La vicenda è a metà tra il comico ed il paradossale e provo a ricostruirla partendo dai pochi dettagli trapelati.
Scena: in un noioso pomeriggio estivo post-lavorativo due amici quarantenni si ritrovano a casa di uno di loro a gironzolare sul web;
I fatti: tra i vari siti si soffermano su Second Life. L’uomo sposato non lo conosce così l’amico per fargli capire le potenzialità del sito decide di fargli vedere come sia possibile anche fare sesso cibernetico con escort di lusso . Divertiti dalla situazione, decidono di andare avanti. E’ il momento della scelta del partner da conquistare, l’uomo “esperto” del web decide di presentare all’amico sposato quella attualmente è la sua partner di cyber-giochi. E qui mi immagino la scena un po’ come quella di Fracchia e la Belva umana… Il proverbio dice che la fortuna è cieca ma la sfiga ci vede benissimo e anche stavolta risulta difficile dargli torto. Tra le centinaia di migliaia di virtual-zoccole la scelta cade sulla moglie dell’amico che, mente eccelsa questo le va riconosciuto, s’è iscritta a suo tempo sul sito con tanto di nome e cognome. L’espressione dell’uomo sposato, che non mi immagino una “cima” ma probabilmente arriva a contare fino a due, improvvisamente cambia, si rabbuia. Lascia l’amico al pc e si precipita a casa dove trova la moglie ancora davanti al pc in compagnia di alcuni clienti.
Il finale: la donna prova a ‘giustificare’ quella situazione dicendo che fare sesso virtuale non è tradimento, l’uomo al contrario sostiene di non esser in grado d’accettare che tra i sogni segreti della moglie ci fosse quello di fare la mignotta di lusso e di volersi concedere a più uomini. Così ha dato mandato ad un avvocato di procedere alle pratiche di separazione.
Il Chit pensiero: non sono un avvocato nè tanto meno un esperto di Second Life (me ne basta già una reale di vite!) ma non vedo molta differenza tra chi si cyber-prostituisce e chi fa il cyber-puttaniere così come non vedo profilarsi ,nè da una parte nè dall’altra, alte figure di riferimento morale e affettivo. Insomma, proporrei ai due invece di intasare i tribunali italiani con l’ennesima causa di separazione, magari di parlarsi e provare a rivalutare un po’ la realtà piuttosto che trovarsi a discutere sul virtuale.
Morale: se dovete fare le mignotte, nel gioco come nella realtà, sceglietevi se non di fantasia almeno un nome ed un avatar di un’altra persona che magari vi sta poco simpatica ma MAI il vostro perché, questa storia insegna, come anche in un mondo virtuale la sfiga possa essere terribilmente reale!?!
Dubbio finale: qualora i due decidessero di procedere nella separazione l’udienza si terrà al tribunale di Massa Carrara o sul sito di Second Life con un giudice-avatar? Mi verrebbe voglia di chiederlo all’amico dell’uomo sposato ma… meglio evitare mi sa.
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