Per l’addio al nubilato di una cara amica, organizziamo 5 giorni nella più magica delle città del Marocco: Marrakech, la città rossa, esotica ed europea al tempo stesso. Quando mi ero sposata io, le mie amiche mi avevano regalato un bel viaggio a Vienna. Parto con Elisa e Silvia nel mese di aprile 2014 e troviamo un clima perfetto, caldo senza essere troppo afoso e a meno di 4 ore di volo ci troviamo in piena estate, mentre da noi in Italia la primavera non si fa quasi ancora vedere.
Decorazioni a Marrakech
La città è divisa in due parti completamente diverse da loro, che rendono la magia di questo posto ancora più unica: la parte antica ( la Medina) circondata dalle vecchie mura color ocra, narra storie di un tempo lontano, con antiche tradizioni, strade che ricordano il deserto e mercati dove le persone hanno sempre con un sorriso, dove ad ogni angolo si scopre qualcosa di diverso fino a sfociare nella piazza che ammalia da secoli, famosa in tutto il mondo; la parte moderna si confonde con le grandi città europee, con negozi alla moda, fast food, casinò, ristoranti alla moda e discoteche di fama mondiale.
Relax in una pasticceria nella parte nuova di Marrakech
Per le strade di Gueliz, quartiere moderno
E’un mondo patinato meno caratteristico rispetto alla Medina, ma ormai parte della città, segno che Marrakech vive al passo coi tempi. Partendo con un gruppo organizzato si può entrare anche con la sola carta d’identità, a Marrakech sembra di stare in Europa e non certo in Africa. Il bello di Marrakech è questo, poter vivere entrambe le realtà, anche se il viaggiatore come me amerà soprattutto la parte storica, con le sue atmosfere e i luoghi da scoprire.
Disegnatrice di tatuaggi all’hennè
Non vedo l’ora di vedere la piazza Djemaa el – fna, o la Place come la chiamano i suoi abitanti, simbolo di Marrakech, che ad ogni ora del giorno cambia scenario e segue i ritmi del giorno. Al mattino dormiente, deserta, verso mezzogiorno incomincia ad animarsi con qualche venditore di spremute d’arance, donne che disegnano tatuaggi all’hennè, cavadenti e ammaestratori di cobra e scimmie; nel pomeriggio intorno alle 17 inizia il teatro all’aperto, un palcoscenico con cantastorie, chiromanti, mangiafuoco, gnaoua che suonano, giocolieri… profumi di ogni tipo provengono dalle decine di bancarelle, con i cibi più tipici e particolari, che vengono montate prima del tramonto.
Ammaliatori di serpenti nella piazza al mattino
Dentisti nella piazza
Sarà sicuro fermarsi a mangiare qui? Turisti e abitanti del luogo mangiano gomito a gomito ed è impossibile esimersi dal provare, l’atmosfera è un’attrattiva troppo forte, il cibo buono e posso dire che è andato tutto bene! Non me lo sarei perso per niente al mondo! E’ divertente vedere i proprietari delle bancarelle che cercano di accaparrarsi i clienti a suon di battute facendo i simpaticoni, per poi abbandonarli appena seduti e andare in cerca di nuove prede! Il bello della piazza è addentrarsi e viverla, ma è imperdibile anche una sua vista da uno dei tanti bar e ristoranti sulle terrazze intorno. Noi siamo andati al Cafè de France, storico bar ristorante e in altri due di cui non ricordo il nome.
Le bancarelle di Djemaa el – fna
Cena nelle bancarelle della piazza Djemaa el – fna
Tornerei ogni sera della mia vacanza in questo luogo che mi rapisce… girovagare tra i souk è altrettanto divertente, non è il primo paese arabo in cui vado ma è in assoluto il più affascinante, i souk sono parte della città, strade coperte (per mantenere l’aria fresca in una zona dove per la maggior parte dell’anno fa molto caldo), non sono un mercato come avevo visto a Istanbul o a Il Cairo per esempio, ma un’intera parte di Marrakech… Suddivisi per prodotto, dalle spezie all’oro, dalle babbucce di pelle ai prodotti alimentari, dal ferro alle concerie, è un continuo vociare, una luce dietro l’altra… non si va solo in cerca di merce, ma per vivere questa esperienza, per capire meglio una civiltà lontana dalla nostra. Contrattare è un obbligo, altrimenti si offendono: anche per loro è un divertimento. Il più grande mercato del mondo.
La piazza vista dal terrazzo di un bar
Nel souk di Marrakech
Tra le spezie in un’erboristeria
Anche la città segue i ritmi della piazza, sonnecchiando al mattino quando il muezzin già all’alba chiama alla preghiera nelle varie moschee sparse per il paese, a volte sono dischi, altri sono muezzin in carne ed ossa. La principale voce è quella della Koutubia, faro spirituale, con l’eccezionale minareto. Il canto (adhan, effettuato cinque volte al giorno) del muezzin mi affascina da diversi anni, è una nenia ripetitiva di cui non capisco una parola (a parte Allah Akbar) e anche se il primo invito alla preghiera era alle 4 del mattino e mi svegliava, mi piaceva restare nel letto ad ascoltarlo finchè non terminava.
La Ali Ben Youssef Medersa è uno dei monumenti più raffinati e importanti, l’antica scuola coranica, istituzione per tutto il Nord Africa ora aperta ai turisti. All’epoca era in grado di ospitare fino a mille studenti. A fianco si trova la Moschea Ben Youssef, ma a Marrakech non possiamo entrare per visitarle: le moschee sono interdette ai non mussulmani.
Particolari nella scuola coranica
La Medersa di Marrakech
Al piano superiore tra le aule della Medersa
Siamo fuori dal tempo, in un vortice che spinge ora in un negozio di saponi, bracciali e argenti, ora in uno di rossetti berberi; siamo in una farmacia con ogni sorta di spezie e infusi di vari colori e poi tra le babbucce colorate che indossano donne e uomini in questo paese fino all’olio di argan marocchino ed il sapone nero del Marocco, i prodotti più rinomati… si torna alla realtà solo nella parte nuova o quando si chiude alle spalle la porta della propria stanza nel silenzioso riad… o quando si torna a casa.
Il rossetto berbero: si passa con il dito sopra alle labbra
La parte storica è questa, la visita consiste nel perdersi nei vicoli della Medina, senza ansie, senza preoccupazioni…qualcuno sarà sempre pronto a dare una mano o ad indicare LEI: la piazza… anche quando non avevamo nessuna intenzione di andarci, ma volevamo tornare in hotel, nella direzione opposta! Avevo letto prima di partire che molti pretendevano una mancia per accompagnare o anche solo indicare una strada, ma a noi non è successo, non so se perchè eravamo tre ragazze da sole o se siamo state solo fortunate, ma ci hanno sempre trattato con un’educazione e un garbo ammaliante, come il francese che utilizzano dopo la loro lingua ufficiale, l’arabo. L’unico pericolo che ho percepito nella Medina sono bici e moto che non dovrebbero circolare (ma ovviamente circolano) che ti sfiorano e non rallentano minimamente.
Ho molto senso dell’orientamento, forse perchè fin da giovane sono stata abituata a viaggiare e mi sono dovuta abituare presto a guardare dove andavo e capire come tornare indietro, nella Medina i vicoli sembrano tutti uguali e ci si perde prima o poi. Questo a noi non è capitato: dal riad dove soggiornavamo alla piazza la strada era facile e ci è subito entrata negli occhi, basta una porta, un’insegna, ognuno pian piano avrà i suoi punti di riferimento… per il resto è davvero bello perdersi nelle viuzze… ogni strada prima o poi vi porterà a Djemaa el – fna. Alcune città si visitano, in altre ci si deve perdere: questa è Marrakech e questa è l’arte di viaggiare.
Di fronte alla Koutoubia
La città è come il corpo velato delle donne che la abitano, non si mostra subito all’occhio del turista frettoloso, ma la si scopre al di là di una anonima porticina, che cela quasi sempre interni decorati e luoghi silenziosi, come quando ci hanno accompagnato in un negozio di tappeti il cui interno era straordinariamente decorato con maioliche, ma dall’esterno sembrava di scendere in uno scantinato. Anche i palazzi che andiamo a visitare sono ben nascosti, si potrebbe passare davanti senza vederli…
Palazzo Bahia
Due i palazzi principali: Palazzo Bahia e Palazzo el Badii. Il primo era nato come enorme harem, con giardini monumentali, soffitti dipinti e interni decorati; il secondo, circondato da nidi di cicogne, una delle dimore più sfarzose al mondo, era ricoperto di oro e marmi, senza badare a spese, ma purtroppo oggi si possono vedere solo i resti di quello che fu e della prigione sotterranea, dove il re saadiano rinchiudeva i suoi oppositori. Dai piani superiori, una splendida vista sui monti dell’ Atlante. Il Palazzo Reale non è visitabile, poichè residenza ufficiale della casa reale.
Palazzo El Badii e la catena dell’Atlante alle nostre spalle
A Palazzo El Badii
Le cicogne sui tetti di Marrakech
Le tombe saadite si visitano velocemente, sono solo tre ma riccamente decorate, con stucchi e pregiati legni di cedro,circondate da un giardino con aranci e piante. Le tombe sono state scoperte di recente ed ospitano una sessantina di membri della Dinastia Saadi.
Alle Tombe saadite
Visitiamo anche i bellissimi Jardin Majorelle, progettati da Jacques Majorelle con diversi giochi d’acqua e oltre 300 specie di piante esotiche, tra cui molti cactus, caratterizzato dal color blu Majorelle. In seguito acquistato dallo stilista Yves Saint Lauren che prima di altri aveva intuito il potenziale di Marrakech, destinata a diventare una delle città più particolari del mondo. Il Ciber park dimostra la modernità di questo paese, un parco dove tra gli alberi troviamo schermi per navigare in internet.
Ai Jardin Majorelle
Noi abbiamo scelto di soggiornare in una sistemazione tipica marocchina, in una bella camera a due piani, al Riad Shama Suites and Spa. Il riad è una dimora antica all’interno della Medina, per un soggiorno autentico rispetto ai classici hotel, un’esperienza che non dovrebbe mancare durante una vacanza in Marocco. Riad significa giardino, queste dimore infatti nonostante si trovino in mezzo alle vie più trafficate della parte storica, al di là di una porticina che può sembrare anonima, sono luoghi di pace e appena attraversata la soglia sarete accolti nel silenzio più totale, con petali di rose e profumi inebrianti, con un tè alla menta o alla verbena sempre pronto ad accogliervi insieme a dolcetti tipici. Dal tetto, una superba vista della città e un solarium dove prendere il sole. Siamo nel pieno della Medina ma nel silenzio più assoluto.
Il nostro Riad Shama
Relax nella piscina del riad
Le camere sono in genere poche, una decina, al piano superiore e tutte affacciate all’interno e mai all’esterno, che danno su un patio con fontana o con piccola piscina. Il riad è molto rilassante, c’è la possibilità di cenare concordando in anticipo i piatti, nella tranquillità del giardino e anche quella di provare i tipici trattamenti marocchini, tra cui il famoso hammam, l’arte del bagno.
Oltre a visitare ci dedichiamo anche ai festeggiamenti tra amiche, concedendoci la bellissima esperienza dell’hammam, imperdibile in un viaggio del genere. In una nuvola di vapore, si viene massaggiati con uno scrub dalle mani esperte di una donna, tra amiche, senza veli completamente nude e senza imbarazzi, il corpo ed i capelli vengono lavati con acqua calda, poi tiepida, poi fredda con gesti molto lenti… relax durante i trattamenti, per terminare con il solito tè alla menta o verbena, pilastro della tradizione marocchina. Una vera arte.
Pronta per l’hammam!
Una sera andiamo alla discoteca Pacha, famosa in tutto il mondo (soprattutto la principale di Ibiza) cenando nel ristorante Crystal prima di andare a ballare… si potrebbe essere a Parigi, a New York o… a Marrakech, l’ambiente è raffinato e moderno. Ma prima di arrivarci, ci facciamo un sacco di risate, perchè il tassista del riad (che ci accompagna e ci torna a prendere in tutta sicurezza) non riesce a trovare l’accesso, essendoci dei cantieri lungo la strada principale. Prova ad accennare di cambiare posto: magari il locale è chiuso visto che non si riesce ad entrare. Ma ci passiamo davanti per una ventina di minuti, circa dieci volte e vediamo la gente, le luci, insomma riescono ad arrivarci tutti tranne il nostro autista! Solo noi non possiamo andarci?! Quando poi gli accenniamo che abbiamo prenotato il ristorante (quindi è aperto e ci attendono, per educazione dovremmo telefonare per disdire, eventualmente!) ci risponde “qui funziona così: se non vi presentate, significa disdire!” Quante risate…
Al ristorante Crystal del Pacha di Marrakech
Alla discoteca Pacha
Gli altri pasti ce li concediamo tipici marocchini: dal cous cous che a Marrakech viene servito con pezzi di verdure enormi, al tajine di carne, di pesce o di verdure; quest’ultimo è una vera delizia soprattutto di agnello o di pollo, prende il nome dal recipiente in cui viene cucinato e servito (che compro). Ottimi anche gli spiedini di carne alla brace, brocchettes, che gustiamo nelle bancarelle della Djemaa el – fna e le kefta, le polpettine di carne, il tutto sempre accompagnato dall’ottimo pane appena sfornato. Dominano le spezie ma non sono mai eccessive. La cucina marocchina è considerata tra le migliori al mondo!
Aperitivo e cena al Crystal del Pacha
Alla discoteca Pacha
Vari tajine
Cous cous a Marrakech
Dedichiamo una giornata intera alla parte moderna, che nonostante sia come stare in qualsiasi altra parte del mondo, a noi piace molto, passeggiamo tra bei negozi e ci fermiamo a fare merenda in un paio di pasticcerie con gelati e pasticcini in stile parigino. Andiamo anche ai giardini della Menara (residenza estiva del sultano, oggi parco con uliveti nel quale passeggiare) e alla Palmeraie, quel che resta di un grande palmeto dove oggi si può passeggiare a dorso di dromedario o in calesse, circondato da ville. Una giornata intera la dedichiamo ad una gita organizzata per noi tre dal Riad alla cittadina sul mare Essaouira.
Alla Palmeraie
Marrakech… la città imperiale che si sono contesi grandi re, città ancorata al passato ma al passo coi tempi, divenuta meta del jet set internazionale e ormai una delle città più gettonate e affascinanti del mondo. Il Marocco è un paese che mi ha molto affascinato e spero di poter presto visitare le altre città imperiali. Per rivivere le favole da Mille e una notte quando cala la sera… e viaggiare attraverso mille anni di storia…
La Place al tramonto