marzo è finito (quasi)

Udite udite,
come promesso,
oggi la marta è di buon umore.
Ma non perché lo avevo promesso,
proprio perché è vero e i miei fiori forse stanno ritrovando colore.
Il papà è tornato a casa ieri pomeriggio.
Delicato come una viola di città,
pallido come carta velina,
traballante come filo d'erba al vento di Milano oggi,
ma a casa, felice.
Ieri, perso nella sua vestaglia, sorrideva sotto i baffi che non ha.
L'ho visto, quindi non può negare.
La suocera sta bene anche lei,
lo hanno detto anche i signori del laboratorio
e se lo dicono loro è sempre una festa.
Ettore è guarito: fine del film horror che mi aveva trapanato la testa qualche notte fa.
I ritmi della big family stanno ritrovando il giusto battere e il giusto levare,
nella consueta frenesia che ci stordisce tutti.
Marzo sta per finire, anzi è praticamente finito e, visto il suo andazzo, mi sembra un'ottima cosa.
Ieri sera poi sono uscita,
mi sono vestita carina ché era un mese che manco ci pensavo a che cosa indossavo,
pantaloni, maglietta, maglione e via, i primi che capitavano in mano.
Ho pedalato di notte nella mia bella Milano deserta,
ho bevuto bicchieri di vino rosso,
ho visto belle facce, bei vestiti, belle scarpe.
Ho visto luoghi intrisi di energia creativa che frizzava di qua e di là e chissà se era contagiosa,
ho baciato e abbracciato il mio uomo ché ero fiera lì con lui,
ho riso tanto con la mia amica e anche con il suo amico.
Al resto, alle zone grigie che avanzano e incombono, ieri e oggi non ho pensato,
e non ho voglia di pensarci nemmeno domani.
Ascolto musica danzereccia, guardo i miei fiori.
Adesso va bene così.