Mary Beard mi presenta i Romani su Sky

Da Fioridilylla @c_venturini

Mary Beard

Mary Beard, docente di Discipline Classiche a Cambridge e scrittrice, è la protagonista indiscussa del lunedì di Sky con il suo programma "Ti presento i Romani". In Inghilterra è stata definita non adatta alla tv perché brutta, rispetto ai canoni estetici del tempo. Tuttavia, il suo sorriso e la sua eccentrica quanto coinvolgente passione per i Romani ha fatto piazza pulita di tutte le malelingue sul suo conto. La sua competenza e l'amore per le materie di studio sono la sua migliore spada. Ti presento i Romani propone qualcosa che in Italia non esiste: la cultura vissuta come appassionante e divertente momento di intrattenimento. Se la vostra conoscenza di storia romana non è approfondita e se gli echi del passato esercitano su di voi un minimo fascino, un guizzo di interesse, un sobbalzo dell'anima che ricorda il fuoco sacro della passione, Mary Beard è un'occasione di apprendimento importante. Non aspettatevi, se non in rarissime occasioni, di incontrare italiani o di mangiare la solita minestra sull'Impero. Ricercatori delle più eminenti università del mondo accompagnano la Beard nel racconto della Roma viva, aiutandola nell'opera di resurrezione dalle pietre delle anime immortali.
L'appuntamento con Mary Beard è una dipendenza. Ti presento i Romani è una trasmissione che mi ha avvinghiato a sé lentamente. Non dalla prima, non dalla seconda, ma dalla terza puntata. Sarà perché mi ha mostrato l'unica culla romana ritrovata e conservata a Pompei; sarà perché le storie estrapolate dalle lapidi evocano realtà ed emozioni vicine, anche se appartenenti a miriadi di secoli fa. Sarà perché la Beard si fa le domande giuste e cerca le risposte creando un documentario tridimensionale, multicolore, dalle voci che intonano cori a cappella dall'aldilà. Ci sono gli imperatori, ma sono figuranti di poco conto. I protagonisti sono le persone comuni. Descrivendo chi erano i veri Romani, ha fatto la mia descrizione: persone venute da chissà dove, per chissà quale motivo, che si realizzano in vari modi. La vita caotica dell'epoca evidenzia come Roma sia realmente eterna. Non è cambiato niente, anche se è cambiato tutto. Le divisioni sociali, le abitazioni ammassate le une sulle altre, il proliferare di mille tipi di lavori, di mendicanti, di malattie, di problemi con la rete fognaria, con la pioggia, con i rifiuti, con la sanità, con le conseguenze delle scelte politiche nella vita dei miserabili, dei bambini, degli ultimi degli ultimi, ma anche dei ricchi, dei commercianti e dei senatori.
Roma ce l'ho sotto il naso tutti i giorni. Mi accorgo di essere diventata romana (secondo corrente definizione) dal momento che tutti i monumenti che mi circondano mi lasciano (quasi) indifferente. O meglio. Come tutti i romani, li sento perenni, più che scontati. Non provo più l'emozione del turista, per capirci. Il Colosseo è mio ogni giorno (e potrei continuare in eterno con questi esempi). Mary Beard è stata in grado di farmi guardare con attenzione e occhi nuovi posti in cui bazzico spesso, vicoli in centro, angoli offuscati dalle moderne architetture e che, invece, al loro interno, nella profondità della terra, racchiudono misteri che serpeggiano lungo tutti i sotterranei, dall'Appia al Campidoglio e oltre. 
Essere una puerpera a Roma: com'era? A Pompei hanno trovato uno speculum dell'epoca: non so dirvi l'orrore che mi ha suscitato questo aggeggio arrugginito a manopola! Mary mi ha raccontato cosa succedeva alle donne che non riuscivano a partorire perché il feto era incastrato oppure era morto. Le pratiche erano abominevoli, peggio di un film dell'orrore: si utilizzava un uncino, che veniva arpionato alla testa del feto e con questo estratto a forza. In quale libro di storia troviamo una simile ricostruzione del quotidiano? La forza della lotta alla sopravvivenza appare in tutta la sua durezza. Diventare adulto era un privilegio. Invecchiare era un occasione concessa ai più fortunati. Guerre, malattie, il caso: tutto attentava alla vita di una persona a partire dal momento del concepimento. Roma non è mai stata una città semplice. Scoprire fino a che punto fosse purulenta e magnifica al tempo stesso lascia senza fiato. Ancora di più stupisce ritrovare così tanta vitalità e tanta capacità di godersi il quotidiano, le gioie semplici, i piaceri lussuriosi attraverso le incisioni nei cimiteri della plebe. Sarà che la Chiesa non aveva ancora iniziato il suo dominio culturale e morale, sarà che all'epoca anche il sesso era vissuto in modo diverso, sarà che tutti erano consapevoli che ogni giorno poteva essere l'ultimo, ma in Roma scorreva la vita, prima ancora del vino, dello sperma e del sangue.
Il documentario prende vita nei musei capitolini; acquista immagini dai mosaici e dai ritratti, dalle pitture che raccontano il quotidiano in un bar di periferia. Le voci, il sonoro esplode nei disegni rupestri dei bambini che avevano la rara fortuna di andare a scuola così come le memorie dei mariti  ci raccontano, seppur in latino, un mondo di vizi e virtù, passioni e bugie, violenze e carnalità. La storia dei delitti familiari e delle dipendenze da sostanze ci ricordano che tutto il mondo è Paese e che anche da noi c'erano le spose bambine e i bambini lavoratori. La storia è bella raccontata così. In modo corposo, succulento, vivo, basato costantemente su una ricerca filologia e scientifica non appesantita dal dogmatismo accademico tipico italiano. Poche sono le sequenze in cui la Beard non ha in mano un libro, una mappa rupestre dell'epoca o in cui non si trovi direttamente all'interno di monumenti, stanze, catacombe, ville, terme, anfiteatri. Tutto il suo dire prende avvio dai poeti e scrittori romani, si affida alle rimembranze rese eterne dalle statue, segue le briciole lasciate dai ritrovamenti archeologici... ovviamente in siti archeologici studiati da equipe estere come quelle provenienti da Oslo o dal Texsas. Incidentalmente è apparsa un'antropologa italiana, ma immagino questa scelta sia stata obbligata visto che Roma si trova in Italia e Sky ha clienti italiani. 
Nessun cattedratico italiano è intervenuto, prendendo il cappuccino all'ombra del Pantheon per chiacchierare delle consuetudini dei panettieri, degli schiavi e dei liberti. Nessun numinoso docente è stato interpellato per sciogliere i dubbi legati agli incendi di Roma, ai metodi, ai perché. Tutto questo fa riflettere. Al tempo stesso, Mary Beard e Ti presento i Romani garantiscono due ore di svago. Se pensiamo che ci stiamo divertendo con la storia romana e con la cultura quasi ci viene un tracollo. Qui, in Italia, è un pochino un'eresia considerare la cultura come divertente, però possiamo fare finta di niente e lasciarci guidare, prendendo spunti per visite in loco o letture di approfondimento future. Tutto sommato, se fossi docente nella bibliografia per gli studenti includerei anche la visione delle puntate di questo programma. Certo, non sarà aulico, ma è realistico e ciò ben si adatta all'accademico proliferar delle serie di volumi su Cesare, su Catilina e su tutti coloro che vennero dopo e prima e durante. 

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