«L’assessore è sorpreso dal tono inaspettatamente offensivo e violento delle mie parole. Arretra di un paio di passi. Dal suo volto rugoso e sudaticcio scompare ogni traccia di sicumera. Non mollo la presa e lo incalzo. “Lei” gli urlo puntandogli contro il mio dito affilato come un bisturi “prima si riempie la bocca con tutte quelle parole sulla filosofia, sul rinnovamento, sul sapere, sulla spiritualità, sui e veri e incorruttibili ornamenti dell’anima e poi… e poi, cosa fa? Chiude la biblioteca?” “Ma.. io… c’ho le mani legate… io ho semplicemende eseguito…” abbozza una timida reazione indietreggiando ulteriormente. “Avanti. Mi dica. Che fine hanno fatto tutte quelle belle parole sulla cultura?” “Lei ne sta facento una questione personale, una questione di vita o di morte. E poi… e poi… mi spiega che cosa c’entra la biblioteca… con la cultura?” farfuglia sempre più sulla difensiva».
L’assessore alla cultura Gross Donkey viene assassinato a suon di bastonate sul cranio. Perché mai? Chi avrebbe potuto avere tanto in odio il mediocre personaggio? Nulla di rilevante da poter essere notato dai più. Eppure lo sgradevole politicante muove cinque figure dai nomi (d’arte) che, in questi tempi di troika in cui solo la Grecia sembra aver alzato il capo, fanno quantomeno soffermare. Dionisio Trace, Cratete di Mallo, Partenio di Nicea, Eutichio Proclo, Asclepiade di Mirlea sono i protagonisti strenui difensori della lingua italiana del pregevole e stravagante La strage dei congiuntivi, ultimo romanzo di Massimo Roscia.
Dionisio e i suoi sodali, ossia un analista sensoriale, un bibliotecario trasferito ai servizi cimiteriali, un dattiloscopista della polizia e un professore di letteratura sospeso dall’insegnamento, combattono una guerra disperata, battaglia dopo battaglia (in cui l’uccisione di Donkey serve a dare il la) volta ad annientare quanti la lingua italiana la triturano, la frantumano, la riducono in poltiglia.
Con tinte fosche si vanno annientando i personaggi più disparati per tentare il ripristino dell’integrità della lingua più bella al mondo. Appassionato ripristino della lingua più bella al mondo che coincide con il ripristino del decoro; ripristino del decoro che coincide con il ripristino della civiltà.
C’è vivida compassione, cum patior autentico, nel delineare le personalità dei protagonisti, uomini in apnea in una società con un senso civico ridotto ai minimi termini. L’amore per la bella lingua è un collante portentoso, crea senso di appartenenza e così questo mal de vivre lo si patisce insieme.
«Gli racconto tutto. Gli racconto del fastidio che da sempre provo nell’ascoltare individui che fanno scempio della grammatica; miserrimi individui incapaci di adottare comportamenti linguistici virtuosi o quanto meno accettabili; individui che ignorano la varietà e la flessibilità delle strutture morfosintattiche, individui che sbertucciano la consecutio temporum; individui comicamente incerti nell’uso di un passato remoto o tragicamente goffi nell’inversione di un singolare e un plurale, di un maschile e un femminile, di una maiuscola e una minuscola».
Massimo Roscia
Quattordici capitoli incalzanti scanditi da felici citazioni dei noti Dionisio, Cratete, Partenio, Eutichio, Asclepiade. Flusso di pensieri, nozioni enciclopediche, ricchezza di sfumature, coralità.
La strage dei congiuntivi è luogo in cui la scrittura, iperbolicamente, tripudia. Senza mai perdere d’occhio l’arma dell’ironia Massimo Roscia delinea una vicenda fatta di intrecci, piani narrativi che si intersecano, felici intuizioni. Lessico e sintassi così ben congegnati da diventare, per il lettore divertito, pura delizia.
A tutti coloro ai quali nessuno dedica mai niente.
Nota sull’autore
Massimo Roscia è nato a Roma nel 1970. Scrittore, critico enogastronomico, docente, condirettore editoriale del periodico «Il Turismo Culturale». Autore di romanzi, saggi, ricerche, guide e vincitore di diversi premi letterari, ha esordito nel 2006 con Uno strano morso ovvero sulla fagoterapia e altre ossessioni per il cibo, originale noir sul rapporto cibo-nevrosi che ha ottenuto un grande successo di pubblico e critica. Insegna comunicazione, tecniche di scrittura emozionale, editing, letteratura gastronomica e marketing territoriale. La strage dei congiuntivi esce nel 20014 per Exòrma Edizioni.
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Massimo Roscia , La strage dei congiuntivi
Exòrma Edizioni, collana Narrativa, 2014
pp. 324, euro 15,50