Torniamo a parlare di nozze: oggi vi spiego come è stato possibile per me organizzare un matrimonio low cost (molto più bello e divertente di altri!)
Dopo due anni insieme e una figli, più altri due figli a testa, lo scorso anno io e Andrea #abbiamodettosì. Chiaramente, non potevamo farlo in maniera convenzionale e soprattutto, siccome per me erano le seconde nozze (lui si professava scapolo d’oro…) e siccome abbiamo cinque bimbi, non avevamo voglia di spendere una fortuna. La mia idea era chiara: un matrimonio low cost.
Vi spiego in pochi punti come è stato possibile organizzare il nostro matrimonio low cost (e il sito di Mamme a Spillo ci ha dato una grossa mano!)
- Abito da sposa low cost: Il mio abito è stato acquistato in uno shop online a soli $79 (in tante mi avete chiesto quale, ma lo dirò solo sotto tortura!)… Ok, è arrivato solo due giorni prima del matrimonio, ma per fortuna la mattina stessa avevo la mia amica nonché stilista del brand Formatojp&g (la stessa che ha realizzato gli accessori per me e per la bimba) che mi imbottiva le coppe del corpetto perché erano enormi!
- Lista nozze via Pinterest: non volevamo regali inutili, così io e Andrea abbiamo creato una bacheca su Pinterest con prodotti linkati ai vari shop on line in cui acquistarli.
- Donazione con Pay-Pal: non avremmo comunque potuto fare un vero viaggio di nozze, perchè non sapevamo dove lasciare i bambini, quindi chi voleva dare un contributo economico poteva fare la sua donazione sulla sezione apposita di Mamme a Spillo tramite Paypal. Praticamente ci abbiamo ricoperto le spese!
- Torta finta e “torta” vera: la torta serve, se non altro per fare le foto. Ma la mia era finta. Bellissima, a più piani, con una finta gabbia sul più alto e una cascata di perle che scendevano ai lati, color Tiffany, lo stesso che ha caratterizzato tutti i decori della cerimonia (dal bouquet, ai confetti, ai segnaposto) e naturalmente anche le mie unghie! Ma rispetto ad una torta vera è costata praticamente nulla. La vera “torta” era servita, come il resto del pranzo, scomposta in vasetti della marmellata monoporzione.
- Bomboniere: per me al giorno d’oggi è stupido spendere soldi in bomboniere. Le nostre erano davvero low-cost! Abbiamo dati agli invitati solo un sacchetto in cui raccogliere confetti artigianali, con il messaggio “questa non è una bomboniera. Il ricavato delle bomboniere sarà devoluto in beneficienza”. Nessuno si è lamentato, anzi! Per lasciare agli ospiti un piccolo ricordo nello stile vintage che ha contraddistinto il matrimonio abbiamo preparato dei fili con appesi piccole confezioni monodose a sacchetto di cosmetici (creme, borotalco, shampoo in polvere) originali degli anni Venti. L’invitato doveva trovare quella con scritto il suo nome, prenderla e rimpiazzarla con una sua foto.
- Pic-nic al posto del pranzo: questo è stato il clou del nostro matrimonio low-cost, anche se organizzarlo non è stato per nulla facile. Il wedding pic-nic è stata un’idea nata per caso girovagando su Pinterest, che ci ha appassionato da subito e di cui nessun invitato era al corrente! Nelle partecipazioni infatti si sapeva solo che il dress code prevedeva il jeans, ma non per quale motivo! Gli invitati potevano scegliere il posto attraverso una mappa posta nell’area dedicata del sito di Mamme a Spillo e il clima è stato fortunatamente clemente. Devo dire che organizzarlo non è stato facile, anche perché tutto era curato nei minimi dettagli e doveva rispecchiare uno stile vintage e shabby-chic che entrambi amiamo.
- Addobbi vintage e riciclati: tutti gli addobbi erano in stile vintage e shabby-chic, con elementi particolari come il vecchio confessionale o il salottino a bordo piscina con tanto di divano in pelle blu e chandelier che pendeva dal ramo che consentivano agli utilizzatori di Instagram di scattare foto ad effetto. Abbiamo girato mesi per mercatini per trovare gli oggetti più curiosi da affiancare alle vecchie tovaglie della nonna e abbiamo anche litigato parecchio per come fosse giusto far sedere gli invitati e servire le vivande (che alla fine arrivavano in tavola nei Tupperware, come in un vero “pic-nic della nonna”).
- Abiti delle damigelle e del paggetto: I paggetti, ovvero i nostri quattro figli (esclusa Eva Maria che veniva battezzata e vestiva un abito da cerimonia Monnalisa) erano tutti vestiti con jeans, giacchine e scarpine H&M e le tre bimbe avevano gli stessi accessori (cerchietto e colletto in strass rosa) della stessa catena. Vestiti molto carni e semplici e soprattutto low-cost e mettibili ancora oggi… Vi faccio un esempio: qui Elena Sofia indossa le scarpe da matrimonio del fratello!
- Album di matrimonio su Instagram: io amministro Igersarezzo, la community aretina di instagramers Italia e insieme ad Antonio Ficai, referente Toscana e a Simona Zoo di Igersterni abbiamo deciso di organizzare un contest supporatto dalla community italiana in cui gli utenti potessero raccontare attraverso una foto la loro idea di matrimonio. I tre vincitori hanno realmente partecipato al nostro matrimonio in qualità di fotoreporter e questo, insieme al fatto che su ogni partecipazone c’era l’indicazione per gli hashtag da seguire per ogni eventuale condivisione social, ci ha permesso di ottenere oltre 1000 foto del nostro matrimonio caricate su Instagram da utenti e quindi punti di vista diversi… Una cosa molto emozionante e soprattutto a costo zero! Ovviamente con gli stessi hashtag #nonhoancoradettosì #questomatrimoniononsaddafà e #abbiamodettosì anche io e Andrea abbiamo condiviso foto sui preparativi e sul post-cermonia (ad esempio quella scattata il giorno dopo seduti per terra nello stesso punto della chisa in cui ci siamo detti sì).