Martin Mystère n. 326, bimestrale Il paradosso di Fermi Soggetto e sceneggiatura: Luigi MignaccoDisegni: Paolo OngaroCopertina: Giancarlo Alessandrini Il programma S.E.T.I. è attivo per la ricerca di forme di vita extraterrestri. Di notte, quando le interferenze terrestri sono più deboli, la possibilità di intercettare qualche segnale può essere maggiore, ma il personale in servizio presso i radiotelescopi è nettamente ridotto. Quando un astronomo riceve un segnale in codice binario dallo spazio la sua emozione è totale. Purtroppo, dopo la prima telefonata ad un vecchio professore dell'università, sia lo scienziato che il messaggio spariscono nel nulla nel giro di una notte.Nello stesso tempo uno sconosciuto matematico è pronto a dimostrare la regola per identificare i numeri primi in pochissimo tempo, fenomeno matematico che sconvolgerebbe la nostra civiltà.Il vecchio professore dell'astronomo, intanto, preoccupato, contatta un suo caro amico, Martin Mystère, ed il suo assistente, Java, e tutti insieme si mettono sulle tracce dello scomparso. Peccato che oltre a loro a percorrere gli stessi sentieri di indagine ci siano anche due gruppi armati molto pericolosi.L'incipit della vicenda è intrigante: Enrico Fermi, la vita su altri pianeti, la comunicazione con specie aliene, un mistero matematico. Peccato che lo sviluppo della storia si evolva in una noia mortale. Un trama da sbadigli! Già l'elemento matematico, a cui gli sceneggiatori di Mystère ricorrono quando non hanno idee, è di una pesantezza assurda se poi lo prolunghi per più di 200 pagine e lo narri con la lentezza di un bradipo è ancora peggio.Ulteriore macigno sulla fruibilità della storia sono i disegni di Paolo Ongaro. Il sessantenne illustratore veneziano torna dopo lunga assenza (dal 2011) sulle pagine del Detective dell'Impossibile con un prova pessima. Se sei un illustratore non è detto che tu debba per forza anche fare il disegnatore. I suoi personaggi sembrano omini del crash test, dopo l'incidente, che si muovo per vignette poco incisive e dettagliate. Le teste e gli arti dei personaggi assumono posizioni assurde che interdicono il lettore e lo distraggono e demoralizzano ulteriormente durante la lettura.Ciliegina sulla torta è la caotica copertina di Alessandrini. Evidentemente, non avendo capito neanche lui molto bene la trama dell'albo a messo un po' di tutto, alla c@$$0. sperando che prendesse un senso dopo la lettura dell'albo. Nonostante il disegno curato ed i colori luminosi la prova del copertinista ufficiale della serie è insufficiente e non salva la pessima opera allestita da Mignacco e Ongaro.A memoria Mignacco sembra essere un po' fuori forma, speriamo che si riprenda presto. Ongaro è meglio che torni alle sue illustrazioni, anche per la Cina (come si vanta sul suo sito internet) e che ci rifletta bene prima di fare sprecare soldi ai lettori di Martin Mystère. Il passaggio a vuoto di Alessandrini ci sta, dopo tanti decenni senza sbagliare un colpo.Se volete avvicinarvi a questo personaggio Bonelli per la prima volta sappiate che questo non è il mese migliore, anzi forse proprio il peggiore da anni.Se siete affezionati lettori lo accetterete.Se siete indecisi verso quale fumetto della vostra collezione tagliare per risparmiare qualche soldo questo albo può ghigliottinare Martin Mystère.Comunque una boiata.
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Martin Mystère n. 326, bimestrale Il paradosso di Fermi Soggetto e sceneggiatura: Luigi MignaccoDisegni: Paolo OngaroCopertina: Giancarlo Alessandrini Il programma S.E.T.I. è attivo per la ricerca di forme di vita extraterrestri. Di notte, quando le interferenze terrestri sono più deboli, la possibilità di intercettare qualche segnale può essere maggiore, ma il personale in servizio presso i radiotelescopi è nettamente ridotto. Quando un astronomo riceve un segnale in codice binario dallo spazio la sua emozione è totale. Purtroppo, dopo la prima telefonata ad un vecchio professore dell'università, sia lo scienziato che il messaggio spariscono nel nulla nel giro di una notte.Nello stesso tempo uno sconosciuto matematico è pronto a dimostrare la regola per identificare i numeri primi in pochissimo tempo, fenomeno matematico che sconvolgerebbe la nostra civiltà.Il vecchio professore dell'astronomo, intanto, preoccupato, contatta un suo caro amico, Martin Mystère, ed il suo assistente, Java, e tutti insieme si mettono sulle tracce dello scomparso. Peccato che oltre a loro a percorrere gli stessi sentieri di indagine ci siano anche due gruppi armati molto pericolosi.L'incipit della vicenda è intrigante: Enrico Fermi, la vita su altri pianeti, la comunicazione con specie aliene, un mistero matematico. Peccato che lo sviluppo della storia si evolva in una noia mortale. Un trama da sbadigli! Già l'elemento matematico, a cui gli sceneggiatori di Mystère ricorrono quando non hanno idee, è di una pesantezza assurda se poi lo prolunghi per più di 200 pagine e lo narri con la lentezza di un bradipo è ancora peggio.Ulteriore macigno sulla fruibilità della storia sono i disegni di Paolo Ongaro. Il sessantenne illustratore veneziano torna dopo lunga assenza (dal 2011) sulle pagine del Detective dell'Impossibile con un prova pessima. Se sei un illustratore non è detto che tu debba per forza anche fare il disegnatore. I suoi personaggi sembrano omini del crash test, dopo l'incidente, che si muovo per vignette poco incisive e dettagliate. Le teste e gli arti dei personaggi assumono posizioni assurde che interdicono il lettore e lo distraggono e demoralizzano ulteriormente durante la lettura.Ciliegina sulla torta è la caotica copertina di Alessandrini. Evidentemente, non avendo capito neanche lui molto bene la trama dell'albo a messo un po' di tutto, alla c@$$0. sperando che prendesse un senso dopo la lettura dell'albo. Nonostante il disegno curato ed i colori luminosi la prova del copertinista ufficiale della serie è insufficiente e non salva la pessima opera allestita da Mignacco e Ongaro.A memoria Mignacco sembra essere un po' fuori forma, speriamo che si riprenda presto. Ongaro è meglio che torni alle sue illustrazioni, anche per la Cina (come si vanta sul suo sito internet) e che ci rifletta bene prima di fare sprecare soldi ai lettori di Martin Mystère. Il passaggio a vuoto di Alessandrini ci sta, dopo tanti decenni senza sbagliare un colpo.Se volete avvicinarvi a questo personaggio Bonelli per la prima volta sappiate che questo non è il mese migliore, anzi forse proprio il peggiore da anni.Se siete affezionati lettori lo accetterete.Se siete indecisi verso quale fumetto della vostra collezione tagliare per risparmiare qualche soldo questo albo può ghigliottinare Martin Mystère.Comunque una boiata.
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