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Mastectomia preventiva? No, grazie (prima parte)

Creato il 23 maggio 2013 da Michelotto

Mastectomia preventiva? No, grazie (prima parte)

Angelina Jolie

Della clamorosa notizia  si è parlato ampiamente su tutti i media nei giorni scorsi, con pareri anche molto contrastanti da parte degli esperti, e molti di voi ne saranno già a conoscenza di sicuro.
Ma potevo esimermi, in un blog con un titolo così, dal commentarla?
In  questi tempi così particolari in cui ci si può aspettare qualsiasi evento eclatante e qualsiasi bizzarrìa, la mastectomia bilaterale cui ha deciso di sottoporsi Angelina Jolie a scopo preventivo non mi ha sorpreso più di tanto, perchè in fatti come questo il decadentismo di una scienza  che diffonde disinformazione e alimenta paure, una scienza senz' anima che nega il libero arbitrio, insomma una scienza non più a misura d' uomo trova la sua apoteosi.
Ormai è fin troppo chiara la direzione nella quale la società sta procedendo, perchè tutti i suoi aspetti più aberranti e deleteri, che si moltiplicano esacerbandosi a vista d' occhio, parlano da soli: è la stessa logica materialista e disgregatrice che si esprime ad ogni livello.
Con questo voglio dire che la notizia di cui sopra non è certo estranea ai tanti fatti drammatici, e spesso senza precedenti, ormai entrati a far parte della nostra quotidianità, anche se il nesso in questo caso non è così evidente.
La scienza e soprattutto gli organi d' informazione ci hanno fatto credere per tanto tempo che non possiamo fare niente per modificare i nostri caratteri biologici, e nonostante sia ampiamente dimostrato che questa convinzione sia  frutto di una visione incompleta ed illusoria della realtà, in quanto basata su una concezione meccanicistica e riduttiva che ha ormai fatto il suo tempo, si continua a lasciarsi condizionare da questa errata premessa.
E' quanto sostiene da anni Bruce Lipton, antesignano dell' epigenetica, la nuova frontiera della biologia, di cui mi sono già occupato in due articoli ("Bruce Lipton, il nuovo Copernico della genetica", prima e seconda parte).
E fra gli altri scienziati che gli fanno eco, non posso non ricordare Gregg Braden, che nel suo ultimo lavoro in particolare ("La Verità Nascosta") esorta ad abbandonare le false credenze di una scienza basata su un paradigma superato e anacronistico, la sola strada possibile per superare la crisi universale che ci attanaglia.
Anche il dr. Mark Hyman, medico olistico all' avanguardia fra i più conosciuti in USA, ci parla della possibilità, fino a non molti anni fa neppure sospettata, di influenzare l' espressività dei geni, attivandone alcuni ed inibendone altri, attraverso fattori esterni, il più importante dei quali è il cibo, dando così origine ad un nuovo filone di ricerca, la nutrigenomica.
Ma, come sappiamo troppo bene, l' aggiornamento delle istituzioni, soprattutto per quanto concerne la divulgazione di massa, viaggia sempre col treno-merci.
  
 Ma cerchiamo di analizzare i fatti che stanno alla base della scelta dell' attrice americana di farsi asportare i seni, per capire che, se nel suo caso la decisione può al limite sembrare una cosa sensata, dato l' altissimo rischio emerso dalle varie valutazioni degli esperti, nella maggior parte dei casi non è così.
Sono due i geni (BRCA-1 e BRCA-2) che, se vanno incontro a mutazioni, aumentano vertiginosamente il rischio di tumore al seno. Perciò, se in assenza di tali mutazioni il rischio per questa patologia riguarda il 10% delle donne, i geni "malati" lo fanno salire dal 40% fino all' 85%. Il che significa che anche in presenza di queste mutazioni il rischio non è uguale per tutti i soggetti. 
Si parla perciò di penetranza, per indicare appunto l' entità del rischio, anche se al momento "non si sa bene che cosa moduli questa penetranza", come ammette il dr. Bernardo Bonanni, direttore della Divisione di Genetica Oncologica dell' Istituto Europeo di Oncologia di Milano. Inoltre bisogna aggiungere che le stesse mutazioni aumentano il rischio anche di tumore all' ovaio, sia pure in misura minore. Perciò se si decide per la rimozione del tessuto mammario, per coerenza si dovrebbe fare lo stesso anche per le ovaie, come infatti ha già annunciato di voler fare la bella Angelina. La convinzione che siano i geni "sbagliati" a condannarci alla malattia ha già prodotto i suoi frutti, perchè la paura che questo tipo di cancro incute ha fatto sì che negli ultimi lustri negli Stati Uniti (ma sicuramente anche altrove, sia pure in modo più contenuto) si verificasse una vera corsa alle richieste di test genetici, come pure di intervento di asportazione del seno, nè i costi elevati per questo tipo di esami si sono rivelati un deterrente. Di questo passo non mi meraviglierei se qualcuno un giorno ci proponesse di suicidarci per toglierci una volta per tutte il pensiero della morte, con tutte le paure e le ansie ad esso connesse. Putroppo chi è in preda a tale psicosi non valuta (ma spesso non ne è neanche a conoscenza) alcuni punti fondamentali:  
1) Possedere forme patologiche di qualche gene non costituisce un dato incontrovertibile. 2) I test usati per scoprire eventuali forme maligne dei geni non danno una certezza assoluta. Inoltre esistono casi di tumore al seno familiari legati a geni non ancora identificati. 3) Anche in seguito all' asportazione rimane una parte di tessuto sufficiente a determinare un rischio del 5%. Vedremo la prossima volta quali sono le alternative a questi comportamenti inconsulti dettati dall' ignoranza e dalla paura, e come il tumore al seno sia tutto sommato uno dei più facili da prevenire. Michele Nardella
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