Magazine Media e Comunicazione

Masi e lo spirito aziendale

Creato il 20 ottobre 2010 da Eno

Masi e lo spirito aziendale

Masi continua a essere al centro di diverse e giustificate polemiche a causa della sua propensione ad accondiscendere ai diktat del capo. Dopo aver tentato di congelare Michele Santoro (a proposito, ho provato dei “brividi” nel corso dell’intervista che ha rilasciato a Paragone nella puntata dell’Ultima parola dello scorso 15 ottobre), a quanto pare ne ha combinata un’altra delle sue, peraltro ampiamente preannunciata.

“Vieni via con me”, programma in quattro puntate (o forse due, o forse tre, o forse mezza) a cui dallo scorso aprile stanno lavorando Fabio Fazio e Roberto Saviano, è in forse a causa dei boicottaggi messi in atto dalla Rai. Nel corso di un’intervista rilasciata a Mentana nel Tg7 di ieri sera, Saviano ha detto che nel corso di questi mesi si sono verificati fatti piuttosto “bizzarri”: si va dalla “disorganizzazione” di base che non consentirà agli ospiti stranieri, che erano stati invitati e che già avevano dato la loro adesione (ma senza una conferma ricevuta in tempo utile, non parteciperanno), alla questione dei compensi di ospiti come Benigni e altri che, si scopre poi, avevano dato la loro disponibilità anche a titolo gratuito. Sono troppe le vicende che hanno messo in seria difficoltà una serena lavorazione del programma in cui si affronteranno (o forse no) temi spinosi come quello del dopo terremoto in Abruzzo, dei rifiuti di Napoli magicamente riapparsi, della fabbrica del fango (vedi Il Giornale & c.) e delle connivenze tra mafia e politica.

Saviano dice: « Non vogliono che le storie che ho scritto siano raccontate in prima serata e arrivino a molte persone», e il motivo è facilmente comprensibile.

Masi e lo spirito aziendale
In buona sostanza mai come negli ultimi anni in Rai c’è gente che manovra affinché a qualche “sovversivo” buontempone non venga in mente di raccontare alla gente ciò che realmente accade in questo Paese, e quindi vanno bene, anzi benissimo, i servizi del Tg1 e gli edit(t)oriali di Minzolini, vanno bene i plastici di Vespa e le “leggende” di Paragone, ma non è affatto visto di buon occhio chi ha l’ardire di non omologarsi al pensiero unico e tenta di aprire gli occhi agli italiani. Poco importa che a pagare il canone non siano solo coloro che votano per il centro-destra, poco importa se certe trasmissioni, come Annozero o quella di cui sopra, portano nelle casse dell’azienda (messa pure male) parecchi soldi con gli introiti pubblicitari, e in ultima battuta… chi se ne frega del pluralismo! Ciò che importa è non far incazzare qualcuno, che poi quello prende il telefono e comincia ad andarci giù pesante.
Nell’intervista a Paragone Masi ha detto che un suo dipendente (Santoro) gli ha mancato di rispetto e per questo va punito. Wow! Illuminato da uno spirito aziendale! A questo punto però sorge spontanea una domanda semplice semplice: un manager che si rispetti non dovrebbe avere il ruolo di salvaguardare le casse dell’azienda per cui lavora? Da quel che si viene a sapere, a me sembra piuttosto che Masi stia facendo di tutto per mandare la Rai a carte quarantotto. O sbaglio?


 


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :