Eccomi qui con la recensione del romanzo vincitore del Romantic Novel Award 2009. Non lasciatevi ingannare dal titolo: non è un harmony, proprio per niente.
MATRIMONIO A BOMBAY
Julia Gregson
Newton Compton
Trama
Nell’autunno del 1928 la maestosa nave Kaiser-i-Hind salpa da Londra diretta a Bombay. In prima classe viaggiano due donne inglesi: la bella e timida Rose, che va a raggiungere il suo promesso sposo, e la sua migliore amica Tor, che la accompagna felice di liberarsi dell’opprimente madre. Sulla stessa nave viaggia anche la giovane Viva, aspirante scrittrice, che torna nel Paese della sua infanzia alla ricerca di un misterioso baule appartenuto ai suoi genitori. L’emozione è grandissima: le tre donne stanno per lasciarsi alle spalle l’Inghilterra delle odiate convenzioni sociali. Davanti a loro si prospetta l’India, la colonia felice, una terra di promesse e di libertà, brulicante di tesori meravigliosi e gente interessante, dove si può essere amate per quello che si è, con i capelli sciolti e senza corsetto… Ma non tutto andrà come previsto: un’inaspettata avventura stravolgerà completamente i romantici sogni – e gli oscuri segreti – che Ros, Tor e Viva portano con sé in questo lungo, esotico viaggio…
L’autrice
Julia Gregson ha scritto per diverse riviste femminili in Inghilterra, negli Stati Uniti e in Oriente. È autrice di numerosi racconti, molti dei quali pubblicati anche in versione radiofonica. Vive in Galles con il marito e la figlia.
Recensione
Ho comprato questo libro molto tempo fa, per poi sistemarlo nella libreria e dimenticarlo. La settimana scorsa è spuntato fuori e mi sono decisa a leggerlo. Considerando che si tratta di un librone – oltre cinquecento pagine con caratteri abbastanza piccoli – la lettura mi ha impegnata parecchio. Dunque. La parte iniziale, quella che parla della partenza in nave dall’Inghilterra catapulta subito il lettore nel 1928. Le atmosfere inglesi, i modi di fare e di dire, l’abbigliamento, insomma tutto è descritto con cura e dovizia di particolari. Ne sono rimasta da subito affascinata. Procedendo nei capitoli e anche nel viaggio, la narrazione diventa ancora più lenta – e devo dire che in alcuni punti mi ha anche annoiata – ma getta le basi per conoscere in profondità le tre protagoniste: Viva, Rose e Tor. Si potrebbe dire che la grande protagonista sia l’India: sebbene non si parli direttamente di essa come un’entità propria, le descrizioni delle persone, dei panorami, degli usi e costumi, si amalgamano così perfettamente da restituire al lettore l’immagine di una creatura viva, brulicante, affascinante, l’India, appunto. Da metà libro la storia riparte con una marcia in più: le vicende amorose e familiari di Viva, Rose e Tor. Alcuni passaggi, di cui avrei preferito leggere qualcosa in più, sono un po’ abbozzati; alcune scene si chiudono al culmine per poi venire descritte, postume, dal punto di vista di un altro personaggio. Il finale, la storia della famiglia di Viva, è toccante e giustifica i passaggi più lenti, da una motivazione per leggere con attenzione ogni riga. Inoltre la Gregson possiede una straordinaria abilità nel descrivere le reazioni e i cambiamenti delle persone dinanzi alle situazioni più disperate. Consigliato a chi ama i libri con ambientazione orientale e le storie familiari.