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I Martyrdöd sono una band svedese crust punk, una delle migliori in circolazione nell'affollata scena scandinava e in tutto il pianeta terra. Il precedente album, il devastante "Paranoia" del 2012 è stato uno dei dischi che ho ascoltato più in assoluto negli ultimi tempi (peccato solo che sono riuscito a procuramelo quando avevo già stilato la classifica di fine anno, altrimenti avrebbe meritato un posto sulla vetta). Ma la loro discografia è tutta di eccellente qualità a partire dal debutto omonimo del 2003 sino al nuovo, eccezionale, Elddop, oggetto di questa piccola recensione.I quattro di Gothenburg proseguono il loro cammino affinando ulteriormente la loro collaudata ricetta a base di hardcore, d-beat, metal e crust, con sempre più tracce metal (soprattutto thrash e black) presenti tra i solchi e ben amalgamate e diluite nel contesto Crustcore.Per quanto anche questo disco sia potente, veloce e aggressivo come sempre, non viene tralasciato affatto anche l'aspetto melodico, soprattutto nei favolosi fraseggi di chitarra di stampo heavy metal, come si può subito sentire già dall'ottima traccia iniziale "Nödkanal."Ma quando spingono sull'acceleratore, come nella successiva "En Jobbig Jävel" non ce n'è più per nessuno: violentissimo d-beat-crust punk di qualità pregiata sul quale aleggia l'ombra dei Motorhead.La melodia riesce anche a trovare uno spazio anche nella gola di Kjellam, anche quando la band supera i limiti di velocità come nella favolosa titletrack. In un caso (nella bellissima bonus track affidata alla voce della cantante e chitarrista Kajsa Grytt) viene anche ingentilita dalla presenza femminile.In tutto il disco si sente la presenza del peso dell'eccezionale scuola hardcore svedese (Disfear, Totalitär, Wolfbrigade) come anche l'ombra dei padri e maestri del D-beat (i Discharge, ovviamente) ma i Martydöd, a differenza di molte altre band che si dedicano a questi suoni, ce ne mettono parecchia di farina dal loro sacco: il loro marchio di fabbrica è inconfondibile; una loro canzone si riconosce subito dopo sole poche note. Quelle maledette chitarre poi non si riesce più a togliersele di testa.In Elddop tutta la scaletta è caratterizzata da un'alternanza di feroci aggressioni d-beat (Synd, Varningens Klockor, Hjänspöken) e brani leggermente "meno" violenti e decisamente virati al metal (Prästernas Tid, Martyren).Probabilmente è l'album più accessibile di tutta la discografia dei Martyrdöd e, nonostante la violenza e la furia imperanti, potrebbe anche essere in grado di varcare di confini della cerchia di appassionati di musica estrema. Infatti l'atmosfera che si respira è meno cupa e opprimente rispetto al loro standard, quindi risulta adatto anche a chi soffre di claustrofobia. È giunto il tempo di sdoganare il crust punk e "Elddop" ha tutte le carte in regola per poterlo fare.Questo è un gran disco, ragazzi...
Tracklist:
01.Nödkanal
02.En Jobbig Jävel
03.Synd
04.Mer Skada Än Nytta
05.Prästernas Tid
06.Victoria
07.Tentakler
08.Slavmanual
09.Elddop
10.Skum Pä Världens Hav
11.Varningens Klockor
12.Steg
13.Martyren
14.Hjãrnspöken
Bonus Track:
15.Under Skinnet (music. lyrics & vocals by Kajsa Grytt)
Southern Lord - 2014
Formazione:
Fredrik Reinedahl - basso
Jens Bäckelin - batteria
Mikael Kjellman - voce, chitarra
Pontus Redig - chitarra
Discografia:
Martyrdöd - 2003
In Extremis - 2005
Sekt - 2009
Paranoia - 2012
http://martyrdoedsl.bandcamp.com/releases
https://www.facebook.com/martyrdod
https://www.southernlord.com