Atripalda. Siamo nel cuore dell'Irpinia, in provincia di Avellino.
E' qui che mi accoglie Dario Pennino, CEO Sales and Mktg di Mastroberardino, azienda punto di riferimento stabile e coerente nel panorama viticolo ed enologico della regione Campania.
Considerato il Grande Vino della Campania, Mastroberardino ti colpisce la prima volta quando arrivi nel centro del paese e non ti aspetti di trovare proprio lì la sede produttiva dell'azienda, ti colpisce poi quando entri nelle cantine storiche e vedi bottiglie di Taurasi del 1928 (che hanno ricevuto poco tempo fa il punteggio di 95/100, quindi è proprio il caso di dire che si tratta di un vino senza età), ti colpisce ancora quando scopri che la Soprintendenza Archeologica di Pompei diede loro un'area adibita in antico a vigneto e da cui oggi nasce il Villa dei Misteri, ti colpisce infine quando arrivi al Radici Resort di Mirabella Eclano e rimani incantato dalla tenuta di sessanta ettari al centro dell'area di produzione del Taurasi DOCG, il grande vino del Sud Italia. E uno dei grandi vini di Mastroberardino.
Ma quello che colpisce me è la storia di famiglia che porta avanti questo nome.
10 generazioni fanno una tradizione. Mastroberardino non è solo uno dei grandi vanti del Sud Italia, ma è un'azienda che ha un forte valore aggiunto. Quello della famiglia. Quello dei valori che permettono di innovarsi e svilupparsi nel rispetto di una tradizione che non scende a meri compromessi di marketing.
"Quando bevi un nostro vino senti la nostra terra". Un vino che non si è venduto ai piaceri della gente ma che si è mosso in difesa e valorizzazione dei vitigni autoctoni, della viticoltura nativa, del Fiano, del Greco, dell'Aglianico, consentendo a tali varietà, coltivate nell'ultimo secolo in territori circoscritti, di divenire interessanti al punto tale da essere importate e impiantate in nuovi e diversi contesti geografici.
Le etichette?
Centotrenta, Taurasi Riserva DOCG
Naturalis Historia, Taurasi DOCG
Radici Riserva, Taurasi Riserva DOCG
Radici, Taurasi DOCG
Aglianico Vintage, Irpinia IGT 1998
Fiano di Avellino Vintage DOCG 2006
Greco di Tufo Vintage DOCG 2006
Radici, Fiano di Avellino DOCG
NovaSerra, Greco di Tufo DOCG
More Maiorum, Fiano di Avellino DOCG
Morabianca, Irpinia Falanghina DOC
RediMore, Irpinia Aglianico DOC
Aglianico, Campania IGT
Fiano di Avelllino DOCG
Greco di Tufo DOCG
Falanghina Sannio DOC
Lacrimarosa, Campania IGT Rosato
Lacryma Christi del Vesuvio, Doc Bianco
Lacryma Christi del Vesuvio, Doc Rosso
Mastro, Campania IGT Bianco
Mastro, Campania IGT Rosso
Antheres, Irpinia DOC Aglianico Passito
Melìzie, Irpinia DOC Fiano Passito
Novaserra Grappa
Grappa Velia
Solèyon, Olio evo
Villa dei Misteri, Pompeiano IGT Rosso
Mentre vi lascio qualche scatto dell'azienda e della cantina-pinacoteca di Atripalda, con dipinti di artisti internazionali come Raffaele De Rosa, Maria Micozzi, Doina Botez, inizio a raccontarvi il lato food della mia visita a Mastroberardino.
All'interno del meraviglioso Radici resort, un ristorante. Morabianca. Come la falanghina.
Una sala luminosa e accogliente con vista vigneti. E un giovane e brillante chef, Francesco Spagnuolo, a fare gli onori di casa.
Prosciutto di Venticano. Un benvenuto dello chef coerente con l'azienda. Solo prodotti del territorio e solo suini regionali.
Gnocco di ricotta di Montella in pastella su purea di zucchine, abbinato ad un Greco di Tufo Vintage 2006.
A parte il gusto dello gnocco di ricotta che ancora mi sembra di assaporarlo, su questo abbinamento io e Dario abbiamo discusso dei vini bianchi "vintage". In effetti è luogo comune che la bevibilità dei bianchi sia limitata alle giovani annate. Non per scelta del cliente, ma per mancanza di proposta del ristoratore o del gestore di una cantina, probabilmente.
Ecco, dopo questo armonico abbinamento, mi prometto di farmi portatrice sana del "bianco vintage".
- Tesi che mi è stata confermata la sera stessa quando, a cena con amici ho detto di aver bevuto un Greco 2006. La risposta di tutti è stata "2006? Era andato!" -
"L'autunno irpino in tavola", ovvero "Castagne, fagioli, porcini e tartufo nero di Bagnoli Irpino" abbinato ad un Lacrimarosa.
Candela al ragù di cipolla ramata di Montoro abbinato ad un RediMore Irpinia Aglianico 2009.
Cavatelli pomodorini, guanciale e ricotta salata dell'Altopiano del Laceno, abbinati ad un RediMore Irpinia Aglianico 2009.
"La ricetta dei cavatelli?"
"Acqua, farina e amore".
Guancia di vitello in crosta di pistacchi su pappa di pera e riduzione di Aglianico, abbinata ad un Radici Riserva 2009.
Piccola millefoglie con crema pasticcera e amarena e Creme brulèè alla nocciola, abbinate ad un Melizie, Fiano Passito.
Avete mai pensato di creare un piatto da abbinare ad un vino? Non il contrario, eh. Sarebbe troppo facile :-)
Ecco, sarà il mio prossimo impegno. E perchè non cominciare da qui...