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Maro', che cosa si dice in India (se a qualcuno interessa)

Creato il 08 marzo 2012 da Mariagraziacoggiola
Mi chiedo in questi giorni se a qualcuno in Italia interessa sapere cosa si pensa in India sulla vicenda dei maro'.  Mi sembra che la stampa italiana sia cosi' focalizzata sulle polemiche tra partiti, sulle divisioni tra palazzo Chigi e Farnesina e sull'enfasi emotiva nazional-patriottica,  che si e'  persa completamente la bussola. E soprattutto non passano piu' le notizie che potrebbero aiutare a comprendere la vicenda.
Mentre in Kerala, la ''ground zero'' dello scontro diplomatico e giudiziario, si vivono giorni di intensa passione,  qui a Delhi, nei centri del potere, si respita tutt'altro clima.
Primo, la questione e' sparita dalla stampa e televisione a livello nazionale. I miei colleghi indiani erano cosi' assorbiti dai risultati delle elezioni in Uttar Pradesh e in altri quattro stati, che neppure si sono accorti che martedi' a Roma e' stato convocato l'ambasciatore indiano per una ''demarche''. Poi oggi sono tutti impegnati a buttarsi colori addosso per la festa di Holi, una delle piu' importanti e anche divertenti del calendario induista. In Kerala non si ''gioca'' Holi, ma ci sono altre feste locali simili che segnano l'inizio dell'estate.
Secondo, non ci sono sentimenti anti italiani. I due maro' potevano essere di qualsiasi nazionalita'. Il fatto di essere italiani poteva forse avere una qualche rilevanza per via di Sonia Gandhi che guida il partito di maggioranza. Ma dopo la bruciante debacle elettorale, non c'e' piu' nessuno nell'opposizione che alza la voce. Il ''trattamento di favore'' che i due maro' stanno godendo da quando sono in carcerazione preventiva e' una buona ragione per attaccare Sonia, ma ora sarebbe come sparare sulla Croce Rossa. C'e' -  e' vero - una elezione suplettiva il 14 marzo in Kerala per rimpiazzare un parlamentare che e' cruciale per la maggioranza del governo keralese guidato dal Congresso. Ma e' una faccenda davvero locale e ora i veri giochi diplomatici si fanno a New Delhi, non piu' a Trivandrum.
Terzo, anche ieri gli indiani hanno ripetuto che in pratica non riconoscono le missione anti pirateria di soldati a bordo dei mercantili, come quella dell'unita' di sei maro' in servizio sulla Enrica Lexie.  Mi sembrano abbastanza fermi su questo punto e dubito che cambino idea. Andrebbe ricordato a questo proposito che la Marina militare indiana e' coinvolta in prima persona nelle operazioni internazionali contro i pirati e sta proteggendo i mercantili nell'oceano Indiano compresi quelli italiani.
Quarto,  la stampa indiana e' completamente all'oscuro di cosa pensano gli italiani sulla vicenda. le notizie da Roma sono riprese dalle agenze internazionali come Reuters. Forse una maggiore comunicazione da parte italiana potrebbe aiutare a capire le nostre ragioni. Cosi' come in Italia si potrebbe dare piu' spazio a descrivere che cosa si pensa o si dice da queste parti, compresi anche i pescatori e le loro famiglie.
Quinto, ma la perizia balistica? La ''prova regina''. Adesso spunta fuori che ci andra' una settimana...ma non sarebbe meglio chiedere di accelerare i tempo, almeno per chiarire l'aspetto fondamentale di tutta la vicenda: chi ha sparato sul peschereccio St.Antony?

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COMMENTI (1)

Da Sara
Inviato il 12 marzo a 16:23
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Il problema è politico visto che la questione poteva essere risolta facilmente confrontando le tracce dell’AIS, un apparecchio che segue la rotta di tutte le navi. In questo modo si sarebbe visto dove si trovavano tutte le navi coinvolte. Invece il governo locale, per motivi opportunistici, ha "ben" pensato di crea un caso. L'obiettivo è quello di condizionare l'elettorato locale senza pensare alla figuraccia che l'India fa a livello internazionale. Atteggiamento miope di un governo miope e incapace di guardare oltre il proprio naso.