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Matrimoni e bon ton

Da Sciroccata

Si discetta di un matrimonio in cui siamo stati invitati io e Omo. O meglio, Omo è stato invitato in quanto mio Omo. La sposa è una mia vecchia amica, non romana est, per cui Omo non l'ha mai vista. Non sa che faccia hanno gli sposi. Io gli dico mi fa piacere se vieni anche tu, lui dice si dai, vengo anche io. Il mio Lui è uno fondamentalmente privo di interesse verso le convenzioni sociali, per cui non sa e non si chiede cosa comporta l'invito ad un matrimonio. Per questo, senza capire, ha detto sì.
Passano alcune settimane. Discutiamo della lista nozze e del regalo di tale matrimonio. Gli propongo la cifra.
Ma davvero?
Davvero cosa?
Si paga così tanto?
Beh, amore non è un compleanno, non è che te ne puoi uscire con 30 euro scusa.
E pure io devo mettere così tanto?
Eh scusa, non è che te lo posso offrire io.
Cioè tu mi stai dicendo che io devo pagare la stessa quota tua, pur essendo lei una tua amica e io devo mettere sti soldi per due persone che non ho mai visto?
Ebbene sì, tesoro, se vieni, usufruisci dello stesso trattamento, non è che se conosci meno scrocchi eh.
Amore?
Dimmi.
Mi hai fregato alla grande, allora lo sai che quando si sposerà Tizio che tu hai visto una volta di sfuggita pure tu dovrai spendere sti soldi per fare un regalo a uno che non sai manco che faccia che c'ha? Giura che lo farai pure tu, eh.
Eh, certo, se si deve fare io lo faccio, ma io conto che i tuoi amici Tizio e Caio e Sempronio non si sposino in quest'era geologica.
Stronza!
(ghigno)


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