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Martin Schulz a Sant’Anna: “Silvio? Uno smemorato”.

Creato il 13 agosto 2012 da Massimoconsorti @massimoconsorti

Martin Schulz a Sant’Anna: “Silvio? Uno smemorato”.

Secondo noi, non standoci né un casino né un casinò, dove diavolo si trovi Sant’Anna di Stazzema, Silvio neppure lo sa. Il fatto è che dopo essere stato costretto a sdoganare i fascisti per governare, Nano Bifronte ha pensato di revisionare un po’ la storia patria proprio come se fosse la sua monovolume. Per cui, Mussolini è diventato un grande statista, il fascismo il periodo storico di maggior prestigio internazionale dell’Italia, le leggi razziali una svista politica, gli esili degli antifascisti vacanze in località turistiche più o meno amene. Inoltre. Matteottiandò a sbattere accidentalmente contro la balaustra del Lungotevere Romano, Antonio Gramsci morì a causa della puntura di una zanzara anofele in incognito, Piero Gobetti si imbattè per caso in un gruppo di teppisti in camicia nera che lo pestarono perché stavano loro sul cazzo gli occhiali che portava; i repubblichini erano degli eroi morti per un ideale, proprio come quei comunisti e anarchici dei partigiani. Ancora, le foibe uguali alle Fosse Ardeatine e alle esecuzioni sommarie dei rivoltosi che cercavano di cacciare i nazisti dall’Italia. I danni che la politica revisionista di Silvio ha causato, li vedremo fra un po’, quando i nuovi testi di storia patria avranno fatto presa nella mente dei nuovi giovani Balilla, per il momento possiamo solo prendere atto che questo signore in Caraceni ha tentato, inutilmente, di cambiare la storia del Paese solo, e ancora una volta, per potersi fare i cazzi suoi con l’aiuto di nostalgici del rango di Gianfry Fini, Gnazio La Russa e Maurizio CasparGasparri: fior di statisti. Ma torniamo a Sant’Anna di Stazzema. Lì, in piena campagna lucchese, il 12 agosto 1944, i nazisti uccisero 560 (non è un refuso) persone: vecchi, donne, bambini e qualche imboscato indeciso se andare in montagna o fermarsi in paese. Non li bombardarono mica, li fucilarono, guardandoli uno per uno (560) negli occhi come si fa con i maiali prima di sparargli dietro la testa. Più che un regolamento di conti fu un eccidio gratuito, una violenza inutile messa in atto da un esercito che, prima che dagli Alleati, era stato sconfitto dalla Storia. A commemorarli, ieri, è arrivato direttamente dal Parlamento Europeo che presiede, Martin Schulz, il politico tedesco che Silvio invitò in Italia offrendogli la parte del kapò in un film sui campi di concentramento. Se qualcuno ricorda la scena penosa della performance di Silvio a Strasburgo, non potrà non prendere atto definitivamente di che pezzo di presidente del consiglio ha governato questo Paese negli ultimi (quasi) 20 anni. A Schulzquell’uscita di Nano Bifronte non andò proprio giù e ogni volta che gli capita di parlare di Silvio o, semplicemente, di accennare alla sua politica, non perde occasione per tirargli schiaffi direttamente in faccia. Ieri, riferendosi proprio a Silvio, ha detto: “Sono sempre molto impressionato da quei politici che sono stati al governo per 10 anni e se poi stanno fuori dal governo per 8 mesi, fanno finta di non aver niente a che fare con quei 10 anni precedenti”. A Sant’Anna è volato un brivido, magari è lo stesso di chi ancora tenta di definire le morti di quel periodo tutte uguali. Nessuna morte sarà mai uguale all’altra, men che meno quella di un republichino messo a confronto con un partigiano. E non sarà il revisionista Silvio a farci cambiare idea, perché la Storia idea non la cambia mai, lei si fa forte dei fatti.  



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