Sarà ordinato diacono permanente giovedì 8 maggio alle ore 18.00 da S. E. Mons. Francesco Nolè il dottor Massimo Pace nella Cattedrale “Maria SS. Annunziata” di Tursi. Trasfusionista presso l’ospedale civile di Policoro (MT), classe 1967, Massimo Pace è sposato dal 2001 con Lidia Lanzione ed è padre di quattro ragazzi.
Partecipe dell’esperienza ecclesiale della Fraternità di Emmaus, Pace, nativo di Napoli, ha vissuto la formazione teologica presso l’Istituto di Scienze Religiose di Matera ed è stato accompagnato da don Saverio Zorzi, rettore del Santuario di Anglona (Tursi) e responsabile della formazione permanente dei diaconi.
Un’occasione straordinaria perché la Diocesi di Tursi-Lagonegro mediti sulla dimensione del “servizio” che è propria di tutti i battezzati ma che rimane ontologica per tutti i ministri ordinati.
In questo momento in particolare, in cui risuona sovente l’invito di Papa Francesco a curare le periferie esistenziali la Comunità ecclesiale è chiamata a riscoprire la categoria teologica del “povero” quale ripresentazione del Cristo che attende solidarietà e domanda tenerezza.
Monsignor Nolè, mentre loda il Signore per la circostanza, raccoglie ed esprime la gioia della Diocesi che continua ad essere benedetta dal Signore con tanti suoi doni: “L’Ordinazione diaconale di Pace permette alla Comunità Cristiana tutta di riscoprirsi chiamata a servire ogni uomo, a porgere la gioia del Vangelo e della fede cristiana, ad essere attenta e solidale verso ogni persona. Massimo offrirà il suo ministero in particolare nella realtà ospedaliera in cui offre il suo lavoro”.
A proposito del Diaconato il Catechismo della Chiesa Cattolica afferma: “Per l’ordinazione al diaconato soltanto il Vescovo impone le mani, significando così che il diacono è legato in modo speciale al Vescovo nei compiti della sua «diaconia». I diaconi partecipano in una maniera particolare alla missione e alla grazia di Cristo. Il sacramento dell’Ordine imprime in loro un sigillo (carattere) che nulla può cancellare e che li configura a Cristo, il quale si è fatto «diacono», cioè servo di tutti. Compete ai diaconi, tra l’altro, assistere il Vescovo e i presbiteri nella celebrazione dei divini misteri, soprattutto dell’Eucaristia, distribuirla, assistere e benedire il Matrimonio, proclamare il Vangelo e predicare, presiedere ai funerali e dedicarsi ai vari servizi della carità. Il diaconato permanente costituisce un importante arricchimento per la missione della Chiesa. In realtà, è conveniente e utile che gli uomini che nella Chiesa adempiono un ministero veramente diaconale, sia nella vita liturgica e pastorale, sia nelle opere sociali e caritative siano fortificati per mezzo dell’imposizione delle mani, trasmessa dal tempo degli Apostoli, e siano più strettamente uniti all’altare, per poter esplicare più fruttuosamente il loro ministero con l’aiuto della grazia sacramentale del diaconato” (1569-1571).
don Giovanni Lo Pinto