- Per 2 barattoli da 250 e 1 piccolo
- 1,2 kg di clementine bio
- 300 g di zucchero di canna grezzo
- 50 g di pistacchi tritati (facoltativo)
- 1 lt di acqua (io 700 cc)
Riflettevo, facendo la marmellata di clementine e pistacchi, che da ragazza tanto mi piaceva mangiare i mandarini e clementine, tanto non sopportavo il loro odore – allora lo definivo “la puzza” – e costringevo sempre qualcuno non solo a sbucciarmeli, ma anche a togliere tutti i filetti bianchi per poi con la punta delle dita li metterli in bocca.
Chi l’avrebbe mai detto che invece l’altro giorno sbucciando 1,2 kg di clementine io annusassi e godessi del piacere e della dolcezza di tutto il loro profumo di cui si era riempita la stanza?!
Lavate bene le clementine, meglio se trovate quelle bio, passate con una spazzolina la buccia in modo da eliminare qualsiasi eventuale residuo di terra.
Sedetevi comode e sbucciatele con un pelapatate facendo attenzione a non prendere la parte bianca interna; raccogliete via via la buccia in un tegame.
Se alcune parti di buccia hanno la parte bianca scartate anche la buccia, tanto alla fine , almeno io, non l’ho usata tutta.
Eliminate, per quanto possibile, anche tutti i filamenti bianchi e i rarissimi semi.
Ricoprite le bucce con un litro di acqua, portate a bollore e cuocete per 30 minuti.
La ricetta indicava 1 litro di acqua ed io quella ho messo, ma vi suggerisco di metterne meno, 700 cc bastano e avanzano. Prolungherete meno la cottura della marmellata di clementine.
Tagliate nel frattempo le clementine a fettine sottile appoggiandovi su di un piatto in modo da non perdere il succo che di sicuro esce.
Trascorso il tempo, scolate le bucce tenendo da parte l’acqua di cottura.
Rimettete sul fuoco l’acqua di cottura, aggiungete lo zucchero e, mantenendo la fiamma piuttosto bassa, mescolando spesso fate sciogliere bene lo zucchero; cuocete per 5 minuti.
Unite le clementine e le bucce cotte e, su fiamma moderata, lasciate cuocere per 30 minuti o sino a quando la prova piattino risulta positiva.
Non ho messo tutte le bocce, forse giusto un terzo di quelle ricavate.
A questo punto, lasciando il tegame sul fuoco , ho invasato la metà della marmellata; nell’altra metà ho aggiunto circa 50 g di pistacchi tritati grossolanamente ; ho lasciato cuocere ancora 3 o 4 minuti e poi invasato.
L’aggiunta dei pistacchi ovviamente è del tutto facoltativa.
Chiudete bene i barattoli e capovolgeteli sul piano sino a quando non saranno completamente freddi.
Riponete la marmellata di clementine e pistacchi in luogo asciutto.
Cercando in rete ho trovato che il termine marmellata dovrebbe essere riservato, in aggiunta a quanto ho scritto qui, esclusivamente alle “marmellate” fatte con gli agrumi; tutte le altre preparazioni sarebbero confetture – extra e non – a seconda della grandezza dei pezzi di frutta presenti.
Ve lo lascio a titolo informativo, io non ho trovato però altre conferme su questa nomenclatura.