Programmazione, approccio sistemico e più comunicazione. Sono queste le parole d’ordine per il futuro della ricerca italiana emerse dalla tavola rotonda organizzata dal portale del Miur ResearchItaly al Forum PA. Tema dell’incontro il rapporto tra le istituzioni pubbliche e le medie imprese, nell’ambito dell’innovazione e della ricerca scientifica.
A introdurre i lavori Mariassunta D’Alessio, caporedattore di ResearchItaly, spazio informativo del MIUR che ad un anno dal lancio si ripropone oggi con forza quale strumento “per raccontare giorno dopo giorno la ricerca d’eccellenza”. A parlarne, moderati dal direttore dell’ASCA e TmNews, Paolo Mazzanti, INAF, Agenzia spaziale italiana e Asas, cioè chi fa ricerca, chi la interfaccia con le imprese e l’impresa stessa.
“L’INAF è la quarta potenza mondiale per pubblicazioni scientifiche nel campo dell’astronomia e dell’astrofisica – ha detto Corrado Perna, responsabile delle relazioni industriali, innovazione e trasferimento tecnologico dell’Istituto Nazionale di Astrofisica -. Siamo dunque sulla frontiera del dibattito scientifico ma la concezione del trasferimento tecnologico, cioè dell’impatto sull’industria, è ancora antiquata”. Per Perna manca soprattutto in Italia un orizzonte strategico nella collaborazione tra ricerca e industria, come accade invece nel modello Usa “dove viene varato un piano decennale intoccabile per la ricerca frutto del confronto tra gli attori del settore, pubblici e privati”.
Dalla programmazione alla necessità di “essere sistemici”, come ha evidenziato Walter Piperno, responsabile PMI dell’Agenzia Spaziale Italiana. “Dobbiamo difendere le cose eccellenti che abbiamo, è un errore inseguire tutti i treni che partono – ha affermato Piperno -. In Italia c’è un’evidente difficoltà proprio nell’essere sistemici”. In sintesi, si può essere intelligenti ma senza questo approccio sistemico poi arrivano gli altri a far proprio il frutto del genio nazionale, e gli esempi nel segmento spaziale italiano non mancano.
Si può programmare e mettere a sistema ma, ultima considerazione, senza comunicare il volano ricerca-industria non si attiva. “Già nel 2012 insieme al MIUR e a Confindustria abbiamo dato vita alla cosiddetta piattaforma spaziale – ha sottolineato in questo senso Maurizio Fargnoli, presidente della Associazione per i servizi, le applicazioni e le tecnologie ICT per lo Spazio (ASAS)-. L’obiettivo, oltre a confermare la validità del fare rete che contraddistingue l’operato di ASAS, è quello di essere insieme ricerca e industria, nell’ambito di Horizon 2020, nel definire i target del sistema spaziale nazionale. Una macchina sistemica, quasi tedesca”. Qualcosa perà manca: “La comunicazione – ha concluso Fargnoli -, perché oggi più che mai è necessario veicolare, verso la P.A. innanzitutto, le opportunità tecnologiche offerte”.
Fonte: Media INAF | Scritto da Gianni Todini