Master Reboot – Recensione

Da Videogiochi @ZGiochi
Recensione del 25/03/2014

PC - PS3 TESTATO SU
PC

Genere: Avventura

Sviluppatore: Wales Interactive

Produttore: Wales Interactive

Distributore: Digital Delivery

Lingua: Inglese

Giocatori: 1

Data di uscita: 29/10/2013

VISITA LA SCHEDA DI Master Reboot

Concept di gioco originale e tema di difficile trattazione Perde fascino e potenzialità a lungo andare

Alcuni scenari di gioco sono fantastici... … Altri al limite dell'osceno

Atmosfere immersive, spesso anche un po' creepy Puzzle spesso banali

Per molti è solo l’inizio di qualcosa di nuovo, di totalmente ignoto, per altri è invece l’inevitabile fine di tutto, d’ogni cosa, come per ogni ciclo di vita. Tanti nel passato e nel presente, così come avverrà certamente nel futuro, si sono interrogati su cosa sia effettivamente la morte, come interpretarla, se c’è un “dopo”: scienza e religione la pensano in un modo, i filosofi in un altro, ma ha davvero così importanza? Per i ragazzi di Wales Interactive sì, visto che recentemente sono arrivati sugli store digitali PC e PS3 con Master Reboot, un titolo molto particolare e di cui vi sveleremo i dettagli poco più in basso.

CHI NON PENSA MUORE

Master Reboot si presenta come un titolo d’avventura in prima persona che spesso e volentieri assume toni inquietanti e creepy, mentre la ricerca di dati e la risoluzione di puzzle inseriti nel contesto faranno in modo che il ricordo sia più limpido che mai. Ma perché questo? La volontà degli sviluppatori è stata quella di creare uno speciale contenitore di ricordi, nel gioco definito come Soul Cloud, grazie al quale ogni individuo può caricare e salvare per sempre ricordi e momenti felici, con la nostra metà, la nostra famiglia, o dell’infanzia; lo scopo è quello di salvare il passato per avere in cambio un buon futuro, anche dopo la morte. Certo, come detto in apertura, sul tema potremmo approfondire e dire tutto e l’opposto di tutto, probabilmente senza venirne a capo o pensarla alla stessa maniera, ma l’incipit sfruttato dagli sviluppatori basta ed avanza per garantire a Master Reboot quell’originalità che spesso manca, alla quale si affianca senza problemi la curiosità del giocatore, intento nello scoprire a dove porti tutto questo…

L’esperienza di gioco è molto frammentata e prosegue attraverso il ricordo, quindi il ritorno in quei luoghi ritenuti importanti per questa o quell’altra circostanza, di pezzi di memoria indelebili; tutto questo, non prima di una strana location introduttiva, che di fatto crea scompiglio nascondendo ottimamente ciò che Master Reboot è per davvero. I ricordi sono accessibili un po’ per volta, ma tra quelli subito disponibili la scelta andrà compiuta a nostra totale discrezione, proprio perché si tratta di ricordi tutti slegati tra di loro: esperienze in aeroplano, in ospedale, sulla spiaggia, o altre d’infanzia, in auto e così via. Ciò porta ad essere immersi in pezzi di storia, anzi di vita, ed ambientazioni varie e spesso evocative – ben 34 in totale – alle quali però se ne alternano altre poco ispirate, o realizzate in maniera grossolana; aspetto sul quale torneremo in seguito. In ogni ricordo il nostro compito sarà semplicissimo: perlustrare, trovare le papere blu grazie alle quali potremo appurare i dettagli di quel ricordo (obiettivo facoltativo) e risolvere il puzzle di turno, spesso ambientale, che ci aprirà le porte al ricordo vissuto in quel posto, che a quel punto tornerà a far parte della memoria della protagonista. Il concept di Master Reboot è fantastico, avvicinandosi per molti dettagli ad alcune produzioni cinematografiche recenti, allo stesso tempo però andando avanti nell’avventura si sente uno stacco importante da quelle che erano le sensazioni e gli stimoli iniziali, tanto che gli stessi puzzle di cui sopra finiscono per rovinare in parte l’immediatezza che un titolo di questo genere dovrebbe avere; questo anche perché risultano spesso abbastanza banali o non collegati in maniera opportuna all’evento di gioco, in questo caso al ricordo vero o proprio. Ciò porta a vivere il gioco in maniera altalenante: da una parte si è desiderosi di scoprire qual è il ricordo di turno, quali i dati sparsi nella location e quali i dettagli utili per comprendere al meglio le peculiarità di quel ricordo; dall’altro una perlustrazione spesso affannosa che l’enigma inserito richiede, creando una instabilità d’intrattenimento decisamente marcata in alcuni frangenti.

Master Reboot però non è solo questo, perché Wales Interactive ha fatto in modo che all’esperienza dei ricordi se ne affiancasse un’altra, più cupa e creepy, che vi regalerà qualche salto assicurato dalla sedia, o qualche imprecazione. Spesso nelle location troverete “strane presenze” pronte a farvi la pelle, o magari nascoste dentro degli armadietti, starà quindi a voi cercare un modo per evitarle, mentre una soundtrack dinamica e decisamente ben riuscita riuscirà a farvi drizzare i peli (se ne avete, ovviamente). Ciò influisce anche nelle fasi gameplay, che complessivamente soffrono per i puzzle di cui parlavamo poc’anzi, ma che offrono anche spunti narrativi degni di esser vissuti in prima persona, nonostante alcuni cali, soprattutto nel finale – ne troverete anche uno alternativo. La stessa situazione è riscontrabile nel comparto tecnico, con scenari stupendi ed altri privi di spessore, quasi osceni; dagli splendidi effetti di luce a banali animazioni per le mini cutscene animate, sbloccate in ogni ricordo, segno che sì, Master Reboot è un titolo realizzato con poco, ma che si sarebbe dovuto far meglio per farlo spiccare più fortemente all’interno di un panorama indie che di questi tempi si è tanto stabilizzato ed assestato nel proporre titoli molto simili tra loro, dello stesso genere, cosa che il videogioco di Wales Interactive ha rifiutato da principio, proponendoci qualcosa di originale, che però pian piano perde di intensità.

IN CONCLUSIONE
Master Reboot è uno di quei titoli che solo degli sviluppatori indipendenti potevano regalarci, che cerca di affrontare un argomento difficile da trattare, mirando alla perfezione, tentando di raggiungerla tramite l'unione di più aspetti – narrazione, strane visioni, comparto tecnico artistico – perdendosi un po' per strada. Col passare delle ore di gioco, difatti, l'esplosivo concept di gioco è andato via via affievolendosi e perfino il significato in sé, nel finale, ci ha deluso un po'. In sintesi, Master Reboot è un titolo che ha sfruttato appena le enormi potenzialità di cui è portatore, ma nonostante questo rimane un videogioco da provare assolutamente, su PC o su PlayStation 3, non fa differenza. ZVOTO 7
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