Questo articolo è stato scritto per la webzine fumettidicarta
E’ proprio vero che siamo ciclici, a turno tutto riciccia fuori.
“Riciccia” è un neologismo, e se non lo è direi che me lo sono inventato adesso: letteralmente significa, risbucare, rispuntare, ricomparire.
E si riciccia fuori tutto, proprio tutto, vi ricordate il periodo dei Dinosauri?
Dopo Jurassic Park, dovunque posavi gli occhi c’era un triceratopo o un tirannosauro che ti faceva l’occhiolino. O uno di quei “velociraptor” che non ho mai capito se sono esistiti davvero o se li è inventati Crichton..
Poi qualche anno fa è stato il turno dei vampiri, solo che per il vampiro, c’è stato un restylin’, per farci sopra un pò di marketing, che non guasta mai.
E quindi si è passati dal Nosferatu di F. W. Murnau, calvo, ratichito, brutto come la fame, che poteva sperare di lasciar tremendi succhiotti sulle gole di avvenenti provincialotte giusto grazie al suo potere ipnotico, dicevo si è passato ai vampiri della serie Twlight, tutti griffati, giovani, che se ne sbattono della luce del sole, dell’aglio e delle croci, e sono talmente fighi, a parte sto pallore da “emo”, che potere ipnotico o meno, le ragazze gliela tirano letteralmente dietro… la gola, che avevate capito?
Per esempio la prima miniserie televisiva The Walkin deads trasmessa su Fox non è stata affatto male (tratta tra l’altro da un fumetto); in campo fumettistico, la puzza di morto era molto forte sia in Blackest Night della DC, [miniserie maxievento con contorno di crossover, conclusasi da poco qui da noi, che ha come merito di essere riuscita a tener desta l'attenzione dei lettori fino alla fine, con una buona appetibilità, nella quale un nuovo corpo di Lanterne, le Lanterne Nere, composto da supereroi deceduti, ha infestato lo spazio e la Terra, questi zombi, però erano definibili come tali solo perchè erano dei morti ritornati alla vita, ma di riconducibile all'immaginario collettivo non avevano altro, prima di tutto non mangiavano carne umana, per lo più si cibavano di emozioni, mirando simbolicamente al cuore delle proprie vittime.] sia in Necrosha, risposta Marvel alla nuova moda, che ha resuscitato i vecchi mutanti morti, di cui però lascio parlare il buon Lopez.
Eppure quello di Necrosha, non è stato il primo tentativo di necrofilia della Marvel, qualche tempo fa ci avevano già provato con la miniserie Marvel Zombie di Kirkman disegnata da Sean Phillips. Idea nata a sua volta da una storiella di Millar sugli Ultimate Fantastic Four, dove Reed Richards veniva a contatto con la sua controparte non-morta e malvagia di una terra parallela, terra nella quale, l’infezione si era trasmessa solo ai superesseri, che in meno di tre giorni avevano praticamente mangiato quasi tutta la popolazione. Ultimo Baluardo contro i mostri, ironia della sorte, Magneto il terrorista mutante, scampato all’infezione, e autoreclamatosi difensori degli ultimi umani rimasti vivi nella ormai deserta, devastata e puzzolente New York.
Ricorda la prima terra parallela che vediamo cadere in Crisis, quella dove tutti i supereroi erano cattivi, e l’unico eroe buono era Lex Luthor, come dicevo tutto riciccia fuori, ma è Millar, colpa sua se è nato solo adesso e le idee migliori le hanno già usate?
No, comunque questo è l’incipit che fa da cappello, alla saga dei Marvel Zombies, miniserie fuori continuity, che narra le gesta degli Eroi della Marvel, dopo che si sono trasformati in zombi affamati di carne umana, e la loro ricerca febbrile di carne fresca da fagocitare, in un mondo ormai desertificato e distrutto, background grigio e devastato tipico insomma dei film sul genere.
L’autore di Walking Deads, si districa bene sia con i morti gozzoni, che con i vivi con i superpoteri, sua infatti è anche l’ ottima Invincible, serie fumettistica di genere supereroistico, che ha rinfrescato per un pò l’aria nell’ambiente, di cui chissà, magari si parlerà in futuro.
Soluzione obbligata evidentemente, visto che i veri protagonisti della storia non sono il solito gruppo di umani che deve salvarsi, ma al contrario sono proprio gli zombi, (e qui è il vero tocco di classe di Kirkman che fonde i generi in maniera eccellente), zombi che sembrano ritrovare solo un minimo di umanità quando la fame si placa, un paradosso mica da niente.
Immaginatevi per un attimo la situazione, i superoi devono salvare gli uomini da una nuova minaccia, la più temibile, loro stessi, ma per salvarli hanno bisogno di tornare a pensare lucidamente, senza la “fame” che li tormenta, e per placare la fame devono mangiare chi in teoria dovrebbero salvare… Detto così è da mal di testa, ma è tra le cose più geniali potreste sognarvi di trovare tra gli scaffali in fumetteria.
Pensare di buttare giù una miniserie tutta incentrata su un gruppo di morti in calzamaglia che non dicono una parola e vagano per le strade alla ricerca di qualcosa da mangiare, conservare cioè intatte le caratteristiche degli zombi di Romero, su un fumetto sui supereroi, era un vero e proprio suicidio editoriale, quindi ecco il classico ribaltamento dei ruoli, buoni-cattivi, qui indorato da una trama “Horror- Splatter” che lo rende così appetibile.
Anche il disegnatore Phillips, si destreggia bene, e i ritocchi grafici di decadimento che opera nelle sue tavole, sui personaggi e sugli sfondi in cui si muovono, si sposa più che bene con la storia grottesca di Kirkman.
Nessuno parla mai dei coloristi di solito, eppure, per Marvel Zombies, bisogna spendere due parole di encomio anche per Chung, il colorista, che sceglie opportunamente toni scuri, quasi a stendere un velo grigiastro sull’intera tavola, sui personaggi e i paesaggi, donandole un’ efficace atmosfera mortifera, che esprime al meglio la tragica situazione in cui si trova il genere umano, ormai sull’orlo dell’estinzione.
Insomma se ne raccomanda caldamente l’aquisto, o quanto meno la lettura, vi consiglio l’acquisto del volume “Grandi Saghe” che per dieci euro “regala” anche la miniserie introduttiva di Millar di cui sopra.
Ma Marvel Zombies quindi non ha un difetto?
Si che ce l’ha. Il difetto tremendo di questa opera è stata la sua “serializzazzione”, il primo volume è un gioiellino, gradevole persino nell’epilogo, ma purtroppo la dura legge del capitalismo non perdona mai, trovato un filone d’oro si tende a sfruttarlo fino a che non si esaurisce, nel nostro caso, alla Marvel hanno pensato bene di dare dei seguiti a “Marvel Zombies”, ma per quelli, che sono veramente ma veramente pessimi, l’acquisto è raccomandato solo ai maniaci ossessivi e autolesionisti.
Baci ai pupi.
Gennaro Cardillo