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Massimo Gramellini e i ricordi d'infanzia in Romagna...

Creato il 26 aprile 2014 da Elena Bellini
Oggi sul Corriere di Romagna ho letto questo articolo di Massimo Gramellini che riporto qui sotto... e' una dedica speciale ai romagnoli come me, che mi ha fatto sorridere e commuovere allo stesso tempo...
"Sono figlio di una piemontese e di un romagnolo, come testimonia il cognome che mi fa sentire a casa solo in Romagna, perché altrove viene storpiato in Grammellini, Grammelini, Gramelini. Pur essendo cresciuto a Torino, dove i nonni forlivesi si erano trasferiti per lavoro, la Romagna rimane il profumo delle mie estati: ne ho imparato il dialetto da bambino, ascoltando le conversazioni interminabili tra il babbo e i suoi amici, sempre incentrate su temi decisivi: le donne, il cibo, i motori, ma soprattutto se Cesena sia più o meno importante di Forlì e se entrambe contino più di Rimini e Ravenna.Il mio romagnolo del cuore era un cugino del babbo. Aveva fatto abbastanza fortuna da potersi permettere una Dino Ferrari che in dieci anni avrà percorso sì e no una cinquantina di chilometri. La toglieva dal garage soltanto la sera, dopo il lavoro, per attraversare la piazza e farla rombare in faccia agli amici del bar. Poi la riparcheggiava in garage e raggiungeva gli amici in bicicletta.Riconosco di non essere un giudice imparziale: dei romagnoli mi piace tutto, ma più di tutto le romagnole, che fin da bambino rappresentano il mio ideale estetico, erotico e anche etico: sono le donne più coraggiose che ho mai conosciuto. La mia Romagna sono loro, è il sangue anarchico e passionale che mi scorre nelle vene, il mio idealismo e anche la mia permalosità. E’ l’ultima passeggiata per le strade di Forlì con il babbo, poco prima che morisse: il suo testamento sentimentale."                                                                                          Massimo Gramellini

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