ittiri folk festa 2013 argentina
Grande emozione alla Messa dei Popoli- Girandola di colori danze e suoni alla Gran Parata dei Gruppi- Martedì a Lodine il gran finale del 28° Ittiri Folk Festa
Ci sono grandi feste dedicate al folklore, ci sono grandi spettacoli con ospiti stranieri, ma quello che accade ogni estate a Ittiri, da 28 anni, è qualcosa di unico, perché è un incontro di culture nel segno dell’ospitalità e amicizia, è un momento di condivisione che resta nei cuori dei partecipanti e negli occhi degli spettatori ben al di là della settimana degli eventi. La Messa dei Popoli celebrata domenica nella Chiesa di San Pietro è uno di quei momenti speciali. Al rito non hanno solo presenziato ma anche partecipato i gruppi stranieri alloggiati a Ittiri. E così, oltre ai canti del coro “Boghes e Ammentos” di Ittiri sono risuonate le musiche dell’Occitania, le preghiere cantate degli Argentini (il Paese di papa Francesco), il canto a cappella dei keniani, mentre le giovani ballerine del Taiwan hanno eseguito una danza religiosa.
Prima della seconda serata di ballo presentata come al solito da Ottavio Nieddu con la collaborazione di Maria Caterina Manca, la imponente Gran Parata con 17 gruppi. Ha aperto come da tradizione il suono delle trombe e dei tamburi “Sa Sartiglia” di Oristano. A seguire, le movenze aggraziate delle giovanissime ballerine cinesi dei Taiwan Cho-Shui-River Art Dance Ensemble-Yun Lin. Farfalle colorate nel vestito delle ragazze del Paraguay e anfora tenuta in equilibrio sopra la testa: un’abilità piaciuta alle centinaia di spettatori assiepati lungo il corso. Poi il primo gruppo sardo: le donne in costume e gli uomini di Sanluri orgogliosi col loro “collettu” di cuoio conciato. Ospiti dell’ultima ora, ma non per questo meno graditi, i percussionisti del Senegal. Nel corteo irrompono “Sos Corrajos”, maschere animalesche provenienti da Paulilatino, “su domadore”, “su randaceddu”, corna e volti anneriti, sospingono un aratro, tirano un carretto. Contrasto clamoroso: dal nero movimentato al bianco dei costumi indossati dagli alti ragazzi e ragazze dell’Ossezia del Nord, che danzano sulle punte al lento
ritmo cadenzato di una musica della Russia al confine con l’Asia. Le note sarde sono garantite dai nove fisarmonicisti della Fisorchestra di Ignazio Erbì. Ancora Sardegna col gruppo folk “San Sebastiano” di Samugheo: il verde è il tono dominante nel costume femminile, l’azzurro in quello maschile. Dall’Africa la gioia di vivere dei keniani del Nairobi National Folk Ensemble: questa volta usano la colorata stoffa al posto delle pelli di animali, le percussioni scandiscono il ritmo per il canto e la festosa danza. Il gruppo di Villaurbana propone le tradizioni dell’oristanese e della Marmilla, quello di Meana Sardo invece punta sulle maschere de “Is Scorronciadores”: legno o sughero, spesso corna e talvolta denti e zanne, pelli animali e campanacci. Le coppie argentine suggeriscono la passionalità e l’eleganza del tango: vestito verde con fiori arancioni per le donne, pantalone nero largo, camicia bianca e cappello per i gauchos. La chiusura spetta ai padroni di casa: l’associazione Ittiri Cannedu sfila con il costume autentico, quello femminile è ricco per tessuti e gioielli e con il rosa che predomina. A fare da retroguardia alla sfilata, i cavalieri dell’associazione ippica ittirese.
Martedì gran finale della edizione numero 28 di Ittiri Folk Festa: in piazza San Giorgio a Lodine (dalle 21) con i gruppi di Argentina, Kenia e Taiwan, oltre a quelli sardi.