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Marsili: uno tsunami di energia. Dal cuore del vulcano energia geotermica

Creato il 14 giugno 2012 da Yellowflate @yellowflate

Marsili: uno tsunami di energia. Dal cuore del vulcano energia geotermica Marsili, il vulcano più temuto d’Europa, può essere una importante fonte di Enercia.

Il Marsili come è noto è situato a sud, nei pressi del golfo del Policastro e, a quanto pare potrebbe persino scatenare uno tsunami mediterraneo

In realtà il Marsili è una ottima fonte di energia, infatti, sfruttare  il calore generato dal vulcano sottomarino Marsili è diventata  l’idea del progetto dell ‘azienda privata Eurobuilding  che in n collaborazione con Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv),  Centro di Ricerche e Studi Sperimentali per le Geotecnologie dell’Università di Chieti (Cers), Istituto di Scienze Marine (Ismar) del Cnr e Università Politecnica di Bari.

I lavori inizieranno nel 2013 e già in quella data il vulcano potrà produrre energia, infatti entro il 2020, Marsili regalerà all’Italia  circa 200 MegaWatt di energia elettrica sfruttando il calore dell’acqua che circola all’interno della struttura sottomarina del vulcano Marsili, così ha dichiarato all’Ansa uno dei responsabili del progetto  Diego Paltrinieri.

Il Marsili che  che si trova circa 140 chilometri a Nord della Sicilia, è considerata una delle zone più ricche di giacimenti di ‘calore fluido’ al mondo: l’acqua che si infiltra nei numerosi vulcani dell’area, nel complesso la più grande d’Europa, si surriscalda raggiungendo temperature fra 350 e 400 gradi. Secondo Paltrinieri “la struttura può essere immaginata come un grande bollitore pieno di acqua marina, riscaldato da un fornello a diversi chilometri di profondità e chiuso da un grande coperchio. Numerose fratture nella struttura permettono la circolazione al suo interno di grandi masse d’acqua”.

Il Marsili Project inizierà nel  2013, ha infatti  ricevuto l’autorizzazione da parte del ministero per lo Sviluppo Economico, prevede di realizzare una prima trivellazione del ‘coperchio’ per verificare le condizioni e la fattibilità dell’opera. Il passo successivo sarà infine pompare una parte di quell’acqua e utilizzarla, sotto forma di vapore, per mettere in movimento delle turbine per la produzione di energia elettrica. Nel rispondere ai possibili rischi legati alla realizzazione del progetto, Paltrinieri ha spiegato che “la sicurezza è garantita da tutte le verifiche del caso effettuate in particolare dai ricercatori di Ingv e dal fatto che nessuna azienda privata sarebbe mai disposta a investire soldi in un progetto se esistessero rischi di qualche forma”.


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