di Iannozzi Giuseppe
Stefano Moriani e Mauro Iacopini, due consulenti della Procura che avrebbero dovuto operare gli accertamenti clinici, secondo l’atto del pm Eugenio Albamonte non furono mai effettuati. Stefano Moriani e Mauro Iacopini dichiararono di aver analizzato ed effettuato, in sede di esame autoptico, tutti gli accertamenti sulla salma del pusher Gianguerino Cafasso. Emerge invece da una seconda autopsia, eseguita nell’ambito dell’incidente probatorio sollecitato dai difensori dei tre carabinieri accusati di omicidio volontario, che le dichiarazioni rese dai due medici non corrisponderebbero a verità. Risulta infatti che non sarebbe stato effettuato alcun esame della scatola cranica, e gli organi interni in situ e ancora collegati tra di loro. I due medici avrebbero eseguito solamente dei prelievi istologici e un esame sul cuore.
Come è potuto accadere? E, perché? Si è forse tentato di non far venire alla luce qualche elemento rilevante?
Il pubblico ministero Albamonte ha chiesto e ottenuto l’interdizione dall’attività professionale e da quella da pubblico ufficiale per due mesi nei confronti di Moriani e Iacopini. I due medici legali, interrogati dal gip, si difendono dicendo che la consulenza da loro redatta per Cafasso è stata realizzata utilizzando un precedente esame, per cui si tratterebbe di un errore di redazione.
Sul caso Marrazzo, sulla misteriosa morte del pusher Cafasso cala una inquietante e indefinita ombra di sospetti, non potrebbe essere altrimenti. Chi sarà mai disposto a credere, a cuor leggero, che è stato commesso un errore di redazione da parte dei due medici su una vicenda così tanto delicata?
In ogni caso il 28 febbraio si terrà l’udienza al riesame per valutare le istanze dei difensori dei due medici accusati di falso in atto pubblico.