Vulcano Marsili. Si torna a parlare dell’antico vulcano sommerso. E’ attivo o è spento?
Il vulcano viene controllato e monitorato costantemente, non sembra ci sia nessuna allerta nonostante le continue eruzioni del vulcano siciliano, Etna, possano far sospettare che anche l’immenso gigante tirrenico stia per eruttare.
Da quel che si apprende sembra vero che il Marsili non si è mai spento come molti altri vulcani sparsi nel mondo così come anche il noto Magnaghi, dormiente da milioni e milioni di anni. Il Marsili è un vulcano attivo ma fortunatamente non ancora risvegliatosi. Enzo Boschi, ex-presidente dell’INGV : “Le ultime indagini compiute dicono che l’edificio del vulcano non è robusto e le sue pareti sono fragili. Inoltre abbiamo misurato la camera di magma che si è formata negli ultimi anni ed è di grandi dimensioni. Tutto ciò ci dice che il vulcano è attivo e potrebbe eruttare all’improvviso. La caduta rapida di una notevole massa di materiale potrebbe scatenare un potente tsunami che investirebbe le coste della Campania, della Calabria e della Sicilia provocando disastri”.
Marsili, come abbiamo già accennato non è però l’unico vulcano che potrebbe mettere a rischio l’Italia. Sulle ipotesi di tsunami nel Mediterraneo e nel Tirreno importante risulta essere lo studio del professor Franco Ortolani, ordinario di geologia e Direttore del Dipartimento di Pianificazione e Scienza del Territorio, Università di Napoli Federico II.
Secondo gli esperti di meteoweb, che, a quanto pare osservano quotidianamente il Marsili e sottolineano in più parti di un interessante editoriale che “il Marsili non si è assolutamente risvegliato, è laggiù fermo e inabissato, sempre silente così come l’abbiamo conosciuto grazie al lavoro e alle ricerche degli studiosi che ci rivelerebbero subito un suo eventuale stato di risveglio.”
Intanto nell’archivio di meteoweb si scopre che il dott. Marcello Martini, Direttore dell’Osservatorio Vesuviano, aveva dichiarato, in materia di vulcani sommersi e fucine energetiche del Tirreno che, tutto è possibile.
“Sì, se n’è parlato di recente: il Marsili è una possibile fonte di tsunami. Anche il Vavilov: sappiamo che “ne manca un pezzo”, cioè in passato su una sua dorsale c’è stata una grande frana. Il rischio tsunami c’è come per le Eolie, basti pensare allo Stromboli e a quanto accaduto il 31 dicembre 2002 quando una frana lungo la sciara del fuoco determinò un maremoto in tutto il tirreno: per fortuna era dicembre e non agosto, altrimenti chissà cosa sarebbe potuto succedere. Comunque siamo molto più preoccupati del Vesuvio, anche come possibilità, rispetto ai vulcani sottomarini del Tirreno, in quanto i problemi immediati sono molto più elevati. Per quanto riguarda il Marsili, il Vavilov e gli altri vulcani sommersi nel Tirreno, pensiamo da anni allo sfruttamento dell’energia geotermica. Pensate che il Marsimi il più grosso vulcano d’Europa con una base di oltre 170 chilometri: si potrebbe sfruttare proprio l’energia geotermica. Però forse ci sono molte zone più accessibili sulla terra ferma. Anche sui Campi Flegrei stiamo facendo uno studio simile: sarà scavato un piccolo “pozzo” per studi fino a quasi 4 mila metri di profondità, non sarà verticale perchè dopo mille metri devierà verso il centro della principale caldera flegrea, partendo dai bordi. Vedremo cosa ne verrà fuori“.
Marsili diventerà un grande produttore di energia geotermica entro il 2015.
Certo niente di tutto ciò esclude un maremoto o uno tsunami, nè per il prof Martini nè per il prof Ortolani.
Cercando in rete poi si trovano le ipotetiche pericolosità del Marsili. Infatti, il peggior timore dei geologi tuttavia è un’eruzione sottomarina, che comporterebbe rischi non trascurabili, ma la vera paura è che una ipotetica eruzione possa determinare il crollo di una parete dell’edificio vulcanico; evento che causerebbe uno tsunami di proporzioni inquietanti mettendo a rischio l’incolumità degli abitanti di ben quattro regioni: Calabria, Sicilia, Sardegna e Campania.
Solo se il Marsili dovesse risvegliarsi sarebbe plausibile un tale scenario, sopratutto perchè buona parte delle rocce che compongono il Marsili è a bassa densità , fattore che accresce il pericolo di un collasso di grande entità in quanto ha come conseguenza la fragilità delle stesse; in tal caso l’altezza dell’onda del maremoto potrebbe raggiungere i 20 m.