Marmomacc and the city

Creato il 07 novembre 2013 da Luisellazeri @ARCHIzonzo
A Verona si è concluso da qualche giorno uno dei più grandi eventi fieristici accolti dalla nostra città. Marmomacc è un salone che investe molto nel mondo delle costruzioni. Al di là dell’utilizzo del marmo come materiale finalizzato all'arredo e alla progettazione di ambienti, il focus è puntato sulle iniziative collaterali che vi si innestano, al fine di favorire una rilettura ed un’attualizzazione del materiale litico per nuove prospettive di sperimentazione. Conferenze, lectio magistralis, concorsi e eventi fuori salone, arricchiscono ogni anno il programma degli eventi.
Fra questi, un po’ in sordina rispetto ad altri, vi è Marmomacc and the city. Come nella precedente, anche nell’edizione 2013, a ciascuna azienda partecipante è stato proposto di esporre un’opera di sua proprietà o da essa eseguita. I lavori, prodotti in collaborazione con architetti e designer, sono allestiti in una serie di installazioni nelle Piazze e nei Cortili più significativi di Verona. Marmomacc and the city è una vera e propria mostra diffusa che trasforma la città in un museo.
La fiera è terminata sabato, ma l’evento, realizzato in collaborazione con il Comune e l’ordine degli architetti della Provincia di Verona, viene protratto fino al 29 ottobre 2013 al fine di dare maggiore risalto all'iniziativa.
La nostra redazione si è addentrata nel centro città alla scoperta di questo evento; qui di seguito vi proponiamo la mappa delle installazioni, qualora vogliate provare anche voi a seguire il percorso espositivo. Vi porteremo le nostre osservazioni, e assegneremo un premio virtuale all'opera che più ci ha colpito.
IL PERCORSO ESPOSITIVO




  1. La tensione – Volto San Luca. La quadrifoglio in collaborazione con Renato Bugiotti 
  2. Reuse for a future city – Piazza Brà. Marini Marmi in collaborazione con Paolo Belloni PBEB Architetti. La scultura, realizzata in Ceppo di Grè, vuole rappresentare una riflessione sui temi della città e del riuso.
  3. Stone gate – Piazza Brà. Lithos design in collaborazione con Raffaello Galliotto. L’opera rielabora l’antico tema dell’arco, doppiandone la struttura e realizzando così un cerchio perfetto. L’anello è formato da conci di 5 quintali l’uno, posati a secco e legati tra loro in una struttura autoportante determinata dalla forza di compressione. Il suo posizionamento davanti all’arena di Verona richiama i temi archetipi dell’architettura. Qui maggiori informazioni ed una spiegazione più dettagliata. 
  4. Big Mac – Piazza Brà. Franchi Umberto Marmi in collaborazione con Luisa Bocchietto.L’opera rappresenta un macro vaso ideato per essere esempio e stimolo per la progettazione urbana a grande scala.
  5. Bench of love – Via Cappello. Cave Marmi AC. Un omaggio alla città di Verona e alle sue leggende; una panchina in marmo rosso tributo alla storia d'amore di Romeo e Giulietta.
  6. Loris – Piazza Navona. Barsi Marmi in collaborazione con Michele Boldi e i creativi di Michbold. Loris è una scultura ricavata da un blocco di marmo estratto a 1300 metri d'altezza su una montagna che guarda la Versilia e il Tirreno. Un po’ come dei moderni Michelangelo i creativi si pongono nei confronti del blocco di marmo, come coloro che devono estrarre la forma in esso contenuta da sempre. 
  7. Esos – Piazzetta Pescheria. Marmobon in collaborazione con Antonio Romanò. 
  8. Sinuosa – Cortile del Tribunale. Testi Group in collaborazione con Testi. 
  9. Il Taglio – Piazza dei Signori. Lavagnoli Marmi in collaborazione con Antonio Camerin. Questa scultura parte da un blocco di pietra grezza e mette insieme i canoni di bellezza del classico contrapponendoli al moderno, puro, essenziale.
  10. Connubio – Piazza Erbe. Imercrea in collaborazione con Beatrice Novara.
  11. Fuoco e Fiamme – Corte Melone. Grassi pietre con Aldo Peressa. Un'installazione composta da barbecue, sgabelli e lampada in pietra di Vicenza.
  12. Noli me Tangere – Porta Borsari. Margraf in collaborazione con Enrico Pasquale. Opera ispirata all'attualità, con una donna maltratta costretta in un angolo
IL NOSTRO PREMIO DELLA CRITICA

L’opera che più ci ha colpito, probabilmente per l’affinità con i temi tratti, è sicuramente quella di Marini Marmi e PBEB Architetti. Il titolo è già evocativo di per sé: ci parla di una rappresentazione, attraverso il tema litico, di una città in crisi. Uno spazio che deve riscoprire il proprio futuro in quello che già possiede. Il tema del recupero, del riciclo e del riuso, sono fondamentali per poter superare con successo il forte periodo di crisi che il mondo delle costruzioni sta vivendo. 
Nell'immediato, nel primo impatto che abbiamo avuto con l’opera, la particolare tessitura della pietra ci ha dato come l’impressione di un materiale rimpastato dall'uomo: pezzi di marmo tenuti insieme da un legante. Solamente dopo, approfondendo sul sito di Marini Marmi abbiamo avuto modo di scoprire che il ceppo di Grè è una pietra tipica del territorio Bergamasco. Dal punto di vista Geologico è una cementazione calcarea di clasti dolomitici franati. Il suo aspetto è quindi frutto del lavoro della natura e non dell’uomo. Ci ha quindi molto colpito che il materiale scelto per comunicare il concetto di riuso, abbia una connotazione morfologica che lo fa assomigliare fortemente ad un materiale “riciclato”.
Ci piacerebbe approfondire con l’azienda e gli architetti progettisti quest’opera e il suo significato.
COSA ABBIAMO SEGNATO SULLA MOLESKINE
Non ci è chiaro lo scopo di questa mostra diffusa. L’abbiamo trovata poco pubblicizzata e scarsamente curata: I pannelli espositivi non raccontano nulla delle opere, le sculture molto spesso sono male illuminate (soprattutto per la fruizione notturna), alcune opere erano nascoste, nello specifico noi non siamo riusciti a trovare le sculture 1 e 9.
Non tutti hanno avuto la possibilità di frequentare i saloni del polo fieristico e non tutti hanno potuto partecipare agli eventi più esclusivi, ma di sicuro in molti si troveranno a passare per le strade del centro. E allora, perché non suggerire ai passanti, attraverso una buona propaganda, di guardarsi attorno con più attenzione? A questo punto ci siamo detti che forse, lo scopo di Marmomacc and the city, non è quello di mostrare delle opere e raccontare di cultura, bensì di fare da traino alla fiera, tanto che i pannelli richiamano più che altro l’invito a recarsi agli stand espositivi in cui le aziende hanno avuto la possibilità di esporre.
Ma a questo punto, da creativi, ci domandiamo se vale davvero la pena di coinvolgere Architetti e Designer per produrre dei lavori con un significato ed un significante. Vogliamo metterci per un momento nei panni dei progettisti ed estremizzando, ci diciamo che forse, in un certo senso, per un esposizione proposta in questo modo, il lavoro fatto è stata fatica sprecata.
Per delle foto più professionali delle nostre, vi proponiamo questa galleria. 

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