film sonoro (5, c'è il video ndr) e manda in visibilio il regista Joseph Von Stenberg che la fa protagonista sfrontata e seducente del suo film L'Angelo Azzurro. La prima del film è a Berlino il 31 marzo 1930. Un successo clamoroso. Il giorno dopo Marlene si imbarca alla volta dell'America, in tasca un contratto con la Paramount. Il suo primo film hollywoodiano è Marocco, sempre di Von Stenberg, dove recita in abiti maschili e fa impazzire uomini e donne. Dichiara: “Noi in Europa non facciamo caso se davanti abbiamo un maschio e una femmina. Noi facciamo l'amore con chi ci piace”. E non scherza. A Hollywood diventa una Diva dalla condotta di vita libertina e scandalosa. Intreccia relazioni con uomini come Gary Cooper, Ernest Hemingway e John Wayne e donne come Edith Piaf e Claudette Colbert. Con una decina di sue amiche fonda un particolare “circolo del cucito” dai risvolti saffici. Nel 1938 fa un viaggio in Europa e passa l'estate con la famiglia Kennedy. È l'amante del patriarca Joseph ma ha anche un flirt con il figlio John Fitzgerald, futuro presidente degli Stati Uniti. Ma ecco che riceve una visita che spezza l'atmosfera. A Parigi Marlene incontra un certo Joachim Von Ribbentrop, ministro degli esteri tedesco. Le riferisce che un certo Joseph Goebbels, ministro della propaganda tedesco, vuole che lei ritorni in patria. Le riferisce pure che il presidente del consiglio tedesco, creatore di una cosa che si chiama nazionalsocialismo (o nazismo), autoproclamatosi ReichFuhrer del Terzo Impero Germanico, un omuncolo in divisa militare e baffetto che si chiama Adolf Hitler, insomma, questo qua vuole che sia lei – Marlene Dietrich – La Diva del Cinema Nazista. Marlene risponde a Ribbentrop con tatto e diplomazia. Ha un po' paura. A Berlino abitano ancora sua madre e sua sorella. Una volta congedato il ministro nazista – che la saluta sbattendo i tacchi e urlando “Heil Hitler!” - Marlene si trova costretta a fare i conti con il proprio destino e il proprio senso nel mondo. Allora decide. Nel giugno 1939 prende la cittadinanza americana. Giura sulla bandiera americana. Le foto fanno il giro del mondo. Hitler schiuma di rabbia. Tuona: “Nessun tedesco dovrà più parlare né ricordarsi di Marlene Dietrich. Per la patria lei è morta”.
Marlene infatti è il suo sogno proibito. Il fuhrer guarda e riguarda ossessivamente i film della Dietrich. Dice lo scrittore Erich Maria Remark (uno dei tanti amanti di Marlene): "Possono farle ponti d'oro, ma lei non tornerà mai in Germania, non sarà mai complice di quella banda di assassini. Hitler non vuole fare di lei la diva del Reich, l'ha vista in reggicalze ne L'Angelo Azzurro e vuole solo infilarsi in quelle mutandine di pizzo". Ma non è solo questo. Hitler vuole la Dietrich perchè darebbe un enorme prestigio al cinema nazista anche secondo le logiche razziste del Reich. Il cinema nazista ha infatti una (grandissima) regista di pura razza ariana, Leni Von Riefenstahl, ma non ha una vera Diva con un doveroso grado di “superiorità razziale”. Le più grandi attrici del Reich sono infatti una cecoslovacca (Lída Baarová) (2) e una svedese (Zarah Leander). L'affronto della Dietricht è enorme. Hitler prende il potere in Germania nel '33, infatti, mentre Marlene è in America. Lei non è più voluta ritornata in Germania. Ha dichiarato che Hitler è “un essere rivoltante, infido e pericoloso” ma lei continua a sentirsi inesorabilmente tedesca e ama tantissimo parlare tedesco. Dunque vive la sua permanenza in America come un esilio forzato. E il suo odio per Hitler – per cui la donna tedesca dev'essere nient'altro che “una cosa graziosa, gentile, innocente, dolce e stupida” che “serve soltanto a portare avanti la razza ariana”. Lo stesso Hitler che dichiara cose tipo:“I cosmetici sono il simbolo decadente della volontà di dominio delle democrazie occidentali” - il suo odio per Hitler è smisurato e cresce anno dopo anno. Anche prima della visita in Francia di Ribbentrop, infatti, Goebbels le ha già fatto un' offerta strabiliante (compenso record e grandissima libertà in soggetto, sceneggiatura e scelta del produttore, regista, attori etc etc) e lei ha rifiutato. Quando l'America entra in guerra Marlene è già cittadina americana. Ha 40 anni, vive in America da 11 anni ma per l'America rimane sempre un frutto esotico, un alieno. Marlene è sempre - per l'immaginario collettivo americano - la tedescona prosperosa che porta in America i piaceri del Vecchio Mondo. Adesso stringe al suo petto i giovanotti americani, questi ragazzoni che stanno andando a combattere contro i tedeschi, che bombarderanno le città tedesche e tenteranno con le buone o con le cattive di espugnare la Germania e sconfiggere Hitler. Li stringe forte, sussurra loro all'orecchio tante eccitanti malizie, ma non basta. Per fare davvero i conti con il proprio destino e il proprio senso nel mondo c'è bisogno di qualcos'altro. Il 14 aprile 1942, Marlene si arruola nell'esercito americano e parte anche lei - Finalmente! - alla volta dell' Europa “per vincere la guerra” (3) (8).Note1) Ovviamente ci hanno fatto pure un film, uscito nel 1944, in piena guerra, ovviamente con Bette Davis e John Garfield. Leggi la scheda su MyMovie.

2) Su Lida Baarova c'è un bel libro pubblicato in Italia da Marsilio: "L'Amante di Goebbels" di Anna Kanakis3) Gran parte delle info di questo post le ho apprese da questo documentario 4) Interessante approfondimento pubblicato sul sito di Arianna Editrice: Cosa c'è dietro la sessuofobia del cinema nazista.

5) Il video originale del provino di Marlene per L'Angelo Azzurro. Stupendo.

6) Il video di Marlene androgina nel suo primo film hollywoodiano: Marocco.

7) Tutte le foto di Marlene su Pinterest

8) Fotogallery "cinematografica" su Sky Cinema

9) Da visitare il sito ufficiale di Marlene Dietrich.

10) Bella foto di Marlene in abiti militari.


Marlene Dietrich, la puttana della truppa


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