Pensavo stanotte: ma com’è che al Collodi è venuto in mente di incarnare la coscienza in un grillo? Voglio dire: c’erano altre possibilità? Sì, ce n’erano. Che so: un uccellino, che appena ti svegli ti rompe le balle, fai questo, non fare quello, per esempio. Oppure un omino nella testa che ti dice: ohè, sta’ ‘tento, fai di qui e fai di là.
Invece, il grillo.
Che ora voi dite: ma che cosa pensi la notte? Non dormi?
Sì, di solito dormo, la notte.
Se posso anche di giorno.
Ma la notte di sicuro.
Invece stanotte, e ieri notte e l’altro ieri notte, pensavo.
Pensavo perché caspita il grillo.
Poi ho capito: perché anche Collodi è stato tenuto sveglio ore e ore dal un rompicoglioni di grillo che, lui voleva dormire, ma il grillo, no: cri-criii, cri-criii, criii, criii.
Tutta notte. Ininterrotto.
Appena fa buio e il marito comincia a vedere se la Pellegrini gliela fa, o se almeno gliela fa Baldini, il rompiballe comincia. Che la prima volta abbiamo girato per casa a vedere quale caspita di ventilatore gemeva in quel modo. Abbiamo un ventilatore tenuto su con una matita (giuro), pensavo cri-criii quello. Non era il ventilatore. Era il grillo.
Tutta notte.
Quando fa chiaro, smette.
Ora, tutto il mio appoggio a Pinocchio quando lo spiaccica (il grillo) con una martellata.
Se lo trovo, anch’io.